Dopo quasi 9 ore di colloqui il ministro dell'Interno e il suo collega Habib Essid hanno raggiunto un'intesa che prevede "anche i rimpatri". In arrivo il decreto sui permessi di soggiorno temporanei ai tunisini arrivati in Italia nei primi mesi dell'anno
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L'Italia e la Tunisia hanno firmato l'accordo sul controllo delle coste per cercare di arginare l'emergenza immigrazione. L'intesa è stata raggiunta dopo quasi nove ore di colloqui tra il ministro degli Interni Roberto Maroni e il suo omologo tunisino Habib Essid.
"Abbiamo sottoscritto un accordo tecnico sulla cooperazione tra i due Paesi contro l'immigrazione clandestina: oltre al rafforzamento della collaborazione tra forze di Polizia, sono previsti anche rimpatri" ha detto il ministro dell'Interno, Roberto Maroni, in una breve conferenza stampa. Si tratta, ha aggiunto, "di interventi di prevenzione nei confronti dell'immigrazione clandestina, che ci consentono di chiudere il rubinetto".
Questo accordo tecnico, ha precisato Maroni, "è parte di un impegno complessivo tra Italia e Tunisia e lo illustrerò mercoledì 6 aprile alla riunione di Palazzo Chigi della cabina di regia con le Regioni". Secondo indiscrezioni, sempre mercoledì, sarà firmato il decreto del
presidente del Consiglio per la concessione del permesso di soggiorno temporaneo di sei mesi ai tunisini arrivati quest'anno in Italia (sono circa 20.000). Il permesso non varrà per i
migranti che arriveranno in Italia successivamente all'entrata in vigore del provvedimento.
Per loro, l'accrdo con la Tunisia dovrebbe prevedere il rimpatrio diretto con procedura semplificata, basterà il riconoscimento della persona da parte dell'autorità consolare
tunisina, senza ricorso alle schede dattiloscopiche.
Il ministro si è detto "soddisfatto: è stato un lavoro lungo e non facile, ma il risultato è importante. Inizia una fase di cooperazione più intensa tra i due Paesi, che bisognerà attuare". Maroni non ha indicato numeri e tempi dei rimpatri, spiegando che "è tutto contenuto nell'accordo che consegnerò al presidente del Consiglio Berlusconi".
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