Marcoule, l’esperto: “L’Italia non sottovaluti l’accaduto”

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L’ingegnere nucleare Ezio Puppin invita a non fidarsi delle rassicurazioni che arrivano dalle autorità francesi, che escludono fughe radioattive dall’impianto dove si è verificato l’incidente. “Bisogna controllare cosa porteranno i venti dalla Francia”

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"Le autorità francesi riferiscono che al momento non ci sono fughe radioattive, ma considerata la storica reticenza con cui i francesi rilasciano informazioni riguardanti il nucleare, conviene non sottovalutare l'accaduto". Lo ha detto all'agenzia di stampa Agi l'ingegnere nucleare Ezio Puppin, presidente Consorzio Interuniversitario Scienze Fisiche della materia, che invita l'Italia a "controllare cosa porteranno i venti dalla Francia verso il nostro Paese". L'incidente avvenuto nell'impianto di Marcoule, a detta dell'esperto, non può essere paragonato al disastro di Fukushima. "Per fortuna sono due cose completamente diverse", ha detto. "L'esplosione sembra non sia avvenuta in un reattore - ha spiegato - ma in un forno in cui viene trattato termicamente materiale radioattivo. Questo significa che in un'eventuale fuga di radiazioni la fonte di emissione è molto limitata rispetto a quanto può essere in una fuga radioattiva da un reattore".

"L'impianto nucleare in cui si è verificata l'esplosione - ha riferito Puppin - risale agli anni '50 e i reattori sono stati costruiti per scopi militari. E' un insediamento molto grosso, ma i suoi reattori non sono di grande potenza. Negli ultimi anni l'impianto viene utilizzato per lo più per produrre e processarre combustibile nucleare". Anche se l'esplosione non riguarda un reattore, in caso di fuga radioattiva c'è poco da stare tranquilli. "Il combustibile che generalmente viene prodotto in questo impianto - ha detto Puppin – è il Mox, che contiene uranio e plutonio derivato da armi atomiche. Il plutonio è un materiale molto radioattivo ed estremamente tossico".

L'esperto però invita a non lasciarsi prendere dal panico. "Abbiamo ancora pochissime informazioni sull'accaduto, bisogna aspettare di avere ulteriori aggiornamenti". Di certo la notizia di questo incidente rappresenta un duro colpo per la Francia. "E' sicuramente – ha detto Puppin - uno dei paesi più nuclearizzati del mondo. Circa il 60 per cento della produzione di elettricità deriva dal nucleare. L'atomo francese è stato supportato con una politica di silenzio e occultamento dei problemi. Dopo Fukushima molti Paesi hanno ripensato alle loro scelte energetiche e con quest'ultimo incidente anche la Francia probabilmente dovrà riflettere sui rischi dell'atomo".

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