Ci sarebbe un gruppo dissidente di militanti di Al Qaeda dietro al sequestro della cooperante italiana avvenuto lo scorso 23 ottobre. Insieme a lei erano stati presi anche due volontari spagnoli
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Ci sarebbe un gruppo dissidente dell'Aqmi, il braccio africano di Al Qaeda, dietro al rapimento di Rossella Urru e di due suoi colleghi spagnoli, sequestrati il 23 ottobre scorso in un campo Saharawi a Tinduf, nel sud dell'Algeria. Dopo che ieri, 9 dicembre, l'organizzazione terroristica internazionale aveva smentito di aver avuto un ruolo nel sequestro, è arrivata la rivendicazione dei dissidenti di Jamat Tawhid Wal Jihad Fi Garbi Afriqqiya.
La trascrizione della rivendicazione è stata letta da un portavoce del gruppo dissidente che non ha fornito alcun motivo per la divisione da Aqmi Il gruppo è comunque noto alle forze di sicurezza della regione il cui nome tradotto dall'arabo significa "Movimento Unito per la Jihad in Africa Occidentale"
Il sequestro era stato effettuato da un commando armato che si sospettava fosse arrivato dal Mali. Dopo una sparatoria con le guardie i rapitori erano entrati nel campo profughi dove lavoravano i tre cooperanti. Rossella urru, esperta di cooperazione decentrata, lavorava lì da oltre un anno.
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