La cittadina bosniaca si ferma per ricordare gli oltre 8000 musulmani uccisi dalle truppe serbe nell'estate del 1995. A Potocari la sepoltura dei corpi di 613 vittime, identificate quest'anno. "Tutto l'odio di Mladic" l'approfondimento di TG24. VIDEO
Ratko Mladic, il boia di Srebrenica. LA FOTOSTORIA
Arrestato dopo 15 anni di fuga: VIDEO
Sedici anni fa, l'11 luglio 1995 si consumava il più sanguinoso massacro in Europa dopo la Seconda Guerra mondiale. 8.372 civili musulmani furono trucidati dalle truppe serbe del generale Ratko Mladic dopo la caduta di Srebrenica, piccola cittadina bosniaca, dichiarata ‘zona protetta’ dalle Nazioni Unite e in cui migliaia di musulmani bosniaci avevano trovato rifugio.
Nel video in alto "Tutto l'odio di Mladic", reportage della rubrica di approfondimento di SkyTG24 Jet Lag.
Dopo 16 anni, la sepoltura per altre 613 vittime - E l'11 luglio 2011 i resti di altre 613 vittime di Srebrenica, tra cui 70 minorenni, saranno tumulati nel cimitero della vicina città di Potocari. I corpi di 613 vittime, tra 14 e 77 anni, sono stati identificati nell'ultimo anno mediante il test del Dna.
Finora sono state scoperte ed esumate oltre 80 fosse comuni delle vittime di Srebrenica. Secondo la Commissione internazionale per i dispersi, con il test del Dna è stata accertata l'identità di oltre 6.500 persone scomparse dopo la conquista di Srebrenica da parte delle truppe di Mladic. Tra i resti oltre mille scheletri incompleti, per i quali i familiari preferiscono rinviare la sepoltura nella speranza che le parti mancanti vengano ritrovate.
Alla vigilia delle commemorazioni al Memoriale di Potocari, il presidente serbo, Boris Tadic, ha espresso dolore e tristezza per le vittime dell' "orribile crimine" di Srebrenica, e per tutte le altre vittime dei conflitti armati nella ex Jugoslavia. E' necessario, ha detto, individuare e punire i colpevoli di tali crimini, e discolpare invece la totalità dei popoli, solo così sarà possibile la riconciliazione nei Balcani.
I famigliari delle vittime aspettano giustizia - "Le vittime dei crimini commessi durante la guerra del 1992-1995 e i loro familiari ancora attendono verità, giustizia e riparazione". Questo quanto si legge in un comunicato di Amnesty International nel giorno delle commemorazioni. "Mentre alcune autorità in Bosnia ed Erzegovina continuano ad attaccare il sistema giudiziario, resta sconosciuta la sorte di circa 10.000 persone scomparse forzatamente a Srebrenica e in altri posti della Bosnia ed Erzegovina - denuncia l'organizzazione internazionale. - Le famiglie delle oltre 7000 persone uccise nel genocidio di Srebrenica stanno ancora aspettando giustizia e riparazione, mentre la maggior parte dei responsabili continua ad agire nell’impunità. Molti dei presunti autori dei crimini continuano a vivere nelle stesse comunità delle loro vittime e dei loro familiari".
Per questo motivo, Amnesty International "chiede alle autorità di Bosnia ed Erzegovina di agire in conformità alla Dichiarazione sulla protezione di tutte le persone contro le sparizioni forzate, insieme di principi che si applicano a tutti gli stati, di ratificare la Convenzione per la protezione di tutte le persone dalle sparizioni forzate e di introdurla nel diritto nazionale". E chiede inoltre alla comunità internazionale di "supportare la Bosnia ed Erzegovina al fine di migliorare il funzionamento della giustizia e di garantire il rispetto dei diritti umani".
Arrestato dopo 15 anni di fuga: VIDEO
Sedici anni fa, l'11 luglio 1995 si consumava il più sanguinoso massacro in Europa dopo la Seconda Guerra mondiale. 8.372 civili musulmani furono trucidati dalle truppe serbe del generale Ratko Mladic dopo la caduta di Srebrenica, piccola cittadina bosniaca, dichiarata ‘zona protetta’ dalle Nazioni Unite e in cui migliaia di musulmani bosniaci avevano trovato rifugio.
Nel video in alto "Tutto l'odio di Mladic", reportage della rubrica di approfondimento di SkyTG24 Jet Lag.
Dopo 16 anni, la sepoltura per altre 613 vittime - E l'11 luglio 2011 i resti di altre 613 vittime di Srebrenica, tra cui 70 minorenni, saranno tumulati nel cimitero della vicina città di Potocari. I corpi di 613 vittime, tra 14 e 77 anni, sono stati identificati nell'ultimo anno mediante il test del Dna.
Finora sono state scoperte ed esumate oltre 80 fosse comuni delle vittime di Srebrenica. Secondo la Commissione internazionale per i dispersi, con il test del Dna è stata accertata l'identità di oltre 6.500 persone scomparse dopo la conquista di Srebrenica da parte delle truppe di Mladic. Tra i resti oltre mille scheletri incompleti, per i quali i familiari preferiscono rinviare la sepoltura nella speranza che le parti mancanti vengano ritrovate.
Alla vigilia delle commemorazioni al Memoriale di Potocari, il presidente serbo, Boris Tadic, ha espresso dolore e tristezza per le vittime dell' "orribile crimine" di Srebrenica, e per tutte le altre vittime dei conflitti armati nella ex Jugoslavia. E' necessario, ha detto, individuare e punire i colpevoli di tali crimini, e discolpare invece la totalità dei popoli, solo così sarà possibile la riconciliazione nei Balcani.
I famigliari delle vittime aspettano giustizia - "Le vittime dei crimini commessi durante la guerra del 1992-1995 e i loro familiari ancora attendono verità, giustizia e riparazione". Questo quanto si legge in un comunicato di Amnesty International nel giorno delle commemorazioni. "Mentre alcune autorità in Bosnia ed Erzegovina continuano ad attaccare il sistema giudiziario, resta sconosciuta la sorte di circa 10.000 persone scomparse forzatamente a Srebrenica e in altri posti della Bosnia ed Erzegovina - denuncia l'organizzazione internazionale. - Le famiglie delle oltre 7000 persone uccise nel genocidio di Srebrenica stanno ancora aspettando giustizia e riparazione, mentre la maggior parte dei responsabili continua ad agire nell’impunità. Molti dei presunti autori dei crimini continuano a vivere nelle stesse comunità delle loro vittime e dei loro familiari".
Per questo motivo, Amnesty International "chiede alle autorità di Bosnia ed Erzegovina di agire in conformità alla Dichiarazione sulla protezione di tutte le persone contro le sparizioni forzate, insieme di principi che si applicano a tutti gli stati, di ratificare la Convenzione per la protezione di tutte le persone dalle sparizioni forzate e di introdurla nel diritto nazionale". E chiede inoltre alla comunità internazionale di "supportare la Bosnia ed Erzegovina al fine di migliorare il funzionamento della giustizia e di garantire il rispetto dei diritti umani".