Bin Laden, anche testimonial in 10 anni di pubblicità

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Nel 2009 l'organizzazione internazionale Avaaz.org, sceglie Bin Laden come "testimonial" di una campagna per chiedere la chiusura di Guantanamo. Il leader di Al Qaeda indossa la t-shirt "I love Guantanamo", per ricordare che le torture praticate dagli americani sono per i terroristi una ragione di reclutamento di nuovi volontari
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Dalle uova, alle campagne antifumo. Dai frullatori, ai preservativi, alle pensioni per cani. I creativi di tutto il mondo dal 2001 hanno tratto ispirazione dal volto dal terrorista numero uno, per le loro campagne. SCOPRILE QUI

(In fondo all'articolo tutti i video sulla morte di Bin Laden)

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FOTO: Il covo di Bin Laden - La folla davanti alla Casa Bianca - I festeggiamenti a NYIl blitz visto dalla Casa Bianca

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di Serenella Mattera


Il volto minaccioso di Osama Bin Laden, contornato da un cielo rosso, gonfio di guerra. Sopra di lui stormi di elicotteri, alle sue spalle pozzi di petrolio e ai suoi piedi torme di guerriglieri. In alto la scritta: “No discriminamos razas” (“Non discriminiamo nessuna razza”). In basso: “Pension para perros” (“Pensione per cani”).

Una pubblicità messicana, nient’altro. La promozione di un ricovero per cani. E a far da testimonial d’eccezione, il leader di Al Qaeda. O meglio la sua immagine. Diventata nell’ultimo decennio icona scelta per lanciare prodotti hi tech e caramelle, medicine, auto e anche uova (Guarda qui tutte le campagne). Perché dall’11 settembre 2001, più Bin Laden sembrava imprendibile, più la fama aumentava e alimentava la fantasia di fior fiore di creativi. E così mentre l’intelligence Usa si dannava a dargli la caccia tra le impervie montagne di Afghanistan e Pakistan, il profilo del ricercato numero uno al mondo, disegnato, stilizzato, riprodotto in ogni forma, compariva su riviste patinate e cartelloni pubblicitari.

Lo testimonia, nel giorno della cattura e uccisione, il sito creativebits.org, che fa una rassegna di alcune delle campagne che hanno usato il volto o il nome di Osama Bin Laden. La sua “eredità in pubblicità”, la definiscono.

E la rassegna è ricca. Qualche esempio? I manifesti di una società olandese specializzata nelle fotografie per bambini: c’è in cornice l’immagine di un Osama bimbo sorridente e sotto compare la scritta “I bambini sono carini. E allora custodisci gelosamente il momento”. Perché poi, è il sottinteso, tuo figlio potrebbe anche diventare il terrorista numero uno al mondo.

Mentre appare adulto e seduto in una delle tende in cui ha girato i suoi famigerati video da latitante il Bin Laden che riceve stupito il pacco recapitato da una compagnia di consegne privata, che si fa vanto di poter raggiungere proprio chiunque. E il capo di Al Qaeda presta il suo volto anche a due campagne antifumo brasiliane: “Le sigarette uccidono dipiù”, di lui s'intende. L’altra recita: “Nel 2066, Bin Laden sarà catturato. Vivi per vedere quel giorno. Smetti di fumare adesso”. Slogan, quest’ultimo, che diventa adesso chiaramente inefficace.

Il terrorista ha ispirato in questi anni pubblicità dei fuoristrada Land Rover, degli apparecchi per la musica Samsung e pure delle caramelle Halls. Ed è diventato testimonial di frullatori, preservativi (in uno spot hanno “travestito” da Bin Laden uno spermatozoo, con barba e turbante) e anche di un’azienda che produce uova (questa volta è un uovo ad essere “travestito” da Bin Laden, per rendere chiaro lo slogan: “La storia ha prodotto tante uova cattive. Fortunatamente le nostre sono sempre buone”).

Finisce qui? Probabilmente no. Si attende ora la produzione pubblicitaria post mortem.  E creativebits.org preannuncia: “Non c’è dubbio che questo post sarà aggiornato nei prossimi giorni”.

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