Cameron: "Bloccare i social network in caso di scontri"

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Il premier britannico interviene in Parlamento e annuncia che si sta valutando l'ipotesi di intervenire sulla messaggistica istantanea. Confermata la linea dura: "Se necessario faremo intervenire l'esercito"

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Dopo notti d'inferno, Londra ha finalmente ritrovato la calma e David Cameron, il premier britannico accusato da più parti di avere minimizzato le tensioni, non ha dubbi: la linea dura sta funzionando ed è questa la via da seguire per far calare le tensioni e riportare di nuovo l'Inghilterra alla normalità. Una strategia ribadita anche nel suo intervento di fronte al parlamento convocato d'urgenza, dove ha avanzato l'ipotesi di intervenire anche sui social network, veicolo di informazione per i teppisti.
Se a Londra, dove sono stati schierati circa 16 mila poliziotti, le cose sembrano andare meglio, più a nord le tensioni permangono, e in una città come Birmingham, dove tre persone sono state uccise mentre difendevano i negozi del loro quartiere. Scotland Yard, intanto ha deciso il rinvio della partita Tottenham - Everton, dopo aver già deciso l'annullamento dell'amichevole con i Paesi Bassi. Venerdì invece si deciderà sul preliminare di Champion's League tra l'Udinese e l'Arsenal.

Bloccare i social network - "Tutti coloro che hanno assistito a queste orribili azioni sono rimasti colpiti dal fatto che sono state organizzate attraverso i social network", ha detto Cameron nel suo discorso al Parlamento (leggi qui il ruolo del Blackberry nella rivolta londinese). "La libera circolazione delle informazioni può essere usate per nobili azioni. Ma anche per azioni malvagie. Stiamo lavorando con la polizia, i servizi d'intelligence e l'industria per capire se può essere giusto impedire alle persone di comunicare attraverso questi siti e servizi quando sappiamo che stanno preparando violenze disordini e atti criminali". Un'ipotesi confermata anche da una fonte governativa che ha spiegato come la Gran Bretagna sta valutando strumenti per bloccare il funzionamento dei sistemi di messaggistica e dei social network come di Blackberry e Twitter durante le sommosse.

Se necessario intervento dell'esercito - Nel suo intervento di fronte alla Camera dei Comuni, inoltre, Cameron ha ribadito la linea dura adottata dalle forze dell'ordine. Nell'area metropolitana, ha spiegato il premier britannico, rimarranno schierati sedicimila poliziotti in totale, cioè l'intero contingente di rinforzo dispiegato da martedì sera nella capitale britannica per fare fronte ai disordini. Cameron ha quindi spiegato che se necessario, l'esercito potrebbe essere chiamato ad appoggiare la polizia in caso di nuovi forti scontri. Il premier ha quindi spiegato che le forze dell'ordine hanno effettuato 1200 arresti nei giorni scorsi e che d'ora in poi non sarà più tollerato girare a volto coperto. La polizia avrà il potere di chiedere ai ragazzi di scoprirsi il volto "in ogni circostanza".

La linea dura funziona - Già ieri, mercoledì 11 agosto, incontrando brevemente la stampa, il primo ministro britannico ha insistito sulla linea dura. E cioè, potranno essere usati gli idranti se necessario contro i rivoltosi, come in Irlanda del Nord; la presenza delle forze di polizia rimarrà massiccia finché sarà necessario e i tribunali non chiuderanno le porte per essere in grado di processare per direttissima chi ha commesso un crimine. Complessivamente gli arresti sono stati circa 1.500, oltre la metà dei quali a Londra.
Mentre i conservatori plaudono alla nuova linea dura di Cameron, il dibattito ai Comuni che si apre giovedì 11 agosto si annuncia difficile per il premier, nonostante la strategia del leader dell'opposizione, Ed Miliband, non appaia al momento chiarissima, e questo nonostante nel paese continui a regnare lo scontento per la risposta lenta e macchinosa delle autorità.

Tre morti a Birmingham - A Birmingham, il padre della più giovane delle tre vittime, Tariq Jahan, è apparso diverse volte in televisione, l'ultima delle quali in diretta, lanciando un accorato appello alla calma. "Ci conosciamo tutti nel quartiere, bianchi, neri, e  musulmani, non ha nessuna importanza perché conviviamo in pace da anni", ha detto con grande dignità il padre di Haroon, 21 anni, prima di aggiungere, rivolgendosi a decine di giovani in un clima di palese tensione, "rispettate mio figlio ed il mio dolore, per piacere tornate a casa". Tariq aveva provato a salvare il figlio - che lavorava con lui nell'officina di famiglia - praticandogli un massaggio cardiaco in attesa dell'ambulanza. Ma non c'è stato nulla da fare. "Era un ragazzo intelligente e di talento", ha detto il padre, "era all'inizio della sua vita, troppo giovane per morire".
Le altre due vittime sono Abdul Nasir, 31 anni e suo cugino Shazad Ali, 30 anni, da poco sposato e la cui moglie Khansa è incinta di quattro mesi. Ad aver fatto infuriare la comunità locale è il fatto che le tre vittime fossero lì per proteggere i loro negozi e che siano stati presi di mira deliberatamente, in un attacco che potrebbe anche essere stato di stampo razzista.

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