Der Spiegel: "L'Italia è diventata il Malpaese"
MondoIl settimanale tedesco dedica la sua copertina alla situazione italiana ricostruendo i diciasette anni di berlusconismo: "Lui non fa politica, ma democrazia dell'intrattenimento". Dure critiche anche all'opposizione
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A quasi 35 anni di distanza dalla famosa copertina con la P38 sul piatto di Spaghetti, il settimanale tedesco Der Spiegel torna a dedicare la sua prima pagina all'Italia. E lo fa con un durissimo resoconto della situazione del nostro paese dal titolo "Ciao bella! Il declino del più bel paese del mondo" firmato dall'attuale corrispondente da Roma Fiona Ehlers e dai suoi due predecessori Alexander Smoltczyk e Hans-Jürgen Schlamp. E in copertina, al posto della pistola, questa volta appare un Berlusconi in versione gondoliere, circondato da due sirene seminude, che porta la penisola lontana dall'Europa
L'inchiesta, lunga una decina di pagine e per ora leggibile solo sull'edizione cartacea, ricostruisce per i lettori tedeschi gli ultimi diciassette anni di berlusconismo, concentrandosi soprattutto sulle più recenti vicissitudini giudiziarie del presidente del Consiglio e sulla sempre più drammatica situazione economica del Paese. "Non solo il tribunale di Milano, ma tutto il paese si deve nuovamente occupare delle buffonerie del suo anziano premier - scrive Der Spiegel - E questo in un momento in cui è in gioco la sopravvivenza dell'economia nazionale italiana". Per i cronisti germanici "il mondo ha perso la fiducia nell'Italia" e quello che si sta giocando sui mercanti internazionali altro non è che il definitivo processo nel quale Silvio Berlusconi è imputato.
Ma il settimanale tedesco non risparmia neanche l'altra parte del parlamento, scrivendo, alla fine dell'articolo, che "la povertà di idee dell'opposizione è uno degli assi nella manica di Berlusconi". Nonostante la vittoria ai referendum e alle elezioni comunali "la sinistra è ancora incapace di liberare il paese dal suo capo di governo e di governare".
La corrispondenza ricorda come l'Italia era un tempo un paese "forse non sempre perfetto, ma stimato da tutti" e che ora rischia seriamente "di uscire dalla prima fila di quelli che contano". "In Europa il Paese decade sempre di più dal punto di vista commerciale, culturale e politico - scrive il settimanale tedesco - Fatica a trovare un suo posto nell'economia globalizzata." E in uno schema mostra la crescita del Pil italiano negli ultimi quattro decenni: dal 1970 al 79 il prodotto interno lordo crebbe del 40,4%, negli anni ottanta del 24,3%, nei novanta del 12,9%. E dal 2000 al 2009 solo del 1,9%.
Secondo i corrispondenti dello Spiegel "dell'Italia degli anni settanta e ottanta, verso la quale l'Europa guardava con speranza, simpatia e a volte invidia, ormai non resta quasi più nulla. In televisione le donne sono ridotte allo sculettamento, molti degli orgogliosi comuni del Nord sono ora roccaforti xenofobe del partito di destra della Lega Nord". Il Belpaese, scrivono, è diventato per buona parte "un Malpaese". La colpa non è solamente di Silvio Berlusconi, scrivono i tre giornalisti, ma il premier "ha sostenuto questo cambiamento che esisteva già in nuce". Il Cavaliere "lascerà a chi verrà dopo un paese allo stremo".
Der Spiegel continua ricordando il famoso contratto con gli italiani e spiega che "la politica economica di Berlusconi è un mix di interventi e Laissez-faire. Tutto è possibile, a patto che trovi un riscontro immediato nel prossimo sondaggio. Questa non è politica, è democrazia dell'intrattenimento".
Secondo Der Spiegel "esistono pochi paesi nei quali il capo del Governo ha un tale disprezzo per gli organi costituzionali, dalla corte suprema fino al Presidente della Repubblica, e nei quali questo disprezzo viene fatto passare attraverso le televisioni di sua proprietà". "In quasi nessun altro paese sviluppato la politica è stata così depoliticizzata, mentre tutto il resto, dai media all'economia, all'educazione fino alla cultura è stato politicizzato. Tutto viene misurato secondo un metro partitico, mentre la politica nazionale si è ridotta al livello di una soap opera."
"ll berlusconismo è stato un dolce veleno - conclude Der Spiegel - prima piacevole, poi sempre più pesante. Ci vorranno anni prima che questo meraviglioso paese se ne possa liberare."
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L'inchiesta, lunga una decina di pagine e per ora leggibile solo sull'edizione cartacea, ricostruisce per i lettori tedeschi gli ultimi diciassette anni di berlusconismo, concentrandosi soprattutto sulle più recenti vicissitudini giudiziarie del presidente del Consiglio e sulla sempre più drammatica situazione economica del Paese. "Non solo il tribunale di Milano, ma tutto il paese si deve nuovamente occupare delle buffonerie del suo anziano premier - scrive Der Spiegel - E questo in un momento in cui è in gioco la sopravvivenza dell'economia nazionale italiana". Per i cronisti germanici "il mondo ha perso la fiducia nell'Italia" e quello che si sta giocando sui mercanti internazionali altro non è che il definitivo processo nel quale Silvio Berlusconi è imputato.
Ma il settimanale tedesco non risparmia neanche l'altra parte del parlamento, scrivendo, alla fine dell'articolo, che "la povertà di idee dell'opposizione è uno degli assi nella manica di Berlusconi". Nonostante la vittoria ai referendum e alle elezioni comunali "la sinistra è ancora incapace di liberare il paese dal suo capo di governo e di governare".
La corrispondenza ricorda come l'Italia era un tempo un paese "forse non sempre perfetto, ma stimato da tutti" e che ora rischia seriamente "di uscire dalla prima fila di quelli che contano". "In Europa il Paese decade sempre di più dal punto di vista commerciale, culturale e politico - scrive il settimanale tedesco - Fatica a trovare un suo posto nell'economia globalizzata." E in uno schema mostra la crescita del Pil italiano negli ultimi quattro decenni: dal 1970 al 79 il prodotto interno lordo crebbe del 40,4%, negli anni ottanta del 24,3%, nei novanta del 12,9%. E dal 2000 al 2009 solo del 1,9%.
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Der Spiegel continua ricordando il famoso contratto con gli italiani e spiega che "la politica economica di Berlusconi è un mix di interventi e Laissez-faire. Tutto è possibile, a patto che trovi un riscontro immediato nel prossimo sondaggio. Questa non è politica, è democrazia dell'intrattenimento".
Secondo Der Spiegel "esistono pochi paesi nei quali il capo del Governo ha un tale disprezzo per gli organi costituzionali, dalla corte suprema fino al Presidente della Repubblica, e nei quali questo disprezzo viene fatto passare attraverso le televisioni di sua proprietà". "In quasi nessun altro paese sviluppato la politica è stata così depoliticizzata, mentre tutto il resto, dai media all'economia, all'educazione fino alla cultura è stato politicizzato. Tutto viene misurato secondo un metro partitico, mentre la politica nazionale si è ridotta al livello di una soap opera."
"ll berlusconismo è stato un dolce veleno - conclude Der Spiegel - prima piacevole, poi sempre più pesante. Ci vorranno anni prima che questo meraviglioso paese se ne possa liberare."