Attentato in Afghanistan, ucciso un soldato italiano

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Il caporal maggiore Roberto Marchini, 28 anni, era al suo ultimo giorno di missione. E’ la quarantesima vittima dal 2004. L'esplosione dell'ordigno è avvenuta a Bakwa, sud ovest del Paese. In un altro agguato muore il fratello del presidente Karzai. VIDEO

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In Afghanistan è morto un altro militare italiano . Il primo caporalmaggiore, Roberto Marchini dell'ottavo reggimento del genio Folgore di Legnago, era appena sceso da un mezzo militare, nel distretto di Bakwa, nella provincia occidentale di Farah (GUARDA LA MAPPA ), quando è incappato su un ordigno che è esploso.
Viterbese, aveva 28 anni ed il 40esimo connazionale ad aver perso la vita in Afghanistan, da quando nel 2004 è iniziata la missione. Lo scorso 2 luglio, in un altro attentato, era morto il caporal maggiore scelto Gaetano Tuccillo di Palma Campania (Napoli), appartenente al Battaglione logistico 'Ariete' di Maniago (Pordenone).

Immediato il cordoglio di tutte le forze politiche. Il presidente Giorgio Napolitano ha espresso la gratitudine di tutto il Paese, e l'Aula della Camera ha osservato un minuto di silenzio. Da parte sua il governo ha comunque ribadito il suo impegno militare: "Esprimiamo il nostro dolore per la perdita del caporal maggiore Roberto Marchini in Afghanistan e siamo vicini alla sua famiglia" ha detto il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi. "Rinnoviamo ancora - ha proseguito il premier – ai militari italiani impegnati in tutte le missioni di pace la gratitudine del Paese". Il ministro degli Esteri Franco Frattini ha osservato: "Siamo consapevoli che il momento è delicato ma anche che la professionalità delle nostre donne e dei nostri uomini è all'altezza della situazione".

E di professionalità c'è bisogno perché in Afghanistan la situazione è sempre molto critica. Martedì 12 luglio è stato ucciso a Kandahar, Ahmad Wali Karzai, un fratellastro minore del presidente Hamid , figura di spicco e controversa nel tormentato sud del Paese. E' stato ucciso a casa propria e adesso nella città che fu la culla del regime talebano e in cui oggi sono concentrati gli sforzi del 'surge' americano, si apre un pericoloso vuoto di potere. I talebani si sono affrettati a rivendicare l'attentato, ma c'è chi nutre dubbi sul fatto che dicano il vero. "Questa è la vita del popolo afghano", ha commentato il fratellastro e presidente Hamid.

Ahmad Wali Karzai è stato ucciso nel suo studio da Sardar Mohammed, frequentatore abituale e fidato del fortino nel centro della città e comandante di una postazione di sicurezza vicino Karza, più a sud. I due erano da soli quando l'assassino ha estratto la pistola e ha sparato due colpi alla testa del quarantanovenne. A quel punto hanno fatto irruzione le guardie del corpo che lo hanno ucciso. Potentissimo, più volte investito da accuse di corruzione e probabilmente implicato nel traffico di oppio nel Paese, il fratellastro di Karzai traeva la sua influenza non tanto dalla posizione di governatore provinciale quando dai suoi legami tribali e famigliari e dalla fortuna che era riuscito ad accumulare. Per i talebani si è trattato di "uno di colpi più importanti" degli ultimi dieci anni. Restano dei dubbi se siano stati loro, ma per l'Afghanistan non si intravedono prospettive di pace.

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