Calci, pugni, lanci di scope: è finita nel meno cristiano dei modi la pulizia della chiesa più antica della Terra Santa. A scontrarsi, sacerdoti ortodossi e armeni, che si contendevano l'onore di pulire il luogo sacro, dopo le visite di Natale. VIDEO
In un clima che ha ben poco di cristiano è finita a botte la pulizia della Basilica della Natività a Betlemme, di routine dopo il tradizionale sovraffollamento di fedeli e semplici turisti che coincide con il Natale cattolico. A darsele di santa ragione, a suon di calci, pugni e randellate vibrate con i manici delle scope, un centinaio tra preti ortodossi e armeni, che si contendevano l'onore e l'onere di rimettere in ordine il luogo santo, dove la tradizione vuole abbia visto la luce Gesù.
Per porre fine alla vera e propria rissa è dovuta intervenire in forze la polizia dell'Autorità Nazionale Palestinese: non senza difficoltà, dato che l'accesso alla Basilica è possibile soltanto dall'angusto passaggio chiamato Porta dell'Umiltà, così creato in tempi remoti per impedire l'ingresso a cavallo in chiesa. A furia di colpi di sfollagente, alla fine gli agenti sono riusciti a riportare la calma. "E' un problema banale che si ripete ogni anno", ha commentato un loro portavoce, tenente colonnello Khaled al-Tamimi. "Adesso va tutto bene e la situazione è rientrata nella normalità. Non abbiamo arrestato nessuno", ha precisato l'ufficiale, "perché tutti coloro che erano coinvolti sono uomini di Dio".
All'origine della colluttazione c'è stata, come sempre, l'amministrazione congiunta della Basilica risalente al VI secolo dopo Cristo, la più antica dell'intera Terra Santa. La gestione del luogo sacro è infatti affidata contemporaneamente a tre Chiese: la cattolica romana, la greco-ortodossa e l'apostolica armena. Ognuna ha giurisdizione soltanto su zone ben delimitate del sito, che spesso s'incuneano e s'intersecano tra loro, creando oggettive difficoltà nel rispetto dei 'confini'.Qualsiasi violazione di questi ultimi, volontaria o meno, vera o presunta che sia, è percepita come un sacrilegio e scatena reazioni furibonde: in particolare quando la Basilica è ripulita in vista del Natale ortodosso, che segue di qualche giorno quello cattolico e cade, per chi non segue il calendario gregoriano, il 7 gennaio.
Per porre fine alla vera e propria rissa è dovuta intervenire in forze la polizia dell'Autorità Nazionale Palestinese: non senza difficoltà, dato che l'accesso alla Basilica è possibile soltanto dall'angusto passaggio chiamato Porta dell'Umiltà, così creato in tempi remoti per impedire l'ingresso a cavallo in chiesa. A furia di colpi di sfollagente, alla fine gli agenti sono riusciti a riportare la calma. "E' un problema banale che si ripete ogni anno", ha commentato un loro portavoce, tenente colonnello Khaled al-Tamimi. "Adesso va tutto bene e la situazione è rientrata nella normalità. Non abbiamo arrestato nessuno", ha precisato l'ufficiale, "perché tutti coloro che erano coinvolti sono uomini di Dio".
All'origine della colluttazione c'è stata, come sempre, l'amministrazione congiunta della Basilica risalente al VI secolo dopo Cristo, la più antica dell'intera Terra Santa. La gestione del luogo sacro è infatti affidata contemporaneamente a tre Chiese: la cattolica romana, la greco-ortodossa e l'apostolica armena. Ognuna ha giurisdizione soltanto su zone ben delimitate del sito, che spesso s'incuneano e s'intersecano tra loro, creando oggettive difficoltà nel rispetto dei 'confini'.Qualsiasi violazione di questi ultimi, volontaria o meno, vera o presunta che sia, è percepita come un sacrilegio e scatena reazioni furibonde: in particolare quando la Basilica è ripulita in vista del Natale ortodosso, che segue di qualche giorno quello cattolico e cade, per chi non segue il calendario gregoriano, il 7 gennaio.