Filippine, arrestato l'assassino di padre Tentorio

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Nella foto un momento della manifestazione nelle Filippine del 25 ottobre per chiedere giustizia per la morte di Fausto Tentorio

Il presunto killer del missionario del Pime e il suo complice sono stati fermati per l'agguato al sacerdote italiano ucciso nel mese di ottobre. Frate Fausto lavorava da 33 anni con le popolazioni indigene locali

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Svolta nelle indagini sull'assassinio nelle Filippine di padre Fausto Tentorio, il missionario italiano che da 33 anni lavorava a fianco delle popolazioni indigene locali: le forze dell'ordine filippine hanno arrestato il presunto assassino del missionario del Pime ucciso il 17 ottobre. Il ministro della Giustizia, Leila de Lima, ha spiegato che Jimmy Ato e suo fratello Robert, ritenuto complice dell'aggressione, sono stati arrestati dopo un breve scambio a fuoco nella loro casa di Arakan, nella provincia di Nord Cotabato, la stessa città dove è stato ucciso il sacerdote italiano.
Secondo il ministro, Ato è stato identificato da vari testimoni come il killer che sparò a Tentorio, di fronte alla sua parrocchia di Arakan, mentre suo fratello era l'uomo
che conduceva la moto sulla quale i due fuggirono. "Al momento dell'arresto Robert Ato ha aperto il fuoco contro i nostri agenti, ma per fortuna nessuno è rimasto ferito", ha detto Leila De Lima.

Tentorio, 59 anni, risiedeva nell'isola filippina di Mindanao dal 1978, dove era missionario per il Pontificio Istituto per le Missioni Estere (Pime): molto impegnato a
favore dei diritti degli indigeni e a difesa delle loro terre, padre Tentorio aveva ricevuto varie minacce di morte; e nel passato era già fuggito a un'imboscata tesa da un gruppo paramilitare anti-comunista.
Nelle Filippine lavorano una ventina di sacerdoti del Pime, la gran parte proprio a Mindanao. Il Pime ha pagato un prezzo molto alto al proprio impegno missionario e, prima di padre Fausto Tentorio, ha visto assassinare altri due suoi sacerdoti: padre Tullio Favali, ucciso da un gruppo paramilitare nel 1985, e padre Salvador Carzedda, freddato da uomini armati a Zamboanga nel 1992.

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