Terremoto in Turchia, si temono mille morti

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Si scava con le mani alla ricerca di supersiti alla scossa di magnitudo 7.2 che ha colpito la zona orientale del paese. L'epicentro a Van, al confine con l'Iran. Imprecisato il numero delle vittime: il bilancio potrebbe essere drammatico. FOTO E VIDEO

LE FOTO DEL SISMA

Un terremoto di magnitudo 7.2 ha colpito l'est della Turchia, nella zona del lago di Van, causando decine di morti e centinaia di feriti. Ma il bilancio finale sarà decisamente più drammatico: si temono oltre mille vittime ed alcuni esperti citano cifre ancora più devastanti.
Nella provincia montagnosa al confine con l'Iran, una zona sismica come tutta la Turchia già devastata in passato da disastrosi terremoti, sono crollati decine di edifici e si scava nel tentativo di salvare gente intrappolata sotto le macerie.
La scossa principale è avvenuta domenica 23 ottobre poco dopo le 13:30 locali con un epicentro localizzato a 17 chilometri di Van, città di quasi 380 mila abitanti. Il panico della gente è stato accresciuto da oltre 70 scosse di assestamento, di cui due di magnitudo 5.6 nell'arco di un'ora e una da 5,1 ancora in serata.
Il vicepremier turco Besir Atalay ha riferito che il sisma ha abbattuto circa dieci edifici a Van e tra i 25 e i 30 nella vicina di Ercis, dove però giornalisti hanno contato un'ottantina di palazzi e case distrutte. Da Istanbul, l'Istituto sismologico "Kandilli" ha stimato in mille gli edifici danneggiati.

Guarda le immagini della Cnn turca.



I crolli hanno fatto ipotizzare all'agenzia sismologica nazionale "tra 500 e mille" il numero dei morti: nell'ospedale di Ercis, così danneggiato che si curano i feriti in giardino, vengono segnalati più di cento cadaveri. Le autorità locali parlano di "molti morti e feriti". Questi, sempre nel solo ospedale di Ercis, secondo alcuni fonti sono 405. Il bilancio delle vittime, almeno secondo calcoli teorici dell'Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia italiano (Ingv), potrebbe però arrivare addirittura anche a diecimila morti. I sismologi turchi ricordano spesso la qualità inadeguata di molti edifici del paese e soprattutto della sua parte più depressa, quella orientale dove si trova Van.
Offerte di aiuto sono subito giunte fra l'altro da Nato, Cina, Giappone, Usa (il presidente Obama ha detto di seguire l'evento "con grande preoccupazione") e anche da Israele nonostante la crisi diplomatico-militare che la contrappone ad Ankara. Il presidente turco Abdullah Gul ha però declinato l'offerta del collega israeliano Shimon Peres (e si dice anche tutte le altre), mentre il ministero degli esteri ha precisato di non avere fatto ancora nessuna richiesta di assistenza internazionale.

Guarda uno dei video diffusi dall'emittente televisiva Ntv:



La Turchia, attraversata da pericolosissime faglie, era già stata colpita nel 1999 due terremoti uccisero più di 20 mila persone nel nord-ovest e la provincia di Van aveva patito per un terremoto che nel novembre 1976 causo più di 5.000 vittime.
Le tv turche continuano a trasmettere immagini di edifici ridotti a cumuli di macerie, auto danneggiate e scene di panico tra la gente che si è riversata in strada. Spiccano soprattutto semplici cittadini che si affannano sulle macerie di edifici crollati, tra cui uno di otto piani. Si scava soprattutto con le mani per cercare di tirare fuori le persone intrappolate.
A 1.750 metri di quota, la temperatura è già vicina allo zero e a migliaia si apprestano a trascorrere la notte all'addiaccio. L'unica famiglia italiana segnalata come residente a Van ha l'appartamento inagibile e ha trovato alloggio in un albergo della zona: i tre (padre, madre e figlia di origine toscane, ma non si conosce l'identità esatta) fuggendo in auto hanno visto palazzi crollare e hanno potuto dire che "siamo stati miracolati".
Si esclude che possano essere coinvolti altri italiani dato che il lago di Van, noto per i suoi unici gatti nuotatori, è meta di un turismo solo di nicchia. Nella confinante provincia di Hakkari, poco più a sud, è poi in corso da quattro giorni l'operazione di terra delle Forze armate turche contro i terroristi curdi del Pkk.

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