Egitto, strage in piazza Tahrir: morti e feriti

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Continuano al Cairo le proteste contro i militari al potere da febbraio. Incidenti tra manifestanti e forze dell'ordine. Alcuni agenti sarebbero stati presi in ostaggio dai dimostranti. Arrestata la candidata presidenziale Kamel. FOTO E VIDEO

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Torna a essere un campo di battaglia piazza Tahrir al Cairo. Secondo fonti mediche, almeno 11 persone sono morte negli scontri tra forze della sicurezza centrale e manifestanti. Nella piazza che è stata il fulcro della rivoluzione contro il regime di Mubarak va in scena ora la protesta contro i militari al potere da febbraio e gli scontri con la polizia sono feroci.
I manifestanti chiedono la formazione di un governo di salute nazionale per garantire il trasferimento immediato a forze politiche civili dei poteri dei militari. "Il Consiglio Supremo delle Forze Armate ed il governo - si legge in un comunicato dell'Unione dei Giovani della Rivoluzione - hanno fallito nella gestione del paese".

Nella giornata di domenica, nella piazza erano convenute almeno 5mila persone, all'indomani delle violenze che avevano causato centinaia di feriti e un morto al Cario, colpito da un proiettile in pieno petto (mentre un'altra vittima si è registrata ad Alessandria). Gli scontri, secondo le forze di sicurezza, sono scoppiati quando centinaia di manifestanti hanno attaccato con una sassaiola gli agenti: i poliziotti hanno reagito lanciando pietre e gas lacrimogeni ai giovani.

Alcuni uomini delle forze di sicurezza sono stati presi in ostaggio dai manifestanti, secondo notizie diffuse sulla piazza. Da fonti internet si apprende che la polizia ha arrestato l'unica candidata donna alle presidenziali egiziane, Bothaina Kamel, mentre era con manifestanti diretti al ministero dell'Interno.

Una riunione del consiglio dei ministri è stata convocata d'urgenza per esaminare la situazione, mentre il ministro dello sviluppo locale, Mohamed Atteya, ha annunciato che la prima fase delle elezioni legislative, prevista a partire dal 28 novembre, non sarà rinviata. Intanto, il ministro della Cultura egiziano Emad Abou Ghazi, si è dimesso per protesta contro le violenze durante l'irruzione di polizia e militari in piazza Tahrir.
Anche in un comunicato letto alla tv di Stato dopo la riunione d'emergenza, il governo egiziano si è impegnato a far svolgere le elezioni legislative alla data fissata. L'esecutivo ha
affermato inoltre che le forze di sicurezza non hanno usato proiettili d'arma da fuoco nel confronto con i manifestanti a piazza Tahrir e si è complimentato con le forze di sicurezza per la "moderazione con hanno gestito gli avvenimenti". A testimonianza delle violenze, un video caricato su Youtube che sarebbe stato girato oggi 20 novembre in piazza Tahrir e che mostra un agente trascinare un cadavere tra la spazzatura.

Il Consiglio Supremo delle Forze Armate, che gestisce la presidenza della repubblica egiziana, in serata,  ha sollecitato in un comunicato un'indagine sugli scontri esprimendo rincrescimento per "la degenerazione della situazione e per gli incidenti". Il Consiglio militare ha anche incaricato il governo di raccogliere tutte le informazioni necessarie sulle cause dell'accaduto e di fare in modo da evitare il ripetersi di questi eventi attraverso un dialogo costruttivo con tutte le forze politiche e i giovani.

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