La 'Enrico Ievoli' della Marnavi di Napoli è stata attaccata mentre era in navigazione verso il Mediterraneo. Sei connazionali a bordo. La Farnesina: "Stretto riserbo per favorire esito positivo". Ma la moglie del comandante denuncia: "Lo Stato è assente"
Un'altra nave italiana è stata sequestrata dai pirati somali. Si tratta della petroliera 'Enrico Ievoli' dell'armatore Marnavi di Napoli, catturata al largo delle coste dell'Oman. Sono 18 i membri dell'equipaggio; 6 sono italiani (tutti siciliani), 5 ucraini e 7 indiani.
Il nuovo caso di pirateria avviene a pochi giorni di distanza dalla liberazione della Savina Caylyn; a bordo della petroliera, sequestrata nel mese di febbraio e composta da un equipaggio di 22 membri, c'erano 5 italiani. Secondo il sito internet "Somalia Report" sarebbe stato pagato un riscatto, ma la Farnesina smentisce.
Il comandante: "Stiamo bene" - "I pirati sono a bordo, ma noi stiamo tutti bene". Sono queste le parole di Agostino Musumeci, comandante della 'Enrico Ievoli', che è riuscito a mettersi in contatto telefonico con l'amministratore delegato della Marnavi Spa poco dopo il sequestro avvenuto la mattina del 27 dicembre. Appresa la notizia dell'attacco al cargo italiano, sul sito della compagnia di navigazione specializzata in trasporti chimici e alimentari con sede legale a Napoli e cinque navi nella flotta, è stato subito pubblicato l'avviso di emergenza in corso, che rende noto che la nave "Enrico Ievoli" è stata oggetto di un atto di pirateria quando era al largo del golfo di Oman, a 18.3 gradi di longitudine Nord e 57.6 gradi di latitudine Est. La nave era partita da Fujairah, negli Emirati Arabi Uniti, diretta nel Mediterraneo con un carico, riferisce l'armatore, di circa 15.750 tonnellate di soda caustica.
La Farnesina, intanto, fa sapere che "attraverso l'Unità di crisi si mantiene in stretto contatto con la Marina militare e con l'armatore per seguire da vicino gli sviluppi della vicenda".Il ministero degli Esteri afferma inoltre di essere "in stretto contatto con i familiari" dei marinai della petroliera, "su istruzione del ministro degli Esteri Giulio Terzi".
La moglie di Agostino Musumeci: "Lo Stato è assente" - Rita Musumeci, moglie del comandante della petroliera italiana, ha però polemizzato duramente con le autorità: "E' una vergogna. Nessuno di questo Stato ci ha chiamato o si è fatto sentire. Loro stanno al caldo, con le loro famiglie. Cosa gli interessa di noi?".
"Sono, come immaginerete, ore di grande apprensione e siamo tanto preoccupati. Mia madre non sta bene. L'ultima volta che abbiamo sentito papà è stato ieri (26 dicembre, ndr)" ha dichiarato Federico Musumeci, figlio del comandante.
La Farnesina: riserbo per favorire l'esito positivo - Il ministro degli Esteri, Giulio
Terzi, intanto ha fatto sapere su Twitter di seguire "da vicino" con l'Unità di crisi della Farnesina la vicenda della petroliera Ievoli, ma che manterrà uno stretto riserbo "per favorire l'esito positivo" della vicenda.
Il presidente della Camera Gianfranco Fini, attraverso una nota, "ha espresso la sua preoccupazione per il ripetersi di attacchi a navi mercantili italiane" e ha fatto sapere che, "sulla base delle indicazioni e delle valutazioni espresse dal ministero della Difesa legate alla situazione di tensione in corso nell'area, è stata rinviata la visita prevista per il 30 dicembre 2011 alla nave militare Grecale".
La Enrico Ievoli nel mirino dei pirati - La 'Enrico Ievoli' aveva già avuto a che fare con i pirati, nel marzo del 2006. Il cargo era in navigazione al largo delle coste yemenite di Aden quando si sono avvicinati alcuni barchini con presunti pirati a bordo. Il comandante della motonave aveva dato l'allarme ed era intervenuta in soccorso una unità della Marina militare italiana, la fregata Euro, che si trovava in zona. In quel caso bastò il sorvolo dell'elicottero militare a far allontanare i due motoscafi.
Il nuovo caso di pirateria avviene a pochi giorni di distanza dalla liberazione della Savina Caylyn; a bordo della petroliera, sequestrata nel mese di febbraio e composta da un equipaggio di 22 membri, c'erano 5 italiani. Secondo il sito internet "Somalia Report" sarebbe stato pagato un riscatto, ma la Farnesina smentisce.
Il comandante: "Stiamo bene" - "I pirati sono a bordo, ma noi stiamo tutti bene". Sono queste le parole di Agostino Musumeci, comandante della 'Enrico Ievoli', che è riuscito a mettersi in contatto telefonico con l'amministratore delegato della Marnavi Spa poco dopo il sequestro avvenuto la mattina del 27 dicembre. Appresa la notizia dell'attacco al cargo italiano, sul sito della compagnia di navigazione specializzata in trasporti chimici e alimentari con sede legale a Napoli e cinque navi nella flotta, è stato subito pubblicato l'avviso di emergenza in corso, che rende noto che la nave "Enrico Ievoli" è stata oggetto di un atto di pirateria quando era al largo del golfo di Oman, a 18.3 gradi di longitudine Nord e 57.6 gradi di latitudine Est. La nave era partita da Fujairah, negli Emirati Arabi Uniti, diretta nel Mediterraneo con un carico, riferisce l'armatore, di circa 15.750 tonnellate di soda caustica.
La Farnesina, intanto, fa sapere che "attraverso l'Unità di crisi si mantiene in stretto contatto con la Marina militare e con l'armatore per seguire da vicino gli sviluppi della vicenda".Il ministero degli Esteri afferma inoltre di essere "in stretto contatto con i familiari" dei marinai della petroliera, "su istruzione del ministro degli Esteri Giulio Terzi".
La moglie di Agostino Musumeci: "Lo Stato è assente" - Rita Musumeci, moglie del comandante della petroliera italiana, ha però polemizzato duramente con le autorità: "E' una vergogna. Nessuno di questo Stato ci ha chiamato o si è fatto sentire. Loro stanno al caldo, con le loro famiglie. Cosa gli interessa di noi?".
"Sono, come immaginerete, ore di grande apprensione e siamo tanto preoccupati. Mia madre non sta bene. L'ultima volta che abbiamo sentito papà è stato ieri (26 dicembre, ndr)" ha dichiarato Federico Musumeci, figlio del comandante.
La Farnesina: riserbo per favorire l'esito positivo - Il ministro degli Esteri, Giulio
Terzi, intanto ha fatto sapere su Twitter di seguire "da vicino" con l'Unità di crisi della Farnesina la vicenda della petroliera Ievoli, ma che manterrà uno stretto riserbo "per favorire l'esito positivo" della vicenda.
Il presidente della Camera Gianfranco Fini, attraverso una nota, "ha espresso la sua preoccupazione per il ripetersi di attacchi a navi mercantili italiane" e ha fatto sapere che, "sulla base delle indicazioni e delle valutazioni espresse dal ministero della Difesa legate alla situazione di tensione in corso nell'area, è stata rinviata la visita prevista per il 30 dicembre 2011 alla nave militare Grecale".
La Enrico Ievoli nel mirino dei pirati - La 'Enrico Ievoli' aveva già avuto a che fare con i pirati, nel marzo del 2006. Il cargo era in navigazione al largo delle coste yemenite di Aden quando si sono avvicinati alcuni barchini con presunti pirati a bordo. Il comandante della motonave aveva dato l'allarme ed era intervenuta in soccorso una unità della Marina militare italiana, la fregata Euro, che si trovava in zona. In quel caso bastò il sorvolo dell'elicottero militare a far allontanare i due motoscafi.