Siria, prorogato l'ultimatum dei Paesi arabi. Ancora scontri

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Continua la repressione del regime di Damasco: almeno 10 morti nelle ultime ore. Fissata per domenica 27 la riunione dell'organismo panarabo per decidere eventuali sanzioni. FOTO E VIDEO: LO SPECIALE

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(in fondo all'articolo i video sulla situazione in Siria)

Continuano gli scontri tra soldati regolari e disertori in Siria.  A Deir Ezzor, nell'est del Paese, hanno perso la vita 10 tra militari e agenti delle forze di sicurezza.  Tre disertori, ha riferito l'Osservatorio siriano per i diritti umani, sono rimasti feriti, uno in modo grave.  Venerdì 25 novembre le autorità di Damasco avevano confermato la morte di sei piloti in un agguato a Homs, definendo l'episodio una "pericolosa escalation" messa in atto da "gruppi di terroristi".
L'attacco era stato rivendicato dal Libero esercito siriano.

L'ultimatum imposto dalla Lega Araba alla Siria, per l'ingresso degli osservatori nel Paese, intanto è stato prorogato, ma l'organismo panarabo guarda ormai a domenica 27 novembre, quando la Lega si riunirà al Cairo.  "Il fatto che sia arrivato un 'no' all'ultimatum aumenta le preoccupazioni per la crisi umanitaria", ha detto il capo della diplomazia turca, Ahmet Davutoglu, pronto a recarsi nella capitale egiziana con le misure studiate da Ankara, da "armonizzare" con quelle della Lega.  Il ministro degli Esteri iracheno, Hoshyar Zebari, ha però detto che "non è possibile" imporre sanzioni economiche alla Siria.

In una conferenza stampa a Najaf, il capo della diplomazia irachena ha espresso "riserve" sulla questione. Baghdad teme che una caduta del regime siriano possa aprire le porte ai fondamentalisti sunniti, con ripercussioni sull'intera regione.  Il presidente iracheno, Jalal Talabani, si è detto "preoccupato per l'alternativa, che un partito estremista rimpiazzi il vecchio".

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