Brasile: pari diritti alle coppie gay

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Il gay pride di Rio de Janeiro
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La decisione è stata presa all'unanimità dal supremo tribunal federal. E in parlamento si discute da settimane una legge sui delitti a fini omofobici. Insorgono gli evangelici. Per il deputato Bolsonaro: "Il prossimo passo sarà legalizzare la pedofilia"

di Emiliano Guanella

Nemmeno la "santa alleanza" fra deputati cattolici ed evangelici è servita a bloccare una decisione considerata storica per tutto il Brasile, la concessione dell’unione civile per le coppie omosessuali. Lo ha sancito il Supremo Tribunal Federal, massima autorità giudiziaria del paese, alla fine di un dibattito che ha appassionato e diviso tutta la società.

I nove giudici, gli stessi che hanno da tempo fra le mani il dossier Battisti, hanno deciso all’unanimità, fatto più unico che raro, l’equiparazione dell’unione civile fra persone dello stesso sesso rispetto a quella eterosessuale. Nessuna differenza quindi, le coppie gay potranno anche adottare dei bambini e ricevere la pensione o l’eredità in caso di morte del compagno/a. Il Brasile segue così la strada aperta in America Latina dal governo di Città del Messico, dall’Argentina, dove sono legalizzati i matrimoni, e dall’Uruguay. Progetti analoghi si stanno discutendo anche in altri paesi della regione.

Per la vastissima comunità LGBT, (Gay lesbiche, transessuali e simpatizzanti) è stato un giorno di festa. Secondo loro stime il 10% della popolazione è omosessuale, il che equivale a 18 milioni di persone, proiezioni più conservatrici parlano comunque di una comunità di 6-8 milioni. Nell’ultimo censimento nazionale sessantamila brasiliani dichiaravano di vivere con un compagno dello stesso sesso. La "Gay Pride" di San Paolo, che si celebra tutti gli anni a giugno, è considerata la più grande del mondo, con più di tre milioni di persone in piazza.

La decisione ha fatto scattare la furia della cosiddetta "bancada evangelica", un gruppo trasversale composto da una settantina di parlamentari provenienti dai nuovi culti neopentecostali; divisi sulle questioni generali, agiscono compatti sui temi legati alla morale o alla sessualità. Con colleghi vicini alla Chiesa cattolica formano una "santa alleanza" sulle questioni etiche e ora minacciano di andare ad un referendum. "Se andiamo avanti così, il prossimo passo sarà la legalizzazione della pedofilia", ha sbottato il deputato Jair Bolsonaro.

Ma lo scontro non finisce qui. In parlamento si sta discutendo da settimane un progetto di legge sui delitti a fini omofobici, in forte aumento negli ultimi anni. L’anno scorso 260 gay sono stati assassinati in quanto tali. "È assurdo – ha detto il ministro per i diritti umani Maria de Rosario – che nel nostro paese una persona muoia ogni 36 ore a causa della sua inclinazione sessuale". Recentemente ha fatto molto scalpore il caso di Michael, un giocatore gay di pallavolo insultato durante una partita del campionato locale. Tra la promotrici della legge sull’omofobia c’è l’ex sindaco di San Paolo Marta Suplicy. "Approvando le unioni omosessuali i giudici non hanno parlato solo di questioni legati al diritto. Hanno usato parole come felicità, amore, rispetto e cittadinanza, dimostrando il lato assolutamente umano di tutta questa problematica. Questo ci fa sperare per il futuro". 

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