Vittime e feriti nel sud del Paese in una serie di scontri tra terroristi e forze di sicurezza. Ankara risponde con raid aerei nel nord dell'Iraq contro le basi dei ribelli curdi
Caccia turchi sono entrati nello spazio aereo dell'Iraq settentrionale e hanno bombardato postazioni dei guerriglieri separatisti curdi tra le montagne di Qandil, la loro principale roccaforte oltre confine.
Si è trattato di una rappresaglia per il duplice attacco, il peggiore da diversi anni, con cui poche ore prima miliziani del Pkk, il Partito dei Lavoratori del Kurdistan, avevano ucciso oltre 20 soldati turchi nella provincia di Hakkari, nel
sud-est dell'Anatolia. Prima ancora dei raid aerei, un battaglione di almeno seicento unità delle forze speciali era penetrato per 3-4 chilometri in territorio iracheno, ingaggiando scontri a fuoco con i ribelli.
Dodzar Hammo, un portavoce del Pkk citato dall'agenzia di stampa curda 'Firat', ha negato però che gli avversari siano riuscito a sconfinare, sostenendo che i compagni li avrebbero bloccati al valico di frontiera di Jeli, nella stessa provincia. Hammo ha inoltre affermato che i militari uccisi in Turchia ammonterebbero come minimo a cinquanta. Frattanto da Ankara il presidente Abdullah Gul ha avvertito che sarùà "grande" e "molteplice" la "vendetta" della Turchia nei confronti di "chi le ha dichiarato guerra".
Dal canto suo il premier turco Recep Tayyip Erdogan ha immediatamente cancellato una visita ufficiale in Kazakhstan mentre il ministro degli Esteri, Ahmet Davutoglu, ha fatto altrettanto annullando una missione in Serbia.
Si è trattato di una rappresaglia per il duplice attacco, il peggiore da diversi anni, con cui poche ore prima miliziani del Pkk, il Partito dei Lavoratori del Kurdistan, avevano ucciso oltre 20 soldati turchi nella provincia di Hakkari, nel
sud-est dell'Anatolia. Prima ancora dei raid aerei, un battaglione di almeno seicento unità delle forze speciali era penetrato per 3-4 chilometri in territorio iracheno, ingaggiando scontri a fuoco con i ribelli.
Dodzar Hammo, un portavoce del Pkk citato dall'agenzia di stampa curda 'Firat', ha negato però che gli avversari siano riuscito a sconfinare, sostenendo che i compagni li avrebbero bloccati al valico di frontiera di Jeli, nella stessa provincia. Hammo ha inoltre affermato che i militari uccisi in Turchia ammonterebbero come minimo a cinquanta. Frattanto da Ankara il presidente Abdullah Gul ha avvertito che sarùà "grande" e "molteplice" la "vendetta" della Turchia nei confronti di "chi le ha dichiarato guerra".
Dal canto suo il premier turco Recep Tayyip Erdogan ha immediatamente cancellato una visita ufficiale in Kazakhstan mentre il ministro degli Esteri, Ahmet Davutoglu, ha fatto altrettanto annullando una missione in Serbia.