Afghanistan, maxi evasione di talebani

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An Afghan walks past the ruins of Darulaman palace, the former house of Afghan King Amanullah (1920-1929), in Kabul on September 16, 2010. The Taliban vowed to launch attacks on Afghanistan's imminent parliamentary poll, saying election workers and security forces will be the main target. More than 2,500 candidates are contesting the election on September 18 for the 249 seats in the lower house of parliament in the second poll of its kind since the Taliban were ousted from power in a 2001 US-led invasion. AFP PHOTO/ MANAN VATSYAYANA (Photo credit should read MANAN VATSYAYANA/AFP/Getty Images)

I ribelli hanno scavato un tunnel sotto i posti di blocco per oltre cinque mesi. I detenuti che sono riusciti a fuggire dal carcere di Kandahar sono 475, tra cui molti guerriglieri. Karzai: “Un vero disastro”. LO SPECIALE

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Assestando un duro colpo al morale delle forze di sicurezza afghane, i talebani sono riusciti ad organizzare una fuga di massa di molte centinaia di prigionieri dal carcere di massima sicurezza di Kandahar (Afghanistan meridionale) utilizzando uno dei sistemi più gettonati nei copioni cinematografici: un tunnel sotterraneo verso la libertà scavato pazientemente per mesi.
L'impresa, che ripete una già sperimentata con successo nel 2008 dagli insorti, anche se realizzata con l'uso di un commando armato e di kamikaze, è stata definita "un vero disastro" dal presidente Hamid Karzai attraverso il suo portavoce Waheed Omar. E' stato con evidente imbarazzo che il governatore della provincia, Toryalai Weesa, ha convocato una conferenza stampa per rivelare che nonostante il forte dispositivo di sicurezza a presidio della prigione che si trova nell'area di Sarposa, 475 dei 1.200 carcerati presenti, fra cui oltre un centinaio di comandanti talebani erano riusciti a fuggire attraverso un passaggio sotterraneo di 320 metri.

Il tunnel, ha spiegato il governatore, è stato scavato fra una delle celle e una casa della zona. "Un'opera di questo genere - ha assicurato - non si fa in una settimana o in un mese. Là devono avere lavorato per diversi mesi".
La risposta è arrivata attraverso un comunicato pubblicato dai talebani nella loro pagina Internet e dal quale emerge che "il tunnel è stato scavato per cinque mesi" e che "i prigionieri sono stati avvertiti della fine dei lavori da tre compagni che erano al corrente di tutto".
Sempre secondo le informazioni degli insorti, "l'evasione di massa è cominciata alle 23 del 24 aprile ed è terminata alle 3,30 del mattino del giorno dopo", senza che "quattro ore dopo il personale di sorveglianza si fosse ancora accorto di nulla". Infine nei pressi del carcere erano stati trasferiti alcuni kamikaze pronti ad entrare in azione nel caso che ad un certo punto qualcosa del piano di fuga non avesse funzionato.

"Ma il loro sacrificio - ha assicurato il portavoce dei talebani Qari Yousuf Ahmadi - non è stato necessario".
Ogni evaso, hanno riferito i media afghani, ha strisciato nel tunnel per circa 30 minuti prima di poter raggiungere la libertà. All'uscita erano pronti veicoli messi a disposizione dai talebani che si sono allontanati a tutta velocità. In mattinata l'ufficio stampa del governatore ha reso noto che "un certo numero di prigionieri in fuga sono stati catturati", ma fonti locali che hanno richiesto l'anonimato hanno indicato che si tratterebbe di non più di 10-12 persone.
L'impresa degli insorti ha creato un forte disagio nelle auorità politiche e militari di Kabul a pochi mesi dall'inizio di un piano di trasferimento delle responsabilità della sicurezza dalla Forza internazionale di assistenza alla sicurezza (Isaf, sotto comando Nato) a esercito e polizia afghani. Infine va ricordato che non è la prima volta che i talebani permettono una evasione di massa dal carcere di Sarposa. Il 13 giugno 2008, infatti, un loro commando attaccò con armi e l'azione di due kamikaze l'edificio presidiato da uomini della sicurezza afghani e della Nato, liberando ben 1.100 prigionieri, fra cui si trovavano 400 insorti che poterono riacquistare la libertà.

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