E' accaduto nel villaggio di Badakhshan, nella parte nordorientale del Paese. 145 i dispersi. L'Onu: "E’ probabilmente la prima di una lunga serie. La neve, iniziando a sciogliersi, provocherà in molte aree pesanti inondazioni"
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Afghanistan, lo speciale
Almeno ciquantasei morti e oltre un centinaio di dispersi. E' questo il bilancio della valanga che domenica 4 marzo ha letteralmente sepolto il villaggio di Badakhshan nella parte nordorientale dell'Afghanistan, al confine con il Tagikistan.
Ai 56 morti accertati, le Nazioni Unite sommano i 145 dispersi che mancano all'appello dati per "presumibilmente morti" ormai.
Per l'Onu la tragedia è "probabilmente la prima di una lunga serie", perché la neve iniziando a sciogliersi nei prossimi giorni, provocherà in molte aree "pesanti inondazioni". Il villaggio travolta dalla neve è situato in una zona remota tra le montagne del distretto di Shikay, il che ha costretto i soccorritori giunti subito dopo la tragedia a servirsi di alcuni elicotteri dell'Esercito.
I corpi immediatamente estratti sono stati 37, compresi donne e bambini, mentre sono stati appena sei le persone, tutte comunque ferite o semi-asfissiate, estratte ancora in vita. Quello che sta per finire è stato il peggiore inverno in assoluto degli ultimi trent'anni in Afghanistan.
Nel solo Badakhshan i morti provocati dalle slavine, dal gelo e dalle intemperie ammontano già a circa ottanta, compresi 35 bimbi uccisi nell'arco di due giorni dalla neve alla fine di febbraio. Altri 24 hanno perso la vita a causa del freddo nei campi profughi allestiti alle porte della capitale, Kabul.
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