Stampa indiana: liberati i due italiani rapiti

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Secondo i media locali Paolo Bosusco e Claudio Colangelo, sequestrati dai maoisti il 14 marzo, sarebbero stati rilasciati. Nessuna fonte ufficiale è però in grado di confermare la notizia

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Autorità italiane e indiane, media, famiglie e amici di Paolo Bosusco e Claudio Colangelo attendono in queste ore con il fiato sospeso una conferma ufficiale della liberazione dei due italiani sarebbe stata decisa dai maoisti che li avevano sequestrati il 14 marzo scorso. In un giorno in cui tutto sembrava volgere al peggio, con la sospensione del negoziato a Bhubaneswar fra il governo locale e i delegati della guerriglia, improvvisamente è rimbalzata la voce del rilascio dei due, che si erano avventurati in una zona tribale pericolosa perché infestata dai guerriglieri al confine fra i dipartimenti di Kandhamal e Ganjam. Ma non c'è ancora alcuna conferma della liberazione e brucia in Italia il ricordo di una vicenda simile, quella della cooperante sarda Rossella Urru rapita in Algeria e data per libera qualche settimana fa dai media locali con una notizia poi smentita dai fatti.

Sono state prima la principale tv dell'Orissa, OTV, poi l'emittente all news indiana Ndtv a rilanciare la notizia del rilascio dei due italiani attribuendola a fonti stampa locali. Il fatto che queste due tv siano state le prime ad anticiparla coinciderebbe con l'indiscrezione segnalata il 23 marzo secondo cui loro giornalisti, insieme ad un terzo della Bbc, si sarebbero inoltrati nella selva per ricevere dagli uomini di Sabyasachi Panda, conosciuto anche come 'Sunil', il tour operator piemontese Bosusco e il ricercatore medico in pensione, Colangelo. Successivamente il quotidiano Orissa Diary ha precisato, citando un sottufficiale del dipartimento di polizia di Kandhamal, che i due erano stati lasciati dai guerriglieri nel villaggio di Tanjujia, nella zona di Daringibadi, lungo la strada che da questa località va a Chunudi.

E' cominciata a questo punto l'affannosa ricerca di una conferma ufficiale, che però non è ancora arrivata. La Farnesina ha avviato immediate verifiche, ma il 'numero due' del Dipartimento dell'Interno dell'Orissa e capo negoziatore con i maoisti, Un Behera, ha spiegato all'ambasciatore d'Italia Giacomo Sanfelice di essere a conoscenza della notizia, ma di non poterla confermare. Inoltre, consultato dall'agenzia di stampa Ansa, Satyajit Naik, responsabile della polizia (SDPO) della località di Baliguda nel dipartimento di Kandhamal, ha riferito di non essere a conoscenza di alcuna liberazione di ostaggi.

La giornata era cominciata con l'annuncio di un clamoroso sequestro, realizzato presumibilmente dai maoisti dell'Andhra Pradesh, rivali di quelli dell'Orissa, ai danni di Jhina Hikaka, un giovane deputato appartenente al partito BJD del 'chief minister' Naveen Patnaik. Quest'episodio inatteso ha fatto precipitare la situazione e vanificato due interi giorni di lavoro che, a detta dei negoziatori dei maoisti B.D. Sharma e Dandapani Mohanty, si sarebbero conclusi nella terza ed ultima giornata con "probabili notizie positive". L'impatto del sequestro di Hikaka si è rivelato così pesante da spingere gli stessi Sharma e Mohanty a dimettersi definitivamente dal team negoziale. La decisione è stata presa nonostante Sabyasachi Panda avesse inviato un audio messaggio in cui condannava il sequestro, accusando tuttavia anche il governo di aver fatto maturare un clima sfavorevole alla liberazione di Bosusco e Colangelo con la sua lentezza. A Patnaik non è restato altro che fare un annuncio ufficiale per chiedere ai maoisti di nominare altri delegati, chiedendo loro tuttavia di liberare per ragioni umanitarie i tre ostaggi.

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