Libia, i ribelli sfondano a Sirte. Battaglia a Bani Walid

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Si combatte per la conquista delle ultime roccaforti in mano alle forze di Gheddafi. Intanto, dopo la visita di Sarkozy e Cameron, arriva nel Paese nordafricano il primo ministro turco Erdogan. E l'Onu riconosce il Cnt come rappresentante. LO SPECIALE

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Sembrava dovesse essere una passeggiata, a sentire i comandanti militari del Cnt, invece conquistare gli ultimi feudi di Gheddafi potrebbe essere un affare più complicato del previsto.

Da giovedì 15 si combatte a Sirte, dove gli insorti sono riusciti a sfondare e a prendere il controllo dell'aeroporto e di diversi quartieri, e oggi anche Bani Walid è stata attaccata. Anche se nella serata di venerdì 16 i ribelli sono stati costretti alla ritirata dai razzi dei lealisti. Sullo sfondo, nel cuore del deserto meridionale, aspettano poi Sebha e Jufra, dove secondo il Cnt Gheddafi starebbe organizzando la sua controffensiva.

La bandiera della nuova Libia che sventola nel cielo di Sirte sugli edifici governativi è il fotogramma che riassume la seconda giornata di battaglia nella città natale di Gheddafi. Giovedì 15 i pick-up del Cnt arrivati da Misurata erano entrati per la prima volta nel centro urbano, assediato da settimane. Venerdì 16 sono stati raggiunti da altri rinforzi, centinaia di combattenti a bordo di camion, carri armati e fuoristrada armati di mitragliatrici, e hanno intensificato gli attacchi, scontrandosi però con la resistenza dei lealisti.

I giornalisti non si spingono fin dentro la città, dove si combatte nelle strade, e le notizie arrivano attraverso gli annunci trionfali dei combattenti. "Controlliamo già la metà di Sirte", dice uno di loro a metà giornata. Altri riferiscono che l'aeroporto, a una ventina di chilometri a sud del centro abitato, e diversi quartieri sono sotto il loro controllo, mentre le forze lealiste indietreggiano di fronte all'offensiva.

Un copione leggermente diverso è invece quello che va in scena a Bani Walid, altra roccaforte ancora in mano ai pro-Gheddafi a circa 150 chilometri a sud di Tripoli. Dopo le lunghe esitazioni e i negoziati infruttuosi delle scorse settimane per cercare di entrare pacificamente, stamattina anche la base della tribù Warfalla è stata attaccata. Si è combattuto per tutta la giornata e anche da qui, nel corso delle ore, si sono diffuse voci che almeno tre quartieri fossero sotto controllo. Poi, al tramonto, la svolta, con le forze del Cnt costrette alla fuga dai razzi lanciati dai lealisti. Una ritirata tattica, assicurano: "Dobbiamo riorganizzare le truppe e rifornirci di munizioni. Aspettiamo ordini per tornare di nuovo li", spiega uno degli insorti.

Intanto, mentre le armi sono tornate a farsi sentire dopo settimane di silenzio, continua la corsa a riconoscere il governo della nuova Libia e ad accreditarsi con i nuovi leader del Paese. Dopo il bagno di folla di ieri di Sarkozy e Cameron, oggi è stato il turno del premier turco Recep Tayyip Erdogan. "Sono felice di essere stato testimone della vittoria e dell'avvento della democrazia in Libia", ha detto di fronte a una marea di persone riunite in piazza a Tripoli.

A New York, invece, l'Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha riconosciuto il Cnt come legittimo rappresentante del Paese, aprendo la strada all'intervento del premier Mahmud Jibril, la prossima settimana, alla sessione plenaria al Palazzo di Vetro. Martedì, a margine dell'assemblea, il presidente degli Stati Uniti Barack Obama incontrera' il presidente del Cnt, Mustafa Abdel Jalil.

All'appuntamento dell'Onu, con ogni probabilità, ci si arriverà con il nuovo governo di transizione, che sarà annunciato domenica, secondo quanto riferiscono esponenti del Cnt. I componenti di questo governo, secondo le prime indiscrezioni, saranno 30, rappresenteranno tutte le famiglie politiche e di tutte le regioni e includeranno anche donne.

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