Libia, arrestato il figlio di Gheddafi
MondoSaif al-Islam è stato catturato mentre tentava di fuggire verso il nord del Paese. Rischia la pena di morte. La folla scende in piazza a festeggiare: manifestazioni a Misurata, caroselli a Tripoli
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Il figlio di Gheddafi, Saif al-Islam, è stato arrestato. Dopo gli annunci di presunte catture del secondogenito di Gheddafi, susseguitesi negli ultimi mesi, questa volta la notizia trova conferma nelle parole di al-Allaqui, responsabile della Giustizia del Consiglio nazionale di transizione libico, che fa sapere: "Saif al-Islam, ricercato dalla Corte penale internazionale (Cpi), è stato arrestato nel sud della Libia". Il figlio del raìs sarebbe in buone condizioni di salute, ma ferito a una mano, come testimoniano alcune immagini trasmesse dalla televisione libica.
La cattura - La cattura sarebbe avvenuta nella notte tra il 18 e il 19 novembre nei pressi di Obari. "Siamo sicuri che Saif si nascondeva da molto tempo nell'area di Obari - ha detto uno dei comandanti della brigata Wisam Dughaly. "Ora sono al sicuro e da lì non potranno fuggire". "Li terremo a Zintan - ha aggiunto - fino a quando non sarà formato il nuovo governo". Insieme a lui sono state prese anche le sue tre guardie del corpo.
La folla festeggia. Qualcuno tenta il linciaggio - Alla notizia della cattura, i libici hanno invaso strade e piazze del paese per festeggiare. Al Jazeera racconta di scene di euforia a Misurata e di caroselli di auto e manifestazioni con inni e bandiere per le strade di Tripoli. Saif intanto sarebbe stato trasportato con un aereo dall'area di Obari a Zintan. Una folla inferocita, secondo quanto riferito dall'emittente araba, avrebbe accolto l'arrivo del velivolo impedendo ai militari di trasportare i prigionieri. Qualcuno sarebbe anche entrato forzando la sicurezza sull'aereo prima di essere buttato fuori dai militari.
Rischia la pena di morte - Saif al-Islam Gheddafi sarà processato in Libia per crimini pesanti che prevedono la pena di morte. Lo ha detto al-Allaqui precisando: "Ha spinto altri ad uccidere, ha abusato di fondi pubblici, ha minacciato e reclutato mercenari". Su Saif anche la Corte internazionale di Giustizia ha emesso il 27 giugno scorso un ordine di cattura per crimini contro l'umanità. Allo scoppio della guerra civile in Libia Saif si era da subito schierato con il padre diventando insieme a Ibrahim Moussa, portavoce ufficiale del governo. La sua cattura era stata annunciata anche il 21 agosto ma smentita poi da lui stesso.
Cade l'ultimo baluardo del regime - Con l'arresto del figlio e 'delfino' di Muammar Gheddafi, cade l'ultimo baluardo dell'ex regime del colonnello. Nelle ultime settimane, il destino della 'Spada dell'Islam' - significato del nome Saif al-Islam - è stato avvolto nel mistero. Scappato da Sirte nelle stesse ore in cui il padre e il fratello Mutassim restavano uccisi, il braccio destro del raìs è stato dato a volte per morto, altre volte in fuga nei paesi limitrofi (si era parlato insistentemente del Niger) aiutato dai mercenari. Altre indiscrezioni riferivano invece di contatti con la Corte Penale internazionale che ha emesso per lui - così come per il padre ed il suo clan - un mandato di arresto internazionale per crimini contro l'umanità. Contatti portati avanti da intermediari, aveva confermato il procuratore generale della Cpi, Moreno Ocampo.
Saif, l'ingegnere che ha studiato all'estero - Ultimo del clan Gheddafi a restare vivo in patria Saif, con lo scoppio della rivolta, si è trasformato da 'colomba' in uno dei principali artefici della feroce repressione contro gli oppositori, sorprendendo un po' tutti. Questo potente ingegnere 39enne che ha studiato in Austria e Gran Bretagna era infatti noto come il più illuminato e riformista della famiglia del raìs. Sfrontato, colto, abile oratore, preferito dai libici ai suoi sette fratelli, Saif in passato si era imposto come il principale interlocutore dell'Occidente nei complessi rapporti internazionali della Grande Jamahirya ed era stato a lungo a capo di una potente ong umanitaria, la Fondazione Gheddafi.
Poi, nel 2008, il ritiro ufficiale dalla politica e l'accesa rivalità con Mutassim per la successione al Colonnello lo avevano un po' emarginato senza però intaccarne l'influenza politica. Con lo scoppio della rivolta Saif è tornato protagonista imponendosi come il volto della 'resistenza', ribadendo al mondo intero che né lui, né il padre avrebbero mai lasciato la Libia. All'inizio di settembre, uno dei suoi gridi di battaglia,ha interrotto i negoziati che il fratello Saadi stava intavolando con le forze del Cnt. Saadi, pochi giorni dopo, ha ripiegato in Niger. Saif, invece è rimasto in Libia fino alla fine. Fino a quando sulla parabola di Gheddafi non sono scesi i titoli di coda.
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La cattura - La cattura sarebbe avvenuta nella notte tra il 18 e il 19 novembre nei pressi di Obari. "Siamo sicuri che Saif si nascondeva da molto tempo nell'area di Obari - ha detto uno dei comandanti della brigata Wisam Dughaly. "Ora sono al sicuro e da lì non potranno fuggire". "Li terremo a Zintan - ha aggiunto - fino a quando non sarà formato il nuovo governo". Insieme a lui sono state prese anche le sue tre guardie del corpo.
La folla festeggia. Qualcuno tenta il linciaggio - Alla notizia della cattura, i libici hanno invaso strade e piazze del paese per festeggiare. Al Jazeera racconta di scene di euforia a Misurata e di caroselli di auto e manifestazioni con inni e bandiere per le strade di Tripoli. Saif intanto sarebbe stato trasportato con un aereo dall'area di Obari a Zintan. Una folla inferocita, secondo quanto riferito dall'emittente araba, avrebbe accolto l'arrivo del velivolo impedendo ai militari di trasportare i prigionieri. Qualcuno sarebbe anche entrato forzando la sicurezza sull'aereo prima di essere buttato fuori dai militari.
Rischia la pena di morte - Saif al-Islam Gheddafi sarà processato in Libia per crimini pesanti che prevedono la pena di morte. Lo ha detto al-Allaqui precisando: "Ha spinto altri ad uccidere, ha abusato di fondi pubblici, ha minacciato e reclutato mercenari". Su Saif anche la Corte internazionale di Giustizia ha emesso il 27 giugno scorso un ordine di cattura per crimini contro l'umanità. Allo scoppio della guerra civile in Libia Saif si era da subito schierato con il padre diventando insieme a Ibrahim Moussa, portavoce ufficiale del governo. La sua cattura era stata annunciata anche il 21 agosto ma smentita poi da lui stesso.
Cade l'ultimo baluardo del regime - Con l'arresto del figlio e 'delfino' di Muammar Gheddafi, cade l'ultimo baluardo dell'ex regime del colonnello. Nelle ultime settimane, il destino della 'Spada dell'Islam' - significato del nome Saif al-Islam - è stato avvolto nel mistero. Scappato da Sirte nelle stesse ore in cui il padre e il fratello Mutassim restavano uccisi, il braccio destro del raìs è stato dato a volte per morto, altre volte in fuga nei paesi limitrofi (si era parlato insistentemente del Niger) aiutato dai mercenari. Altre indiscrezioni riferivano invece di contatti con la Corte Penale internazionale che ha emesso per lui - così come per il padre ed il suo clan - un mandato di arresto internazionale per crimini contro l'umanità. Contatti portati avanti da intermediari, aveva confermato il procuratore generale della Cpi, Moreno Ocampo.
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Poi, nel 2008, il ritiro ufficiale dalla politica e l'accesa rivalità con Mutassim per la successione al Colonnello lo avevano un po' emarginato senza però intaccarne l'influenza politica. Con lo scoppio della rivolta Saif è tornato protagonista imponendosi come il volto della 'resistenza', ribadendo al mondo intero che né lui, né il padre avrebbero mai lasciato la Libia. All'inizio di settembre, uno dei suoi gridi di battaglia,ha interrotto i negoziati che il fratello Saadi stava intavolando con le forze del Cnt. Saadi, pochi giorni dopo, ha ripiegato in Niger. Saif, invece è rimasto in Libia fino alla fine. Fino a quando sulla parabola di Gheddafi non sono scesi i titoli di coda.