Vittorio Arrigoni era stato rapito dai salafiti vicini ad al Qaeda. Il cooperante sarebbe morto qualche ora prima del blitz di Hamas, intervenuta per liberarlo. A quanto si apprende, il pacifista e blogger è stato impiccato
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Vittorio Arrigoni è stato "impiccato" dai suoi rapitori, i salafiti della Brigata dei Valorosi Compagni del Profeta Mohammed bin Moslima. Questo quanto riferito l'ufficio stampa di Hamas, il gruppo radicale palestinese che controlla la Striscia di Gaza, sul cui territorio è stato rinvenuto il cadavere del 36enne pacifista e free-lance italiano.
In un comunicato il movimento di resistenza islamico ha denunciato "il criminale sequestro e omicidio di un attivista italiano per la solidarietà" e ha reso noto che il suo corpo è stato "ritrovato dalle forze di sicurezza appeso in una casa abbandonata" nel settore settentrionale dell'enclave palestinese.
In un video su YouTube, i sequestratori minacciavano di ucciderlo nel giro di "trenta ore", quindi entro le 17 locali, le 16 italiane, di giovedì 14 aprile, se non fossero stati scarcerati il loro leader, lo sceicco Hisham al-Souedani, e un imprecisato numero di altri compagni. In realtà, Arrigoni sarebbe stato assassinato poco dopo la cattura, forse appena tre ore. Nella drammatica ripresa si mostrava in primo piano il volto dell'ostaggio, trattenuto e tirato per i capelli da una mano fuori campo: il viso di Arrigoni, bendato con un'ampia fascia nera, appariva tumefatto e sanguinante, con una vistosa ecchimosi attorno l'occhio destro.
A quanto si apprende, due uomini sono stati arrestati e altri sono ricercati per la morte del cooperante italiano.
"Nell'esprimere il forte sgomento per il barbaro assassinio ed il più sincero cordoglio alla famiglia del connazionale, la Farnesina condanna nei termini più fermi il vile e irragionevole gesto di violenza da parte di estremisti indifferenti al valore della vita umana compiuto ai danni di una persona innocente che si trovava da tempo in quella zona per seguire da vicino e raccontare con forte impegno personale la situazione dei palestinesi della striscia di Gaza", dice la nota. Il gruppo jihadista salafita nella striscia di Gaza, legato ad al Qaeda, aveva minacciato ieri sera di uccidere Arrigoni alle 16 di venerdì ora italiana se il loro leader, arrestato da Hamas lo scorso mese, non fosse stato liberato.
Arrigoni, attivista pacifista e blogger (questo il suo spazio in Rete), viveva a Gaza dell'agosto del 2008. Era arrivato a bordo di una nave con materiale umanitario consentito da Israele. Hamas, il gruppo islamico che controlla l'enclave costiero, si oppone duramente ai salafiti che predicano una forma estrema di Islam e sembra stiano trovando reclute, anche da Hamas, tra coloro che sono scontenti della politica di Hamas nei confronti di Israele.
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In un comunicato il movimento di resistenza islamico ha denunciato "il criminale sequestro e omicidio di un attivista italiano per la solidarietà" e ha reso noto che il suo corpo è stato "ritrovato dalle forze di sicurezza appeso in una casa abbandonata" nel settore settentrionale dell'enclave palestinese.
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A quanto si apprende, due uomini sono stati arrestati e altri sono ricercati per la morte del cooperante italiano.
"Nell'esprimere il forte sgomento per il barbaro assassinio ed il più sincero cordoglio alla famiglia del connazionale, la Farnesina condanna nei termini più fermi il vile e irragionevole gesto di violenza da parte di estremisti indifferenti al valore della vita umana compiuto ai danni di una persona innocente che si trovava da tempo in quella zona per seguire da vicino e raccontare con forte impegno personale la situazione dei palestinesi della striscia di Gaza", dice la nota. Il gruppo jihadista salafita nella striscia di Gaza, legato ad al Qaeda, aveva minacciato ieri sera di uccidere Arrigoni alle 16 di venerdì ora italiana se il loro leader, arrestato da Hamas lo scorso mese, non fosse stato liberato.
Arrigoni, attivista pacifista e blogger (questo il suo spazio in Rete), viveva a Gaza dell'agosto del 2008. Era arrivato a bordo di una nave con materiale umanitario consentito da Israele. Hamas, il gruppo islamico che controlla l'enclave costiero, si oppone duramente ai salafiti che predicano una forma estrema di Islam e sembra stiano trovando reclute, anche da Hamas, tra coloro che sono scontenti della politica di Hamas nei confronti di Israele.