Siria, l'Unione Europea vara nuove sanzioni

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Una protesta in Egitto contro il regime siriano (Getty)
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Aumenta il pressing contro il regime di Bashar al-Assad. Il re Abdallah di Giordania si unisce al coro di quanti chiedono le dimissioni. Bruxelles decide il congelamento dei fondi offerti a Damasco. E l'Onu preme per una formula che protegga i civili

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L'Unione Europea stringe la morsa sulla Siria con l'estensione delle sanzioni contro il regime di Damasco. E mentre il re Abdallah di Giordania si è unito al coro di quanti chiedono un passo indietro di Bashar al-Assad (in serata l'ambasciata di Giordania a Damasco sarebbe stata assaltata), aumenta la pressione sulle Nazioni Unite perché si trovi una formula per proteggere la popolazione civile.

I ministri degli Esteri dei Ventisette, riuniti a Bruxelles, hanno aggiunto alla lista nera di 56 persone e 19 aziende o entità al bando nell'Ue altri 18 individui legati al regime. Deciso anche il congelamento dei fondi offerti a Damasco attraverso la Banca europea degli investimenti (Bei).

I ministri Ue hanno espresso apprezzamento per la decisione adottata sabato dalla Lega Araba di sospendere la Siria all'organismo e di sollecitare sanzioni economiche e politiche contro il regime. E adesso c'è chi torna a chiedere apertamente di studiare misure per proteggere i civili (i morti dall'inizio delle proteste sarebbero oltre 3500). "E' arrivato il momento di capire come possiamo meglio proteggere la popolazione", ha detto il ministro degli Esteri francese, Alain Juppè. In realtà, non c'è nulla che l'Europa possa fare "direttamente" per proteggere i civili e l'assenza di una risoluzione del Consiglio di Sicurezza dell'Onu, ha fatto notare il capo del Foreign Office, William Hague, rende la situazione "molto più complessa" di quanto non fosse in Libia. Un'ipotesi ventilata dal ministro degli Esteri svedese, potrebbe essere quella di inviare osservatori Onu.

Intanto la Siria si scaglia contro la decisione della Lega Araba di sospendere la sua partecipazione all'organismo bollandola come "illegale". Il ministro degli Esteri, Walid al-Moualem, ha però ripetuto l'invito ad osservatori della Lega perché visitino la Siria entro la settimana e verifichino l'applicazione del piano per far cessare le violenze. Dopo mesi di divisioni nel mondo arabo sulla rivolta in Siria, la decisione della Lega Araba è stata approvata sabato da 18 dei 22 membri dell'organismo con il voto contrario di Libano e Yemen e l'astensione dell'Iraq. La decisione, che è sicuramente un brutto colpo per il regime baathista che si è sempre presentato come il portabandiera del nazionalismo arabo, potrebbe esser stato un modo per "ammorbidire" la posizione di Russia e Cina in seno al Palazzo di Vetro. I ministri degli Esteri della Lega araba torneranno a riunirsi mercoledì a Rabat, in Marocco.

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