Quando ancora nessuno sapeva dell’attacco segreto a Bin Laden un blogger pachistano, vicino di casa dello sceicco del terrore, stava già raccontando per primo la notizia sul social network. Senza rendersi conto di cosa stesse succedendo. GUARDA IL VIDEO
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FOTO: Il covo di Bin Laden - La folla davanti alla Casa Bianca - I festeggiamenti a NY - Il blitz visto dalla Casa Bianca
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Cronista inconsapevole, reporter improvvisato. E ora eroe del web. È la storia di Sohaib Athar, 33enne informatico pachistano che, tweet dopo tweet, ha dato in diretta al mondo la notizia del raid americano contro Osama Bin Laden. Senza rendersene conto. "Uh oh, now I’m the guy who liveblogged the Osama raid without knowing it (Ma allora sono io il ragazzo che ha dato in diretta il raid su Osama senza saperlo)", ha scritto Athar sul suo blog dopo aver capito che cosa era successo davvero a pochi chilometri da casa sua.
È l’una di notte e Sohaib Athar è ancora sveglio. La sua abitazione si trova ad Abbottabad, una città a 75 chilometri da Islamabad, a 250 metri dal nascondiglio pachistano del responsabile della strage dell’11 settembre. Sohaib sente il rumore di un elicottero sopra le case. Pensa che stia succedendo qualcosa di strano, ma non capisce che cosa. Fino a quel momento è il fastidio per il rumore che non lo fa addormentare a prevalere. Così, con il nome "@Reallyvirtual" – lo stesso del suo blog personale – comincia a twittare: "Un elicottero in volo sopra Abbottabad all’una di notte (è un evento raro)". Poi, sempre più disturbato: "Vai via elicottero, prima che prenda il mio scacciamosche gigante". Dopo un’ora, quando sente una finestra che si rompe: "Spero non sia l’inizio di qualcosa di brutto". Sohaib intuisce qualcosa, ma ancora nessuna notizia ufficiale arriva: "I talebani non hanno elicotteri e stanno dicendo che non sono nostri". Poi si accorge che un elicottero è distrutto: "La gente dice che non aveva un problema tecnico ed è stato abbattuto". Infine segnala che alcuni soldati hanno accerchiato il luogo dell’incidente e iniziato una perquisizione. Ma dagli Stati Uniti nessuna notizia trapela ancora su Osama Bin Laden. E Sohaib non sa ancora nulla. Solo quando il giovane si sveglia, al mattino, la rivelazione. Il presidente Barack Obama ha appena annunciato al mondo che lo sceicco del terrore è stato ammazzato dai soldati americani in un blitz notturno. E Athar collega il putiferio a cui assistito alla notizia del secolo. Alle dieci di mattina il post finale sul suo blog: "Ma allora sono io il ragazzo che ha dato in diretta il raid su Osama senza saperlo".
Così si è concluso l’ennesimo atto della guerra tra media tradizionali e social network che, ancora una volta, battono in velocità i quotidiani di tutto il mondo. Ora tutti i giornalisti del mondo stanno cercando di contattare Sohaib. 15mila le persone che hanno cominciato a seguire i suoi post. Ma lui, su Twitter, minimizza: "Sono solo un twittatore, sveglio al momento del raid. Ad Abbottabad non ci sono molti utenti Twitter, questi ragazzi usano più Facebook. Tutto qui". Ma lui, per molti, è già una celebrità.
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Cronista inconsapevole, reporter improvvisato. E ora eroe del web. È la storia di Sohaib Athar, 33enne informatico pachistano che, tweet dopo tweet, ha dato in diretta al mondo la notizia del raid americano contro Osama Bin Laden. Senza rendersene conto. "Uh oh, now I’m the guy who liveblogged the Osama raid without knowing it (Ma allora sono io il ragazzo che ha dato in diretta il raid su Osama senza saperlo)", ha scritto Athar sul suo blog dopo aver capito che cosa era successo davvero a pochi chilometri da casa sua.
È l’una di notte e Sohaib Athar è ancora sveglio. La sua abitazione si trova ad Abbottabad, una città a 75 chilometri da Islamabad, a 250 metri dal nascondiglio pachistano del responsabile della strage dell’11 settembre. Sohaib sente il rumore di un elicottero sopra le case. Pensa che stia succedendo qualcosa di strano, ma non capisce che cosa. Fino a quel momento è il fastidio per il rumore che non lo fa addormentare a prevalere. Così, con il nome "@Reallyvirtual" – lo stesso del suo blog personale – comincia a twittare: "Un elicottero in volo sopra Abbottabad all’una di notte (è un evento raro)". Poi, sempre più disturbato: "Vai via elicottero, prima che prenda il mio scacciamosche gigante". Dopo un’ora, quando sente una finestra che si rompe: "Spero non sia l’inizio di qualcosa di brutto". Sohaib intuisce qualcosa, ma ancora nessuna notizia ufficiale arriva: "I talebani non hanno elicotteri e stanno dicendo che non sono nostri". Poi si accorge che un elicottero è distrutto: "La gente dice che non aveva un problema tecnico ed è stato abbattuto". Infine segnala che alcuni soldati hanno accerchiato il luogo dell’incidente e iniziato una perquisizione. Ma dagli Stati Uniti nessuna notizia trapela ancora su Osama Bin Laden. E Sohaib non sa ancora nulla. Solo quando il giovane si sveglia, al mattino, la rivelazione. Il presidente Barack Obama ha appena annunciato al mondo che lo sceicco del terrore è stato ammazzato dai soldati americani in un blitz notturno. E Athar collega il putiferio a cui assistito alla notizia del secolo. Alle dieci di mattina il post finale sul suo blog: "Ma allora sono io il ragazzo che ha dato in diretta il raid su Osama senza saperlo".
Così si è concluso l’ennesimo atto della guerra tra media tradizionali e social network che, ancora una volta, battono in velocità i quotidiani di tutto il mondo. Ora tutti i giornalisti del mondo stanno cercando di contattare Sohaib. 15mila le persone che hanno cominciato a seguire i suoi post. Ma lui, su Twitter, minimizza: "Sono solo un twittatore, sveglio al momento del raid. Ad Abbottabad non ci sono molti utenti Twitter, questi ragazzi usano più Facebook. Tutto qui". Ma lui, per molti, è già una celebrità.