Afghanistan, è guerra anche su Twitter

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Il tweet pubblicato dall'ufficio stampa dell'Isaf che ha scatenato lo scontro online: “Quanto a lungo i terroristi metteranno in pericolo la vita degli Afgani innocenti?”.
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Durante l’attacco contro l’ambasciata Usa e la sede della Nato a Kabul, il conflitto si è spostato anche sul sito di microblogging, con un duro battibecco tra il portavoce dei talebani e quello dell’Isaf. Ecco tutti i tweet

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di Nicola Bruno

Proprio mentre si avviava alla chiusura il duro attacco durato più di venti ore contro l’ambasciata statunitense e la sede della Nato a Kabul, il conflitto tra i talebani e l’Isaf (la Forza Internazionale di Assistenza per la Sicurezza guidata dalla Nato) si è spostato anche su Twitter.

Con una serie di botta-e-risposta a mezzo tweet, le due forze in campo hanno continuato a sfidarsi sulle conseguenze dell’attacco, soprattutto per le vittime civili coinvolte.

Come ha poi ricostruito il sito web del Guardian, tutto è partito da un tweet con cui l’ufficio stampa dell’Isaf si chiedeva: “Quanto a lungo i terroristi metteranno in pericolo la vita degli Afgani innocenti?”, seguito poi da un altro messaggio in cui si davano numeri più precisi: “L’attacco dei ribelli ha ucciso 11 cittadini afgani, tra cui tre bambini”.

Quanto è bastato perché dall’account ufficiale di Abdulqahar Balkhi (che è considerato il portavoce ufficiale dei talebani in Afghanistan e si presenta come membro dell’Islamic Emirate of Afghanistan, il nome che i talebani danno al proprio paese), arrivasse una replica secca all’Isaf: “Da oltre dieci anni voi avete messo in pericolo la vita dei civili. Radendo al suolo interi villaggi e mercati. E ancora avete il coraggio di parlare di ‘mettere in pericolo’?”.

Dopo meno di dieci minuti è subito arrivata la contro-replica dell’Isaf: “Davvero? L’UNAMA (United Nations Assistance Mission in Afghanistan, NdR) ha rilevato che l’80% delle morti civili sono state causate dai vostri attacchi”, con tanto di link ad un report ufficiale.

Le percentuali esibite dall’Isaf non hanno stupito più di tanto il portavoce dei Talebani che si è limitato a rispondere in maniera sarcastica: “A chi appartiene l’Unama? A noi o a voi?”.

Il confronto diretto si è concluso qui, anche se poi entrambi gli account hanno continuato a pubblicare messaggi in cui, da una parte, l’Isaf rassicurava che l’attacco dei talebani era fallito, mentre quest’ultimi replicavano con il proprio bollettino di guerra e ridicolizzando un articolo della CNN in cui il Pentagono sosteneva di aver subito “attacchi meno efficaci” da parte dei talebani nel 2011.

L’ultima frecciata è poi arrivata a mezzo video. L’Isaf ha pubblicato un filmato su YouTube in cui si vede un proprio comandante camminare su uno dei palazzi presi di mira e stringere le mani ai propri soldati (a dimostrazione che stavano tutti bene). Nel segnalarlo, l’account Twitter dell’Isaf ha inviato un tweet ad un altro account ufficiale dell’Islamic Emirat of Afghanistan dicendo: “Il vostro capo fa queste cose?”



Insomma una vera e propria guerra di parole e immagini che, come sottolinea The Guardian, da una parte rappresenta una novità nelle relazioni tra le forze in campo (che di solito non si rivolgono mai la parola), mentre dall’altra offre anche “poche speranze sul fatto che la pace possa arrivare nell’immediato futuro”.

Il botta-e-risposta ricostruito su Storify da The Guardian

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