Libia, Misurata è sotto assedio. Bombe a grappolo sui civili

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La denuncia del New York Times e Human Rights Watch: il regime libico usa le 'cluster bomb'. Intanto Berlusconi afferma: "Non bombarderemo con nostri aerei". Ma Sarkozy, Cameron e Obama insistono: continuiamo fin quando Gheddafi non andrà via. VIDEO

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L'incubo di Misurata, la città ribelle della Libia assediata, è ancora più infernale: le forze di Muammar Gheddafi hanno iniziato a sfruttare le micidiali bombe a grappolo, fuorilegge in quasi tutto il mondo, facendo strage di civili innocenti, di donne e di bambini.
Mentre erano in corso per la seconda sera consecutivi intensi scambi di armi automatiche, di mortaio e di artiglieria a Misurata, a circa 200 chilometri ad est da Tripoli, il New York Times scriveva - e Human Rights Watch confermava - che la vigilia, probabilmente per la prima volta, i militari hanno usato le 'cluster bomb'.

Da Tripoli tuttavia il portavoce del governo libico Mussa Ibrahim negava tutto. "Non utilizzeremmo mai armi simili contro le popolazioni libiche - ha detto - oltretutto il mondo ci sta guardando e non potremmo mai fare una cosa del genere".
Le cosiddette 'cluster' sono bombe diaboliche: scoppiano per aria rilasciando una ventina di piccoli ordigni, che a loro volta scoppiano poco dopo, provocando danni gravissimi tra i civili, con proiettili incontrollabili inviati in tutte le direzioni.
Come riferisce un fotografo dell'Afp sul posto, i combattimenti hanno cominciato ad intensificarsi poco prima del tramonto nel centro della città.
Secondo gli insorti colpi di mortaio sono stati lanciati sulla principale strada che divide la città in due parti e c'è il timore di una nuova notte di bombardamenti massicci sulla terza città del paese.
Uno degli inviati del NyTimes racconta che le forze militari fedeli a Gheddafi, che hanno circondato la città, stanno colpendo i quartieri residenziali con armi pesanti, "tra cui cluster bombs, che sono state proibite in gran parte del mondo e razzi terra-terra, secondo quando si apprende da testimoni e da sopravissuti, a da prove raccolte sul posto".

L'inviato a Misurata, C.V. Chivers, ricorda che le armi non sono precise e quando vengono utilizzate in aree molto popolose fanno molti danni tra i civili.
L'organizzazione umanitaria Human Rights Watch ha fatto sapere che alcuni suoi operatori sul campo, nella notte tra giovedì 14 e venerdì 15 aprile, hanno visto cadere almeno tre ordigni 'cluster' sul quartiere di El Shawahda e che altri due hanno colpito altre zone della città.
Un portavoce di Hwr ha definito "esecrabile" il ricorso a questi ordigni. La denuncia è "una informazione preoccupante" per il segretario di Stato Usa Hillary Clinton che afferma però di non esserne al corrente anche se la cosa non la stupisce. Parlando da Berlino dove si trovava per una riunione della Nato, la Clinton ha spiegato che "una delle ragioni per cui i combattimenti a Misurata sono cos difficili" è che si stanno verificando in aree urbane, "ponendo numerose sfide sia alla Nato sia all'opposizione".
Secondo il Nyt, le bombe a grappolo sono state utilizzate nel pieno della notte, sparate da mortai da 120 millimetri. Scoppiano sopra la città, spargendo bombe più piccole, molto esplosive.
In base ai gusci fotografati ed esaminati dal quotidiano, si tratterebbero di proiettili da mortaio MAT-120, ognuno dei quali trasporta e 'spara' 21 piccole sottomunizioni con l'obiettivo di uccidere e di penetrare nei giubbotti leggeri di protezione. La munizioni sarebbero state prodotte in Spagna nel 2007, un anno prima che il paese firmasse la convenzione che bandisce le bomber a grappolo e si impegnasse a distruggere quelle in suo possesso. La Libia, ricorda infine il quotidiano, non ha firmato la convenzione.

Intanto, durante il Consiglio dei ministri di venerdì 15 aprile, Silvio Berlusconi ha confermato che l'impegno militare dell'Italia in Libia non cambierà e non ci saranno bombardamenti da parte di nostri aerei  contro l'ex colonia nord africana. Un orientamento decisamente diverso da quello dei leader di Gran Bretagna, Francia e Stati Uniti, che hanno invece promesso di continuare la campagna militare in Libia finché Muammar Gheddafi non lascerà il potere.

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