L'opposizione diffonde un video che mostra oltre quaranta cadaveri mutilati. Ma il regime smentisce e accusa i ribelli di aver compiuto gli omicidi per motivi di propaganda. Ban ki-moon: "Uso sproporzionato della forza da parte del governo di Assad"
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I cadaveri di almeno 26 bambini e 21 donne sarebbero stati trovati in due quartieri di Homs. Questo è quanto denunciano, con un video su Youtube di particolare crudezza, gli attivisti anti-regime. Secondo i ribelli, le vittime sarebbero state uccise dalle milizie lealiste pro Assad che sono penetrate nei quartieri di Karm az Zeitun e Adawiy alla ricerca dei superstiti di intensi attacchi di artiglieria. Ma l'agenzia di Stato siriana risponde alle accuse e punta il dito contro "gruppi di terroristi" responsabili, secondo il regime, del sequestro e uccisione dei civili ad Homs, per filmarli e mandarli in onda sulle tv satellitari.
L'eccidio di Homs, come anche l'assedio militare alla città nord-occidentale di Idlib, si sono verificati nel fine settimana in cui si è svolta la missione di pace dell'inviato di Onu e Lega Araba Kofi Annan, che ha lasciato Damasco l'11 marzo senza alcun accordo su una tregua o su ingressi per scopi umanitari.
Proprio oggi, lunedì 12 marzo, il segretario generale dell'Onu, Ban Ki-moon, ha chiesto al presidente siriano, Bashar al-Assad, di rispondere "con rapidità e nei prossimi giorni" alle proposte che gli ha presentato l'inviato del Palazzo di Vetro e della Lega Araba per la Siria, Kofi Annan. Intervenendo alla seduta del Consiglio di sicurezza dell'Onu sulla Primavera araba, il segretario generale dell'Onu ha esortato Assad a fermare la violenza, a permettere l'accesso dei convogli umanitari e ad avviare il dialogo con le opposizioni mentre ha chiesto al Consiglio di Sicurezza di mostrarsi "solidamente unito" per chiedere la cessazione della violenza e appoggiare il ruolo di Annan nell'aiutare la Siria a uscire da una "situazione catastrofica".
In un anno di proteste e repressioni, il Consiglio di Sicurezza è stato incapace di approvare una risoluzione in risposta alla situazione, principalmente per l'opposizione di Russia e Cina, opposizione che ha portato Mosca e Pechino a vietare due risoluzioni di condanna presentate ad ottobre e febbraio. Ban Ki-moon ha sottolineato che "in questo momento cruciale, è essenziale che il Consiglio parli con una voce sola" e si è augurato che il Consiglio "trovi la strada che gli permetta di raggiungere una risoluzione di consenso che mandi un segnale di ferma determinazione".
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