Il diplomatico arrivato nell'area del sequestro di Paolo Bosusco e Claudio Colangelo: "Stiamo lavorando con la polizia e le autorità locali". Lo stato dell'Orissa intanto sospende le attività contro i maoisti e lancia l'appello "Trattiamo ma liberateli"
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Chi sono Paolo Bosusco e Claudio Colangelo: FOTO
(in fondo all'articolo tutti i video sui due italiani rapiti in India)
"Sono in contatto con il ministro degli Esteri Giulio Terzi che sta seguendo la situazione, attraverso le strutture del ministero, in contatto con l'India in tempo reale, minuto per minuto, e mi tiene informato". A dirlo è Mario Monti ( GUARDA IL VIDEO ), a testimoniare l'attenzione dell'Italia per il destino di Paolo Bosusco e Claudio Colangelo i due italiani rapiti nello Stato di Orissa, nel nordest dell'India dai ribelli maoisti. Dopo aver confermato in mattinata l'identità dei due rapiti la Farnesina ha messo subito in campo tutti i mezzi per trovare una soluzione all'emergenza. Il console generale a Calcutta, Joel Melchiori, è subito andato a Bhubaneswar, capitale dell'Orissa. E un primo risultato sembra che sia stato colto. Lo stato indiano dell'Orissa ha infatti deciso di sospendere momentaneamente le operazioni militari contro il gruppo maoista, una delle richieste avanzate dai rapitori, è il capo del governo locale ha lanciato un appello ai sequestratori.
Interrotte le operazioni militari - Fonti di ministero degli Interni comunque fanno sapere che "non c'e stato un ordine formale alle forze paramilitari impegnate nell'operazione anti-Naxal, come vengono chiamati i guerriglieri maoisti. Ma Melchiori ha comunque mostrato ottimismo sulla vicenda: "Speriamo che i rapitori accettino l'appello fatto dal chief minister per rilasciare gli ostaggi - ha affermato - lavoriamo in collaborazione alla polizia e alle autorità locali".
L'appello del primo ministro dell'Orissa
Le richieste dei maoisti - Il leader dei ribelli dell'Orissa, Sabyasachi Panda, in un audio-messaggio ( VIDEO ) in cui ha rivendicato il sequestro, spiegando che Bosusco e Colangelo scattavano "riprovevoli fotografie" a donne che facevano il bagno in un fiume, ha infatti chiesto ai governi dello Stato e dell'Unione di sospendere tutte le operazioni di sicurezza e di avviare una trattativa sulle 13 richieste avanzate dal movimento ribelle nel febbraio 2011, che prevedono tra l'altro la liberazione dei prigionieri politici.
La dinamica del rapimento - Sarebbe stato un folto gruppo di guerriglieri, almeno trenta, a rapire i due italiani mercoledì scorso. A raccontarlo ai giornalisti è stato Santosh Moharana, il cuoco indiano sequestrato insieme ai due e poi rilasciato ieri. Il 14 marzo al mattino, ha precisato, "sono arrivati in circa 30 e ci hanno presi in ostaggio mentre stavamo preparando la colazione vicino ad un torrente nella foresta di Gazalbadi". "Ci hanno bendati - ha ancora detto - e ci hanno fatto camminare per circa cinque chilometri". Posso dire, ha concluso, che "i maoisti non hanno mai usato violenza e ci hanno trattato bene". Su quest'ultimo punto è arrivata la precisazione dell'ambasciatore italiano in India Giacomo Sanfelice. "Non abbiamo nessuna notizia" sulle condizioni o la salute degli italiani rapiti ha detto.
La procura di Roma apre un'inchiesta - Sull'accaduto la Procura di Roma ha aperto un 'inchiesta. Sequestro di persona con finalita' di terrorismo il reato configurato dal sostituto procuratore, Erminio Amelio. E' la prima volta che i maoisti sequestrano turisti stranieri. "E' molto strano. Solitamente rapiscono dei capi locali e richiedendo poi un riscatto o facendo rivendicazione con i governi locali" ha detto Padre Bernardo Cervellera, direttore di Asia news, a SkyTG24 ( VIDEO ). Il rapimento dei due italiani non appare legato alla vicenda dei due marò italiani arrestati nello stato indiano del Kerala .
Un possibile scontro interno ai maoisti - L'emittente NDTV ipotizza che dietro al sequestro ci possa essere uno scontro in seno ai maoisti: Panda, il leader dei maoisti in Orissa, è considerato un 'moderato' che si è schierato in passato contro gli omicidi indiscriminati commessi dai ribelli. Ultimamente avrebbe perso influenza all'interno della leadership, largamente influenzata dai gruppi che agiscono nello Stato dell'Andhra Pradesh e che sostengono una linea più dura
Chi sono i maoisti
Interrote le operazioni contro i maoisti - Il governo di Orissa ha intanto interrotto ogni operazione contro i maoisti a seguito delle trattative in corso per far rilasciare i due rapiti italiani. Lo rende noto il sito del quotidiano locale 'Odisha Today' che ricorda anche che lo stop all'offensiva era una delle prime richieste dei maoisti nel messaggio audio di questa mattina dopo il sequestro dei due connazionali. Fonti di ministero degli Interni comunque fanno sapere che "non c'e stato un ordine formale alle forze paramilitari impegnate nell'operazione anti-Naxal, come vengono chiamati i guerriglieri maoisti. Intanto il console italiano a Calcutta, Joel Melchiori, arrivato a Bhubaneswar, ha mostrato ottimismo sulla vicenda: "Speriamo che i rapitori accettino l'appello fatto dal chief minister per rilasciare gli ostaggi - ha affermato - lavoriamo in collaborazione alla polizia e alle autorità locali".
Chi è Paolo Bosusco - "Sono disperato, mi chiedo ancora se quello che è successo a mio figlio è vero o no". Sono le parole di Azelio Bosusco, 89 anni, padre del tour operator rapito in India all'agenzia di stampa Ansa. "Mi racconta spesso - ha aggiunto - delle sue avventure in India, della giungla e della natura di quel posto. Adesso spero soltanto che torni sano e salvo". “E’ in India da quasi vent’anni. Organizza gite, Paolo era sereno, non percepiva alcun segnale di pericolo" ha detto lo zio a SkyTG24 ( VIDEO ).
Paolo Bosusco ha 54 anni e, quando è in Italia, vive a Condove (Torino). Da novembre a giugno, invece, lavora, dalla città indiana di Puri, con un'agenzia di viaggi online, l'Orissa Adventurous Trekking, specializzata in escursioni presso le tribù primitive della regione.
Chi è Claudio Colangelo - E' stato un volontario di supporto ai medici e ha collaborato a progetti di cooperazione internazionale. Non e' iscritto all'ordine dei medici (come invece si era creduto all'inizio) ed è laureato in un'altra disciplina. E' in pensione da qualche tempo con l'obiettivo di dedicarsi a progetti di cooperazione internazionale e ha lavorato come impiegato, a quanto si apprende in ambito tecnico - in un istituto di ricerca a Roma. Era in viaggio in India con sua moglie, la quale - a quanto si e' appreso - sarebbe già tornata in Italia. In un resoconto sulla sua esperienza durante il progetto Amazon Promise in Peru' si descrive come un 'pioniere mancato' mentre e' anche ritratto in una foto dove spiega l'Hiv ai bambini.
Ha 61 anni, è sposato con una figlia di 32 anni e un figlio di 35 anni.
"Scattavano foto in una zona vietata" - "Sembra che i due italiani stessero facendo delle foto ai locali in una zona in cui non si poteva scattare. Ci sono delle zone tribali e i maoisti cercano di difendere gli indigeni contro le angherie del governo e lo sfruttamento che fa il governo sia delle loro terre che della loro cultura come appeal turistico. Probabilmente questo ha fatto scattare tutto. Ma bisogna ancora verificare" ha detto Padre Bernardo Cervellera, direttore di Asia news, a SkyTG24 .
Di recente in India è scoppiata un'accesa polemica proprio sui cosiddetti "safari umani", dopo un video in cui si vedevano turisti indiani chiedere a una tribù delle isole Andamane di ballare davanti alle telecamere. A questo proposito, lo scorso febbraio il governo dell'Orissa ha introdotto regole più severe per i turisti stranieri e ricercatori che vogliono recarsi nei territori di alcune comunità tribali "protette", tra cui i Dongria Kondh, famosi per la loro resistenza al colosso minerario Vedanta.