L'esercito ha attaccato i manifestanti che protestavano chiedendo un processo all'ex presidente Hosni Mubarak e le dimissioni del capo dell'esercito Mohammed Hussein Tantawi, leader ad interim del Paese. Spari e lancio di sassi a piazza Tahrir
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"Il popolo vuole che il maresciallo se ne vada". Passato Hosni Mubarak è ora il turno del capo del Consiglio supremo delle forze armate Hussein Tantawi ad essere nel mirino dei manifestanti di piazza Tahrir il giorno dopo i violenti scontri fra dimostranti e forze dell'ordine che hanno provocato due morti, secondo fonti mediche, e un decesso e settantuno feriti, secondo il ministero della Sanità.
Gli scontri di sabato 9 aprile hanno causato la chiusura per motivi precauzionali del Museo Egizio, che aveva da poco riaperto i battenti. Le forze armate hanno poi fatto sapere che respingeranno "con fermezza" gli atti di vandalismo, a proposito degli scontri nella piazza.
Le prime violenze e vittime dalla cacciata dell'ex rais l'11 febbraio, sono venute dopo la nuova imponente manifestazione di venerdì 8 aprile, nella quale centinaia di migliaia di persone hanno chiesto che Mubarak, la sua famiglia e il suo entourage siano processati rapidamente. La richiesta è stata rivolta dai cori dei manifestanti direttamente a Tantawi, capo di quelle forze armate che fino ad ora sono state vissute come le protettrici della rivoluzione del 25 gennaio.
Ma gli scontri di sabato 9 aprile hanno modificato in qualche modo questa percezione, anche perché l'8 aprile sul palco della giornata del "processo e della purificazione" sono saliti vari sottufficiali dell'esercito per unirsi alle richieste dei manifestanti. Anche durante la rivoluzione soldati e ufficiali si erano uniti a chi protestava, ma questa è stata la prima volta che lo hanno fatto così pubblicamente e questo, secondo i manifestanti della piazza, spiega perché l'esercito, al quale si è unita la polizia, sia intervenuto così duramente contro le persone che hanno deciso di rimanere nella grande piazza simbolo della rivolta anti Mubarak, per proseguire la protesta anche dopo l'inizio del coprifuoco.
Il Consiglio supremo delle forze armate ha diffuso un comunicato per dire che si era trattato di "criminali" che avevano violato le disposizioni del coprifuoco dopo la manifestazione organizzata da "cittadini egiziani onesti e leali". Mentre i manifestanti accusavano l'esercito di avere usato proiettili veri nella battaglia della notte tra l'8 e il 9 aprile, il Consiglio diffondeva un altro comunicato per annunciare di avere ordinato l'arresto di un personaggio di primo piano del partito del'ex rais, Ibrahim Kamal, accusandolo di avere istigato la piazza alle violenze nelle quali sono stati bruciati un autobus militare e un camion.
Mentre circolavano voci insistenti di dimissioni del premier Essam Sharaf, le forze politiche, inclusi i Fratelli musulmani e i giovani della rivoluzione, hanno velocemente fatto dichiarazioni invocando la coesione anche dell'esercito, mettendo in guardia dai tentativi di indebolire la rivoluzione, dividendo il popolo dalle forze armate. Accusa rivolta esplicitamente al vecchio regime di Mubarak, al quale però i manifestanti stanno associando ormai anche Tantawi, che ha fatto tutta la sua carriera militare e politica con l'ex rais.
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