Afghanistan, attacco alla base italiana di Herat

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Militari italiani in Afghanistan
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Sono cinque i connazionali feriti, uno è grave ma fuori pericolo di vita. Berlusconi: vicini a nostri soldati. Tra gli afghani si contano cinque morti e numerosi feriti, anche civili. FOTO E VIDEO

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Cinque militari italiani sono rimasti feriti, uno in modo gravissimo, nell'attacco di un commando talebano contro il Team per la Ricostruzione Provinciale (Prt) di Herat, nell'Afghanistan occidentale. Il bilancio è stato fornito dal ministro della Difesa, Ignazio La Russa, dopo che in mattinata si era diffusa la voce che i feriti fossero una quindicina. Lo Stato maggiore della Difesa ha successivamente aggiunto che "le condizioni dei cinque soldati sono stabili e le condizioni del militare giudicato grave si sono stabilizzate in seguito all'intervento medico presso l'ospedale da campo 'Role 2' di Herat. Il militare è giudicato fuori pericolo di vita". Le famiglie di tutti i feriti sono state informate.

L'attentato arriva a soli tre giorni da quello che in Libano ha fatto sei feriti tra i nostri soldati impegnati nella missione Unifil. Nell'attacco afghano sono morti cinque poliziotti afghani e alcuni talebani e ci sono stati numerosi feriti fra i civili tra cui un funzionario del ministero degli Esteri italiano che è sotto shock ma non ha riportato traumi. Tra i feriti ci sono tre afghani e uno sloveno che lavoravano nel Prt. Il militare più grave è un capitano del Reggimento d'Artiglieria di Maniago, Pordenone. Sulle sue condizioni c'è un cauto ottimismo, ma resta comunque in prognosi riservata. "Grazie a Dio - ha aggiunto La Russa - non abbiamo avuto decessi; il bilancio poteva essere molto più grave".

La dinamica dell'attacco -
Nel corso della conferenza stampa al senato il ministro La Russa ha spiegato la dinamica dell'attentato: "Alle 9:15 (ora italiana) Il Prt italiano ha subito un attacco complesso, prima un'esplosione, poi è stato attaccato con armi individuali", ha detto il ministro. "Un mezzo si è lanciato a forte velocità contro il muro di cinta ed è poi stato seguito da un attacco condotto da postazioni elevate. Dai tetti delle case vicine hanno sparato all'interno del compound". (GUARDA IL VIDEO RIPRESO NEI PRESSI DELLA BASE).

"L'attacco complesso - ha spiegato La Russa - è probabilmente da mettere in relazione ad una conferenza nazionale che è in corso a Herat di tutti i consigli provinciali. Sabato, anche nella zona nord, in un'area tranquilla, c'è stato un attentato in cui è rimasto ferito un generale tedesco della Nato: se mettiamo insieme questo quadro sembra evidente che vi sia uno sforzo da parte del terrorismo afgano teso a ritardare l'azione di transizione, con attacchi nei luoghi che appaiono più vicini ad una normalizzazione". Ma questa conferenza nazionale di Herat "deve essere stata un vero smacco per gli insorti, che hanno concentrato oggi la loro aggressione sulla città, prendendo di mira non solo il Prt italiano, ma anche il palazzo del governatore e un convoglio in una piazza, mentre c'è stata anche l'esplosione di una moto-bomba, probabilmente un attacco suicida anche quello".

A proposito di questo "modus operandi" La Russa ha sottolineato che "gli attacchi suicidi sono proprio l'ultimo stadio dell'insorgenza. Quando non si è più in grado di fronteggiare diversamente la situazione, la risorsa finale è sempre l'attacco suicida contro il quale si pone ovviamente il problema delle difesa, perché è difficile bloccare una persona che ha deciso di uccidersi". Tornando poi a parlare del bilancio dell'attentato, il ministro ha sottolineato che per gli italiani "è meno grave del previsto, ma dobbiamo veramente accendere un cero perché poteva andare assai peggio". Oltre ai cinque feriti, di cui uno grave, e ai morti e feriti tra gli afgani, La Russa ha detto che sono rimasti feriti "anche quattro civili che lavorano nel Prt: uno sloveno e tre afgani", mentre sotto choc sono altri due italiani "un civile del ministero degli Esteri e un militare".

Tra gli afghani si contano appunto cinque morti e numerosi feriti, anche civili, in ospedale ci sono donne e bambini, stando a quanto riferito da fonti ospedaliere, citate da Al Jazeera. Alcuni dei feriti afghani sono in condizioni critiche. Quello avvenuto lunedì 30 maggio è uno dei tanti attacchi che stanno avvenendo in questi giorni, ha spiegato il ministro La Russa, uno dei quali anche contro la residenza del governatore afghano. In ogni caso, ha ribadito il titolare della Difesa, rimane l'"obiettivo di riconsegnare l'Afghanistan" agli afghani "entro il 2014".

Le conseguenze politiche - L'attentato di oggi ad Herat, ha aggiunto il ministro della Difesa, "non compromette il processo di transizione", che vede proprio la città dell'ovest dell'Afghanistan come una delle prime che passerà sotto il controllo delle autorità e delle forze di sicurezza locali. "Queste azioni sono, al contrario, proprio la dimostrazione che la nostra azione è efficace. Non si tratta - ha continuato La Russa - di una escalation del terrorismo, perché nemmeno in passato si è stati tranquilli. Non ci illudiamo, del resto, che il terrorismo afghano rinunci ad agire, anche se è in difficoltà. Ma noi confidiamo nella possibilità di ottenere nuovi buoni risultati".

Dal punto di vista del passaggio di responsabilità dalla forza Nato agli afgani, "assolutamente non cambia nulla", ha ribadito La Russa. "Il tentativo dei terroristi - ha aggiunto - è proprio quello di dimostrare che possono colpire in una zona ormai passata sotto il governo afgano, come di fatto è per la città di Herat, e di tentare di rallentare questa naturale fase di transizione che è il necessario preludio alla riduzione prima e poi alla cessazione della presenza del contingente internazionale". Secondo La Russa, "anche la scelta dell'obiettivo, cioè la base di una struttura che si occupa di dare ai cittadini afgani scuole, ospedali, acqua, infrastrutture, attività sociali, è sintomatica del fatto che proprio la normalizzazione è quella che i talebani vogliono combattere: il Prt evidentemente dà molto fastidio al terrorismo, essendo l'assetto civile-militare più a contatto con i cittadini, quello che più conquista i cuori e le menti degli afgani". Attacchi come questi, ha aggiunto il ministro, "ci dicono che la transizione non è stata affrettata e sono la conferma del disperato tentativo di ritardare quella che per il terrorismo è una vera e propria sconfitta, cioè il passaggio del controllo del territorio dal contingente internazionale alla legittima autorità afgana".

Il messaggio di Berlusconi - Immediato l'intervento del presidente del Consiglio Silvio Berlusconi che ha espresso vicinanza ai connazionali. "Ho appreso la notizia dell'attacco contro la base italiana ad Herat. Siamo vicini ai nostri soldati e alle loro famiglie. Ancora una volta esprimiamo la nostra riconoscenza e il nostro incoraggiamento a tutti i militari italiani che con grande professionalità ed impegno svolgono la loro difficile missione di pace in Afghanistan e nelle altre aree di crisi". E' quanto ha dichiarato il premier in una nota. 

La preoccupazione di Fini - "Ho appreso con grande preoccupazione la notizia dell'attacco terroristico compiuto in Afghanistan contro la base del Provincial Reconstruction Team di Herat, che ha provocato il ferimento di alcuni militari italiani. A nome mio personale e dell'intera Camera dei deputati, desidero far giungere la piú intensa solidarietà e vicinanza ai nostri soldati feriti, ai quali formulo i piú fervidi auguri di una pronta guarigione", scrive il presidente della Camera, Gianfranco Fini, in un messaggio inviato al capo di Stato maggiore della Difesa, Biagio Abrate. "Intendo inoltre rinnovare - aggiunge Fini - il mio apprezzamento per il coraggio, la professionalità e lo spirito di sacrificio che ho potuto, ancora una volta, constatare personalmente durante la mia recente visita al Provincial Reconstruction Team e alla base di Herat, dove i nostri militari svolgono la loro opera al servizio della pace".

Che cosa è il Prt - Il Prt (Team di ricostruzione provinciale) italiano di Herat, è attualmente sotto la responsabilità del 132esimo reggimento artiglieria terrestre della brigata "Ariete", che ha sede a Maniago (Pordenone). Il Prt, al comando del colonnello Paolo Pomella, ha il compito di supportare la governance e sostenere il processo di ricostruzione e sviluppo, insieme ad una componente civile. Le due componenti - civile e militare - lavorano insieme a favore della ricostruzione, incentivando l'occupazione locale (i progetti vengono materialmente realizzati da ditte afghane), lo sviluppo economico dell'area e la fiducia verso le istituzioni politiche locali e gli 'elders', gli anziani dei villaggi.

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