Terremoti, il Giappone torna a tremare

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L'allerta tsunami sul sito della Japan Meteorological Agency (Jma)

A poco più di un anno dal sisma che aveva provocato 23mila vittime una serie di scosse ha colpito il Paese. La più forte è stata di magnitudo 6,8. Sulle coste si è riversata un'onda anomala senza provocare danni

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Il Giappone è tornato a tremare oggi, mercoledì 14 marzo con tanto di timori rientrati per l'allerta maremoto, a 3 giorni dal primo anniversario del sisma/tsunami dell'11 marzo 2011, interessando l'isola settentrionale di Hokkaido, il Tohoku e l'area del Kanto, la grande pianura di Tokyo che conta un aggregato di 35 milioni di abitanti.

Un terremoto di magnitudo 6.8 della scala Richter ha scosso la parte più a nordest dell'arcipelago (ed è stata avvertita anche a Tokyo), con epicentro localizzato a 210 km dalla costa e ipocentro a 10 km di profondita' nelle acque del Pacifico, alle 18.09 locali (le 10.09 in Italia), con intensità 4 sulla scala nipponica di 7, nella zona di Kushiro (sud di Hokkaido) e nella parte orientale di Aomori e Iwate.

La Japan Meteorological Agency (Jma), appena tre minuti dopo, ha lanciato l'allerta tsunami fino a 50 cm: entità modesta, in apparenza, ma sufficiente a spingere la Nhk, la tv pubblica, a interrompere il palinsesto delle trasmissioni e ad avviare una diretta sull'evoluzione della situazione.

Dopo un'ora circa, quando il quadro è apparso più chiaro, la Jma ha riferito d'aver misurato onde anomale massime fino a 20 cm nell'area della città di Erimo (sud di Hokkaido) intorno alle ore 19 e di Hachinohe (nella prefettura di Aomori) alle 19.19. A titolo precauzionale, ai residenti delle zone costiere di Mutsu e Higashidori (Aomori), e di Otsuchi, Rikuzentakata e Ofunato (Iwate, provate duramente l'11 marzo 2011) e' stata consigliata l'evacuazione fino a quando l'agenzia con ha cancellato l'allerta alle 7.40, poco prima di un'altra scossa senza conseguenze di 5.9, sempre nella stessa zona (Sanriku).

E' toccato alle prefetture di Ibaraki e Chiba registrare una scossa di 6.1, forte a sufficienza per scuotere alle 21.05 il Kanto e Tokyo per un minuto. L'epicentro, questa volta, e' stato rilevato nell'oceano Pacifico al largo delle coste di Chiba, con ipocentro a 10 km di profondita'.

Quanto agli impianti nucleari, prima preoccupazione dopo la crisi di Fukushima, la Japan Nuclear Fuel ha detto che nessuna anomalia è stata riscontrata presso la struttura di ritrattamento del combustibile esaurito di Rokkasho (Aomori), mentre la Tohoku Electric Power ha riferito che nessun problema e' stato rilevato a Onagawa (Miyagi) e Higashidori (Aomori), centrali ferme per i regolari controlli di manutenzione. Nessun intoppo a Fukushima n.1 e n.2, secondo il gestore Tepco, mentre l'impianto nucleare di Tokai è fermo per le ispezioni periodiche.

La Jma ha invitato alla prudenza in quanto potrebbe esserci altra attività sismica: entrambi i terremoti, che hanno hanno provocato danni, sono da legare verosimilmente a quello dell'11 marzo 2011, responsabile di 19.000 morti e dispersi e della peggiore crisi nucleare dopo Cernobyl. Si sono verificati, infatti, ai margini dell'area "di assestamento nel Pacifico, lunga alcune centinaia di chilometri", dalla punta a sudest di Hokkaido al promontorio di Ibaraki e Chiba.

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