Secondo alcuni studi, in Germania un prete su tre vive con una donna. In Austria la metà vuole l’abolizione del celibato. In "Sex and the Vatican" Carmelo Abbate racconta le notti proibite dei religiosi. Con dati impressionanti. Leggine un estratto
di Carmelo Abbate
Per documentare le mie giornate romane tra sacerdoti, festini omosessuali, escort e liturgie, ho fatto ricorso a una telecamera nascosta. Avevo bisogno di prove certe e inconfutabili. In caso contrario sarei stato massacrato. Infatti. E` il 23 luglio 2010. Il news magazine per cui lavoro, Panorama, pubblica una parte dell’inchiesta e delle immagini in mio possesso.
In copertina, su sfondo nero, le mani giunte di un prete stringono un rosario. Le unghie dell’uomo sono laccate di rosa. Titolo: Le notti brave dei preti gay.
La prima dichiarazione della Chiesa di Roma è rilasciata all’agenzia di stampa Ansa. “Anonime fonti vaticane” bollano l’inchiesta come "priva di fonti concrete e circostanziate" e la declassano a un "tentativo di trovare a ogni costo argomenti forti per svegliare i lettori sotto l’ombrellone".
Il direttore di Panorama, Giorgio Mulè, reagisce. "Desidero rassicurare le anonime fonti vaticane invitandole in edicola per leggere l’inchiesta. Ove non fosse possibile sarò lieto, se dovessero decidere di rendersi palesi con la direzione del giornale, di fornire loro nomi, cognomi e 54 indirizzi dei sacerdoti che hanno compiuto atti sessuali, peraltro documentati da riprese video incontrovertibili".
Avevo bisogno di prove certe e inconfutabili. Qualche ora più tardi viene diffusa una nota ufficiale a firma del cardinale Agostino Vallini, vicario di papa Benedetto XVI. "La finalità dell’articolo è evidente: creare lo scandalo, diffamare tutti i sacerdoti sulla base della dichiarazione di uno degli intervistati secondo il quale 'il 98 per cento dei sacerdoti che conosce è omosessuale', screditare la Chiesa e fare pressione contro quella parte della Chiesa da loro definita 'intransigente, che si sforza di non guardare la realtà' dei preti omosessuali".
I fatti raccontati non vengono più messi in discussione dal Vaticano. Sempre Vallini: "I fatti raccontati non possono non suscitare dolore e sconcerto nella comunità ecclesiale di Roma, che conosce da vicino i suoi sacerdoti non dalla 'doppia vita', ma con una 'vita sola', felice e gioiosa, coerente alla vocazione, donata a Dio e a servizio della gente, impegnata a vivere e testimoniare il Vangelo e modello di moralità per tutti. Questi sono gli oltre 1.300 sacerdoti delle 336 nostre parrocchie, degli oratori, delle molteplici opere di carità, degli istituti di vita consacrata e delle altre realtà ecclesiali operanti nelle università, nel mondo della cultura, negli ospedali e sulle frontiere della povertà e del degrado umano, non solo nella nostra città ma anche in terre lontane e in condizioni assai disagiate. Chi conosce la Chiesa di Roma, dove vivono anche molte centinaia di altri preti provenienti da tutto il mondo per studiare nelle università, ma che non sono del clero romano impegnati nella pastorale, non si ritrova minimamente nel comportamento di costoro dalla 'doppia vita', che non hanno capito che cosa è il 'sacerdozio cattolico' e non dovevano diventare preti. Sappiano che nessuno li costringe a rimanere preti, sfruttandone solo i benefici. Coerenza vorrebbe che venissero allo scoperto. Non vogliamo loro del male ma non possiamo accettare che a causa dei loro comportamenti sia infangata la onorabilità di tutti gli altri".
In buona sostanza, secondo il Vaticano il problema evidenziato dall’inchiesta esiste. Su questo almeno non c’è più alcun dubbio. Conclude la nota del vicariato: "Dinanzi a simili fatti aderiamo con convinzione a ciò che il Santo Padre Benedetto XVI ha ripetuto più volte negli ultimi mesi: 'I peccati dei sacerdoti' ci richiamano tutti alla conversione del cuore e della vita e a essere vigilanti a non inquinare la fede e la vita cristiana, intaccando l’integrità della Chiesa, indebolendo la sua capacità di profezia e di testimonianza, appannando la bellezza del suo volto. Questo vicariato è impegnato a perseguire con rigore, secondo le norme della Chiesa, ogni comportamento indegno della vita sacerdotale".
Ora, si può discutere sulla forma e se vogliamo sulla crudeltà dell’inchiesta, ma la sostanza delle cose raccontate c’è tutta. Tanto che il vicariato con rigore esorta i preti omosessuali a uscire allo scoperto, a lasciare la tonaca e abbandonare la Chiesa (....).
Reperire dati utili a inquadrare il fenomeno è impresa difficile. Difficile perché, com’è ovvio, non ci sono studi e tabelle ufficiali. Ci si deve accontentare di stime ufficiose, parziali, confutabili. Che non hanno certo la pretesa di assurgere a verità scientifica, ma possono aiutare a capire quanto è grande il terreno su cui camminiamo.
I tentativi più articolati arrivano dagli Stati Uniti. Secondo gli innumerevoli studi dello psichiatra Richard Sipe, ex monaco benedettino ed ex sacerdote, il 25 per cento dei preti americani ha avuto relazioni con donne dopo l’ordinazione.
Il 30 per cento è gay. Un altro 20 per cento è stato coinvolto in relazioni omosessuali, o ha avuto un conflitto riguardante un’attività sessuale periodica, o si è sentito spinto verso un’attività omosessuale, o si identifica come omosessuale, o ha almeno avuto una serie di dubbi riguardo il proprio orientamento sessuale.
Richard Sipe ha dichiarato al Boston Globe: "Se dovessimo eliminare tutti quei preti che hanno tendenze omosessuali, il numero sarebbe così alto che risulterebbe una bomba atomica. Significherebbe le dimissioni di un terzo dei vescovi in giro per il mondo".
Cambiamo pagina. Il sociologo e scrittore James G. Wolf stima che il 48 per cento dei preti americani sia gay. Nelle sue ricerche, condotte attraverso questionari rivolti ai sacerdoti, è arrivato a queste conclusioni: il 58 per cento pensa che il celibato sia un ideale piuttosto che una legge alla quale obbedire.
Il 35 per cento pensa sia un impegno a non sposarsi piuttosto che a non avere alcuna attività sessuale. Il 41 per cento considera la sua vita sessuale separata dalla vita da prete. Nell’autunno del 1999, il Kansas City Star ha mandato un questionario a tremila preti sparsi per gli Stati Uniti.
Quelli che hanno risposto sono stati 801. Il 75 per cento ha dichiarato di avere una tendenza omosessuale, il 15 per cento si è dichiarato apertamente omosessuale, il 5 per cento bisessuale.
Nel 1990 il reverendo Thomas Crangle, francescano, ha mandato cinquecento lettere ad altrettanti preti selezionati a caso. Quelli che hanno risposto sono stati 398: il 45 per cento ha dichiarato di essere gay. In Brasile, Il Centro de Estati Lstica Religiosa e Investigacoes Sociais (Ceris), ha svolto un’indagine anonima su un campione di 758 preti cattolici brasiliani: il 41 per cento ha ammesso di avere avuto rapporti sessuali. La metà di loro si è detta contraria al celibato.
Veniamo all’Europa. Eugen Drewermann, scrittore, critico, teologo ed ex sacerdote, studi alla mano sostiene che in Germania, su un totale di diciottomila sacerdoti, almeno seimila vivono con una donna. Sul giornale austriaco Osterreich, il teologo Paul Zulehner, dal 2000 al 2007 preside della facoltà di Teologia cattolica dell’Università di Vienna, ha dichiarato che il 22 per cento dei preti austriaci porta avanti relazioni con donne.
Zulehner accenna anche ad altre ricerche in cui la percentuale sale al 50 per cento. Fa poi riferimento a un’inchiesta recente realizzata su un campione di cinquecento preti: l’81 per cento dei sacerdoti intervistati auspica l’abolizione dell’obbligo del celibato, il 51 per cento è favorevole all’introduzione del sacerdozio femminile.
Continuiamo la nostra carrellata. Il 59 per cento dei sacerdoti austriaci vuole l’abolizione del celibato obbligatorio: è quanto emerge da un sondaggio effettuato dai ricercatori dell’Università Keplero di Linz su 406 preti cattolici.
Il quotidiano The Guardian ha parlato di mille casi di figli di preti cattolici in Gran Bretagna. Secondo Pat Buckley, vescovo irlandese che ha messo in piedi un gruppo di supporto per amanti di preti, almeno cinquecento donne in Irlanda hanno una relazione con un prete cattolico.
In Svizzera, stando a quanto dichiara un gruppo di aiuto di amanti di preti, ci sono cinquecento donne che vivono una relazione con un prete, su un totale di millenovecento sacerdoti attivi. Circa duecento bambini sarebbero nati da queste relazioni. Stando a una ricerca dal titolo Radiografía del clero diocesano español fatta dalla rivista cristiana spagnola 21rs, il 52 per cento del clero vorrebbe che il celibato fosse facoltativo.
E in Italia? Nulla di nulla. Nessuno ha mai provato ad abbozzare qualche studio. E guai a contattare i sacerdoti psichiatri che seguono i casi più difficili di preti coinvolti in affari sessuali. Ti evitano come fossi la peste. Hanno paura. Si può parlare di tutto tranne che di sesso.
© Edizioni Piemme Spa. Tutti i diritti riservati
Tratto da Carmelo Abbate, Sex and the Vatican. Viaggio segreto nel regno dei casti, Piemme, pp.420, euro 18,50
Carmelo Abbate ha condotto numerose inchieste sul campo, in particolare riguardo a temi sociali. Ha fatto importanti reportage sul caporalato, sulle morti sul lavoro, sul fenomeno dell’immigrazione in Italia, sulla sanità.
Si è finto marocchino e curdo per raccontare, tra vessazioni e paura, l’inferno del lavoro nero in Puglia e in Sicilia. Si è finto medico, spalancando le porte di reparti, pronto soccorso, sale operatorie, per documentare inquietanti episodi di malasanità negli ospedali del Sud. Nel settembre 2010 il suo reportage da prima pagina Le notti brave dei preti gay, pubblicato dal settimanale Panorama, ha fatto il giro del mondo. Per Piemme ha pubblicato con successo Babilonia (2010). Sex and the Vatican esce in contemporanea anche in Francia, per i tipi di Michel Lafon.
Per documentare le mie giornate romane tra sacerdoti, festini omosessuali, escort e liturgie, ho fatto ricorso a una telecamera nascosta. Avevo bisogno di prove certe e inconfutabili. In caso contrario sarei stato massacrato. Infatti. E` il 23 luglio 2010. Il news magazine per cui lavoro, Panorama, pubblica una parte dell’inchiesta e delle immagini in mio possesso.
In copertina, su sfondo nero, le mani giunte di un prete stringono un rosario. Le unghie dell’uomo sono laccate di rosa. Titolo: Le notti brave dei preti gay.
La prima dichiarazione della Chiesa di Roma è rilasciata all’agenzia di stampa Ansa. “Anonime fonti vaticane” bollano l’inchiesta come "priva di fonti concrete e circostanziate" e la declassano a un "tentativo di trovare a ogni costo argomenti forti per svegliare i lettori sotto l’ombrellone".
Il direttore di Panorama, Giorgio Mulè, reagisce. "Desidero rassicurare le anonime fonti vaticane invitandole in edicola per leggere l’inchiesta. Ove non fosse possibile sarò lieto, se dovessero decidere di rendersi palesi con la direzione del giornale, di fornire loro nomi, cognomi e 54 indirizzi dei sacerdoti che hanno compiuto atti sessuali, peraltro documentati da riprese video incontrovertibili".
Avevo bisogno di prove certe e inconfutabili. Qualche ora più tardi viene diffusa una nota ufficiale a firma del cardinale Agostino Vallini, vicario di papa Benedetto XVI. "La finalità dell’articolo è evidente: creare lo scandalo, diffamare tutti i sacerdoti sulla base della dichiarazione di uno degli intervistati secondo il quale 'il 98 per cento dei sacerdoti che conosce è omosessuale', screditare la Chiesa e fare pressione contro quella parte della Chiesa da loro definita 'intransigente, che si sforza di non guardare la realtà' dei preti omosessuali".
I fatti raccontati non vengono più messi in discussione dal Vaticano. Sempre Vallini: "I fatti raccontati non possono non suscitare dolore e sconcerto nella comunità ecclesiale di Roma, che conosce da vicino i suoi sacerdoti non dalla 'doppia vita', ma con una 'vita sola', felice e gioiosa, coerente alla vocazione, donata a Dio e a servizio della gente, impegnata a vivere e testimoniare il Vangelo e modello di moralità per tutti. Questi sono gli oltre 1.300 sacerdoti delle 336 nostre parrocchie, degli oratori, delle molteplici opere di carità, degli istituti di vita consacrata e delle altre realtà ecclesiali operanti nelle università, nel mondo della cultura, negli ospedali e sulle frontiere della povertà e del degrado umano, non solo nella nostra città ma anche in terre lontane e in condizioni assai disagiate. Chi conosce la Chiesa di Roma, dove vivono anche molte centinaia di altri preti provenienti da tutto il mondo per studiare nelle università, ma che non sono del clero romano impegnati nella pastorale, non si ritrova minimamente nel comportamento di costoro dalla 'doppia vita', che non hanno capito che cosa è il 'sacerdozio cattolico' e non dovevano diventare preti. Sappiano che nessuno li costringe a rimanere preti, sfruttandone solo i benefici. Coerenza vorrebbe che venissero allo scoperto. Non vogliamo loro del male ma non possiamo accettare che a causa dei loro comportamenti sia infangata la onorabilità di tutti gli altri".
In buona sostanza, secondo il Vaticano il problema evidenziato dall’inchiesta esiste. Su questo almeno non c’è più alcun dubbio. Conclude la nota del vicariato: "Dinanzi a simili fatti aderiamo con convinzione a ciò che il Santo Padre Benedetto XVI ha ripetuto più volte negli ultimi mesi: 'I peccati dei sacerdoti' ci richiamano tutti alla conversione del cuore e della vita e a essere vigilanti a non inquinare la fede e la vita cristiana, intaccando l’integrità della Chiesa, indebolendo la sua capacità di profezia e di testimonianza, appannando la bellezza del suo volto. Questo vicariato è impegnato a perseguire con rigore, secondo le norme della Chiesa, ogni comportamento indegno della vita sacerdotale".
Ora, si può discutere sulla forma e se vogliamo sulla crudeltà dell’inchiesta, ma la sostanza delle cose raccontate c’è tutta. Tanto che il vicariato con rigore esorta i preti omosessuali a uscire allo scoperto, a lasciare la tonaca e abbandonare la Chiesa (....).
Reperire dati utili a inquadrare il fenomeno è impresa difficile. Difficile perché, com’è ovvio, non ci sono studi e tabelle ufficiali. Ci si deve accontentare di stime ufficiose, parziali, confutabili. Che non hanno certo la pretesa di assurgere a verità scientifica, ma possono aiutare a capire quanto è grande il terreno su cui camminiamo.
I tentativi più articolati arrivano dagli Stati Uniti. Secondo gli innumerevoli studi dello psichiatra Richard Sipe, ex monaco benedettino ed ex sacerdote, il 25 per cento dei preti americani ha avuto relazioni con donne dopo l’ordinazione.
Il 30 per cento è gay. Un altro 20 per cento è stato coinvolto in relazioni omosessuali, o ha avuto un conflitto riguardante un’attività sessuale periodica, o si è sentito spinto verso un’attività omosessuale, o si identifica come omosessuale, o ha almeno avuto una serie di dubbi riguardo il proprio orientamento sessuale.
Richard Sipe ha dichiarato al Boston Globe: "Se dovessimo eliminare tutti quei preti che hanno tendenze omosessuali, il numero sarebbe così alto che risulterebbe una bomba atomica. Significherebbe le dimissioni di un terzo dei vescovi in giro per il mondo".
Cambiamo pagina. Il sociologo e scrittore James G. Wolf stima che il 48 per cento dei preti americani sia gay. Nelle sue ricerche, condotte attraverso questionari rivolti ai sacerdoti, è arrivato a queste conclusioni: il 58 per cento pensa che il celibato sia un ideale piuttosto che una legge alla quale obbedire.
Il 35 per cento pensa sia un impegno a non sposarsi piuttosto che a non avere alcuna attività sessuale. Il 41 per cento considera la sua vita sessuale separata dalla vita da prete. Nell’autunno del 1999, il Kansas City Star ha mandato un questionario a tremila preti sparsi per gli Stati Uniti.
Quelli che hanno risposto sono stati 801. Il 75 per cento ha dichiarato di avere una tendenza omosessuale, il 15 per cento si è dichiarato apertamente omosessuale, il 5 per cento bisessuale.
Nel 1990 il reverendo Thomas Crangle, francescano, ha mandato cinquecento lettere ad altrettanti preti selezionati a caso. Quelli che hanno risposto sono stati 398: il 45 per cento ha dichiarato di essere gay. In Brasile, Il Centro de Estati Lstica Religiosa e Investigacoes Sociais (Ceris), ha svolto un’indagine anonima su un campione di 758 preti cattolici brasiliani: il 41 per cento ha ammesso di avere avuto rapporti sessuali. La metà di loro si è detta contraria al celibato.
Veniamo all’Europa. Eugen Drewermann, scrittore, critico, teologo ed ex sacerdote, studi alla mano sostiene che in Germania, su un totale di diciottomila sacerdoti, almeno seimila vivono con una donna. Sul giornale austriaco Osterreich, il teologo Paul Zulehner, dal 2000 al 2007 preside della facoltà di Teologia cattolica dell’Università di Vienna, ha dichiarato che il 22 per cento dei preti austriaci porta avanti relazioni con donne.
Zulehner accenna anche ad altre ricerche in cui la percentuale sale al 50 per cento. Fa poi riferimento a un’inchiesta recente realizzata su un campione di cinquecento preti: l’81 per cento dei sacerdoti intervistati auspica l’abolizione dell’obbligo del celibato, il 51 per cento è favorevole all’introduzione del sacerdozio femminile.
Continuiamo la nostra carrellata. Il 59 per cento dei sacerdoti austriaci vuole l’abolizione del celibato obbligatorio: è quanto emerge da un sondaggio effettuato dai ricercatori dell’Università Keplero di Linz su 406 preti cattolici.
Il quotidiano The Guardian ha parlato di mille casi di figli di preti cattolici in Gran Bretagna. Secondo Pat Buckley, vescovo irlandese che ha messo in piedi un gruppo di supporto per amanti di preti, almeno cinquecento donne in Irlanda hanno una relazione con un prete cattolico.
In Svizzera, stando a quanto dichiara un gruppo di aiuto di amanti di preti, ci sono cinquecento donne che vivono una relazione con un prete, su un totale di millenovecento sacerdoti attivi. Circa duecento bambini sarebbero nati da queste relazioni. Stando a una ricerca dal titolo Radiografía del clero diocesano español fatta dalla rivista cristiana spagnola 21rs, il 52 per cento del clero vorrebbe che il celibato fosse facoltativo.
E in Italia? Nulla di nulla. Nessuno ha mai provato ad abbozzare qualche studio. E guai a contattare i sacerdoti psichiatri che seguono i casi più difficili di preti coinvolti in affari sessuali. Ti evitano come fossi la peste. Hanno paura. Si può parlare di tutto tranne che di sesso.
© Edizioni Piemme Spa. Tutti i diritti riservati
Tratto da Carmelo Abbate, Sex and the Vatican. Viaggio segreto nel regno dei casti, Piemme, pp.420, euro 18,50
Carmelo Abbate ha condotto numerose inchieste sul campo, in particolare riguardo a temi sociali. Ha fatto importanti reportage sul caporalato, sulle morti sul lavoro, sul fenomeno dell’immigrazione in Italia, sulla sanità.
Si è finto marocchino e curdo per raccontare, tra vessazioni e paura, l’inferno del lavoro nero in Puglia e in Sicilia. Si è finto medico, spalancando le porte di reparti, pronto soccorso, sale operatorie, per documentare inquietanti episodi di malasanità negli ospedali del Sud. Nel settembre 2010 il suo reportage da prima pagina Le notti brave dei preti gay, pubblicato dal settimanale Panorama, ha fatto il giro del mondo. Per Piemme ha pubblicato con successo Babilonia (2010). Sex and the Vatican esce in contemporanea anche in Francia, per i tipi di Michel Lafon.