Libia, sparatoria davanti all’hotel dei giornalisti: VIDEO

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Ancora scontri a Tripoli (Credit: Getty)

Continua la battaglia per le strade di Tripoli: scontri al "Corinthia" (GUARDA IL FILMATO DELL’INVIATO DI SKYTG24 ), dove si trovano anche i quattro reporter italiani liberati. I ribelli: "Gheddafi circondato". Ma lui si fa vivo con un nuovo messaggio

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Continua la caccia a Gheddafi. Nello stesso giorno in cui i 4 giornalisti italiani rapiti mercoledì a Tripoli sono stati rilasciati ( GUARDA LE FOTO ), i ribelli sostengono di aver circondato alcuni edifici, nella capitale, all'interno dei quali presumono sia nascosto il leader libico Muammar Gheddafi con i suoi figli.
Attimi di paura invece davanti all'Hotel Corinthia, dove c'è stata una violenta sparatoria. Nel video che potete osservare qui in alto ci sono le immagini raccolte dall'inviato di SkyTG24 Gianluca Ales e dall'operatore Vincenzo Taranto, testimoni oculari dell'assalto.

La caccia al raìs - La struttura individuata dai ribelli si trova non lontano dal compound di Gheddafi. "Loro sono assieme, in una piccola buca", ha detto uno degli insorti coinvolti negli scontri.
Il quartiere in cui si troverebbe il Colonnello sarebbe dunque quello di Abu Salim: uno dei due, insieme al vicino al-Hadhba al-Khadra, nei quali ne è stata segnalata la presenza in questi giorni, seppure finora senza risultati.
"Oggi finiamo. Oggi tutto questo finirà”, ha detto uno dei ribelli del gruppo. Nella stessa zona, gli insorti hanno combattuto contro i lealisti di Gheddafi in una serie di scontri a fuoco, avvenuti all'interno degli edifici.

Nuovo messaggio audio del raìs
- Ma quasi a voler beffare gli insorti Gheddafi si è fatto nuovamente vivo con un nuovo messaggio audio ( ascoltalo qui sotto ). "La Libia sia dei libici, non della Francia, non dell'Italia, non dei colonialisti" ha detto il rais nel proclama audio trasmesso dalla tv al Orouba. "Non permettete che i ratti lascino Tripoli ai colonialisti", ha aggiunto il colonnello che ha poi lanciato un appello a "uomini, donne e tribù a difendere Tripoli dagli stranieri"

Paura davanti all’hotel dei giornalisti - Intensi scambi di colpi di arma da fuoco davanti all' Hotel Corinthia a Tripoli (guarda il video in alto) . Nello stesso albergo sono giunti i quattro giornalisti italiani liberati giovedì mattina dopo essere stati sequestrati mercoledì nella capitale.
"Gli scambi di tiri sono durati una quarantina di minuti e si sono interrotti intorno alle 14.30", ha riferito un giornalista dell'Afp sul posto. L'hotel è a circa 1.5 km dalla piazza Verde nel centro di Tripoli.

Il Cnt: "20 mila morti dall’inizio del conflitto" - In poco più di sei mesi il conflitto in Libia è già costato la vita a oltre ventimila persone: lo ha affermato Mustafa Abdel Jalil, presidente del Consiglio Nazionale Transitorio che amministra le zone liberate, pur ammettendo di "non disporre della cifra precisa delle vittime". Interrogato sulla possibile esistenza di armi chimiche, Abdel Jalil ha assicurato che non vi è nulla da temere. "Come ex componente del regime di Gheddafi", ha ricordato, "so perfettamente che quelle armi non sono più utilizzabili". Prima di passare dalla parte degli insorti, lo scorso febbraio, il capo del Cnt era ministro della Giustizia.

Berlusconi incontra Jibril - Il governo italiano e il governo transitorio libico hanno deciso di dare "vita ad un comitato di accordo fra i due governi". Lo ha annunciato il premier italiano Silvio Berlusconi al termine dell'incontro con il primo ministro del Cnt libico Mahmud Jibril.
Berlusconi ha anche detto che il governo italiano scongelerà una prima tranche di 350 milioni di euro di fondi libici verso la "Nuova Libia". Inoltre lunedì l' Eni firmerà a Bengasi un accordo "per la fornitura di ingenti quantitativi di gas e benzina per le necessità della popolazione”.

L'Onu sblocca i beni libici - Per la ricostruzione del paese, inoltre, arriva dall'Onu la notizia che è stato trovato un accordo per lo sblocco dei beni congelati. Si tratta di 1,5 miliardi di dollari che ora verrano destinati ad aiuti umanitari.

Il nuovo messaggio di Gheddafi:


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