Hessel, l’uomo che ha spinto gli Indignados in piazza

Mondo
la tag cloud di "Indignez-Vous!", il libro di Stéphane Hessel
2000

Per qualcuno è un cattivo maestro, per altri un grande ispiratore. L'ex partigiano francese di origine tedesca è l’autore di "Indignez-Vous!". Grazie al meccanismo delle tag cloud, vi mostriamo le parole più usate nel testo di riferimento delle proteste

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"Indignatevi!", le tag cloud del pamphlet di Stéphane Hessel

(in fondo all'articolo tutti i video sugli scontri di Roma)

di Isabella Fantigrossi

È diventato ormai un caso editoriale e politico. Uno dei punti di riferimento ideologico che ha infiammato gli animi di milioni di persone che in tutto il mondo sono scese in piazza a manifestare pacificamente, anche in Italia, nonostante gli scontri e le violenze di Roma. "Indignez-Vous!" – pubblicato in Italia da Add editore - è l'appello di un vecchio signore di 94 anni, Stéphane Hessel, resistente e diplomatico francese di origine ebraica tedesca, per qualcuno un "cattivo maestro", per altri un grande ispiratore. Secondo alcuni, il libro di Hessel, uno dei redattori della Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo, sopravvissuto al campo di concentramento nazista di Buchenwald, ha cercato di convincere i giovani a indignarsi con argomenti non troppo originali (leggi una parte della rassegna stampa). Ma il pamphlet, un breve testo di una trentina di pagine uscito in Francia a ottobre 2010 (a cui ne è seguito un altro, pochi mesi dopo, dal titolo Impegnatevi!) è riuscito comunque, con il suo accorato appello all’impegno civile, a toccare l’emotività dei francesi di tutte le età, dagli adolescenti ai pensionati. E poi a contagiare i delusi di tutto il mondo, a partire dalle giovani generazioni spagnole che a maggio 2011, con il nome Indignados, si sono richiamate direttamente a lui.

Come si vede nelle tag cloud – le rappresentazioni visive dei termini maggiormente utilizzati in un testo - la parola Resistenza è quella che più compare in "Indignez-Vous!". Insieme a oggi, speranza, mondo, stato sociale, non violenza - Hessel stesso ha detto, a proposito della guerriglia di Roma: "Le 30 pagine del mio libro sono una continua esortazione a ribellarsi alle ingiustizie, ma attraverso i metodi della non violenza" - Sartre e libertà, è uno dei 50 nomi più pronunciati dallo scrittore. ''Il motivo di base della Resistenza era l'indignazione", scrive Hessel, intellettuale progressista da sempre impegnato in difesa degli svantaggiati, contro le ingiustizie del mondo contemporaneo, gli squilibri tra Nord e Sud del mondo e la tirannia dei mercati finanziari. Per questo, "noi veterani dei movimenti di resistenza, noi chiamiamo le nuove generazioni a far vivere e trasmettere l'eredità della Resistenza e dei suoi ideali''. ''A noi compete di vegliare tutti insieme affinché la nostra società resti una società di cui possiamo essere fieri. Non questa società di "sans-papiers", di espulsioni, di sospetti verso gli immigrati, non questa società dove si rimettono in causa le pensioni, i diritti acquisiti...non questa società dove i media sono nelle mani dei ricchi''. Non questa società - dice ancora il vecchio partigiano, allievo dei due filosofi francesi Sartre e Merleau-Ponty - dove ''le banche, ormai privatizzate, si mostrano preoccupate più dei loro dividendi e degli altissimi emolumenti dei propri dirigenti che dell'interesse generale''. ''Auguro a tutti voi di trovare il vostro motivo per indignarvi. È prezioso. Quando qualcosa è fonte di indignazione, come è successo a me con il nazismo, allora si diventa militanti, forti e impegnati'', scrive ancora Stephane Hessel. E l'appello è soprattutto ai giovani: ''Prenez le relais, indignez-vous!'' ("Prendete il testimone e indignatevi!")

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