Pubblicare o no le immagini del cadavere di Osama?

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La Casa Bianca sta valutando l'ipotesi di diffondere le foto di Bin Laden morto. Sul web, in Italia, tanti dicono di volerle vedere. E criticano Massimo Gramellini, che sulla Stampa sostiene invece sia meglio nasconderle

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di Isabella Fantigrossi


“Meglio nascondere che eccitare”. Mercoledì 4 maggio è il Buongiorno di Massimo Gramellini a rappresentare bene il dibattito in rete sulla necessità o meno da parte delle autorità Usa di mostrare le foto di Osama morto. Per il vicedirettore della Stampa, hanno ragione gli americani che si fanno qualche scrupolo a pubblicare le immagini: "E’ tipica delle epoche barbare", scrive Gramellini, “questa necessità di esibire in pubblico lo scalpo del condottiero nemico ucciso, la cui testa decollata veniva infilata in cima a una picca e mostrata dagli spalti della fortezza per sollevare il morale alle proprie truppe e indurre alla resa quelle altrui”. E ancora: “Chi garantisce alla Cia che la foto dei lineamenti deturpati di Osama Bin Laden, lungi dal deprimere i suoi seguaci, non finisca piuttosto per fomentarne il fanatismo, trasformandosi in un oltraggio anche peggiore della morte, in una provocazione da vendicare?”.

A leggere i commenti in rete, però, sono tante le persone che vogliono vedere pubblicata almeno una foto del cadavere di Osama Bin Laden, qualcuno perché addirittura non crede alla versione ufficiale dell’esecuzione raccontata dagli americani (e su "L'inguaribile malattia del complotto" interviene sempre su la Stampa il direttore Mario Calabresi). Pochi sono davvero convinti che Barack Obama non voglia diffondere le immagini perché troppo raccapriccianti.

“Nascondere: brutto verbo se applicato alla verità!”, sentenzia per esempio Sibilla sul forum della Stampa. “La sua è una tesi debole Gramellini”, aggiunge il lettore Giovanni Moretti. “In tempi di incertezze e barbarie è meglio vedere, altrimenti è giusto essere increduli. Qui neanche parliamo di fede nel trascendente, bensì della versione di una parte in causa : gli Stati Uniti, che troppe balle hanno raccontato per tanti anni”. E ancora Fausto Cavalli: “La solita ipocrisia di voi giornalisti, le persone non importanti che commettono un delitto le sbattete in prima pagina per mesi se non anni o a costruire plastici in TV, mentre per i potenti della terra o i personaggi pubblici subito a chiedervi se è giusto o non è giusto farlo. Se era giusto farlo perla sig.ra Franzoni o per Olindo e Rosa, lo è anche per Bin Laden”.

Anche sulla bacheca Facebook di Liquida news gli utenti chiedono di vedere la foto del cadavere di Osama. “Perché sono delle prove”, dice Giovanni Santangelo. E perché “altrimenti vorrà dire che non è morto e che è tutta una bufala!”, sostiene Alessandra Delta Echo. Allo stesso modo pensa Ortensia sul forum di Libero.it: “Si sente dire che non ce lo mostrano per non impressionarci. Ma per piacere, con tutto quello che si vede in giro come si può pensare che possiamo turbarci alla vista di un cadavere”.

Nei commenti all'articolo di Gramellini ci sono poi anche i critici della scelta degli Stati Uniti di ammazzare Osama senza processo: “Oggi caro Gramellini ho da farle un sacco di appunti. In primo luogo si parte dando per scontato una cosa: l'esecuzione di Osama Bin Laden. Secondo me si dovrebbe partire a monte. Perché è stato giustiziato e non gli è stato fatto un processo?”, scrive Venanzio.
Oppure: “Condivido quasi tutto. Ma con una precisazione: se si fosse fatta giustizia e non vendetta a quest'ora non sarebbe necessario nascondere i fatti”, scrive Lorenzo. Stesso concetto sottolineato da Marina: “Io credo nella giustizia, non nella vendetta. Credo che certamente il più grande terrorista che ha sconvolto il mondo dovesse essere giudicato, reso innocuo e punito in modo esemplare”.

C'è poi chi si dichiara d’accordo con la tesi sostenuta dal giornalista, come per esempio Aulin che scrive. “Gli italiani hanno due difetti: l'amore per la dietrologia (soprattutto a sinistra ma non solo) e l'ossessione di vedere per credere che richiama la barbara immagine dei cadaveri di Mussolini e della Petacci appesi per i piedi. Mi piace pensare di riconoscermi in un'Italia diversa, che stavolta, caro Gram, è la stessa in cui ti identifichi tu”.

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