Vertice internazionale a Londra: la missione militare continua. Frattini: "Gheddafi vada in esilio". Il raìs: "Siete come Hitler". Esplosioni a Tripoli, si combatte fra Misurata e Sirte: rallenta la controffensiva dei ribelli. FOTO E VIDEO
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La Francia è pronta a discutere con gli alleati di un aiuto militare ai ribelli in Libia. A dichiararlo è stato il capo della diplomazia francese, Alain Juppé, ricordando come questo non sia tuttavia previsto dalle risoluzioni 1973 e 1970. "Per il momento la Francia si attiene ad una fedele applicazione di queste risoluzioni. Detto questo, siamo pronti a discuterne con i nostri partner", ha aggiunto durante la conferenza stampa tenuta a Londra al termine del vertice internazionale sulla Libia tra le potenze della coalizione e l'Onu.
Gheddafi deve andare via - La giornata di martedì 29 marzo, infatti, è stata segnata dalla Conferenza sulla missione in Libia. Una la parola d'ordine alla Lancaster House, la sede di rappresentanza del Foreign Office che ha ospitato il vertice: l'uscita di scena del raìs, con un esilio che non significhi però un 'salvacondotto' che gli garantisca l'immunità di fronte alla Corte Penale Internazionale (Cpi).
Una posizione che mette d'accordo tutti, riferisce il ministro degli Esteri italiano, Franco Frattini, che ha lasciato Londra "soddisfatto" per una riunione che ha avuto un "importante risultato politico". Le organizzazioni internazionali sedute attorno al tavolo si sono trovate tutte d'accordo nel giudicare le operazioni militari non un fine ma un mezzo. Perché, ha ricordato il capo della diplomazia italiana, l'obiettivo vero è quello di una strategia politica per il dopo Gheddafi che parta dal cessate il fuoco, l'uscita del raìs dal Paese e un dialogo che porti ad una Libia democratica e "unita", anche con una costituzione per il Paese.
E sul possibile esilio del Colonnello gli occhi sono puntati sull'Unione africana che può "avere un ruolo e far leva", seppur con "discrezione" come vanno fatte queste cose.
L'Ua però a Londra non c'era. E' stata il grande assente della Conferenza: un posto vuoto al tavolo che alcuni hanno letto con la possibilità che l'organizzazione panafricana stia trattando con il regime per una soluzione di uscita.
L'assenza dell'Ua è stato motivo di "rammarico" ha detto Frattini ma non "ci dobbiamo arrendere": "Intendiamo coinvolgerla". E se la parola d'ordine è "via Gheddafi", come ribadito anche, tra gli altri, dal segretario di stato americano Hillary Clinton, le posizioni sull'esilio (che l'Italia considera "la migliore tra le opzioni") sembrano avvicinarsi sempre più.
Gheddafi: siete come Hitler - Intanto, il Colonnello Gheddafi è tornato a far sentire la sua voce da Tripoli, tra invettive e aperture. "Lasciate che sia l'Unione africana a gestire la crisi, la Libia accetterà tutto quello che l'Ua deciderà", ha affermato in un messaggio diramato dall'agenzia ufficiale Jana. Il raìs ha anche paragonato l'operazione militare alleata in Libia alla campagna di Hitler in Europa: "Sembra che voi in Europa e negli Stati Uniti non comprendiate che questa operazione militare, barbara e malefica, somiglia alle campagne di Hitler".
I ribelli perdono terreno - Sul campo, l'artiglieria del Colonnello ha respinto i ribelli libici verso Ben Jawad, un centinaio di chilometri a est di Sirte. Nel pomeriggio di martedì 29 marzo almeno nove esplosioni sono state udite a Tripoli. Due sono state segnalate vicino alla residenza del Colonnello, mentre poco dopo ne sono state udite altre sette nel quartiere di Tajura, sede di diverse basi militari dell'esercito libico. E a Misurata il bilancio di nove giorni di combattimenti per i ribelli sarebbe di 124 morti e di 284 feriti.
Smentita la morte di Khamis Gheddafi - A quanto si apprende, inoltre, sarebbe falsa la notizia che il sesto figlio di Muammar Gheddafi sarebbe morto, come invece annunciato da un sito dell'opposizione (guarda il video). La tv di stato ha infatti mandato in onda immagini che ritraggono Khamis nella caserma-bunker del padre a Tripoli mentre saluta i sostenitori del regime, radunati per formare "scudi umani". Il sesto figlio di Gheddafi comanda le forze speciali della 32esima brigata, unità militare d'elite dell'esercito libico.
Riapre parzialmente ai voli civili l'aeroporto di Trapani - A partire dalle 7:30 del 30 marzo, inoltre, riaprirà parzialmente ai voli civili l'aeroporto di Trapani (leggi tutti i dettagli). E' stato infatti raggiunto un accordo tra l'Aeronautica militare e l'Enac. L'aeroporto di Trapani, scalo militare aperto all'uso civile, era stato chiuso lo scorso 21 marzo ai voli civili in concomitanza con l'avvio dell'attacco aereo degli alleati contro il leader libico Muammar Gheddafi.
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La Francia è pronta a discutere con gli alleati di un aiuto militare ai ribelli in Libia. A dichiararlo è stato il capo della diplomazia francese, Alain Juppé, ricordando come questo non sia tuttavia previsto dalle risoluzioni 1973 e 1970. "Per il momento la Francia si attiene ad una fedele applicazione di queste risoluzioni. Detto questo, siamo pronti a discuterne con i nostri partner", ha aggiunto durante la conferenza stampa tenuta a Londra al termine del vertice internazionale sulla Libia tra le potenze della coalizione e l'Onu.
Gheddafi deve andare via - La giornata di martedì 29 marzo, infatti, è stata segnata dalla Conferenza sulla missione in Libia. Una la parola d'ordine alla Lancaster House, la sede di rappresentanza del Foreign Office che ha ospitato il vertice: l'uscita di scena del raìs, con un esilio che non significhi però un 'salvacondotto' che gli garantisca l'immunità di fronte alla Corte Penale Internazionale (Cpi).
Una posizione che mette d'accordo tutti, riferisce il ministro degli Esteri italiano, Franco Frattini, che ha lasciato Londra "soddisfatto" per una riunione che ha avuto un "importante risultato politico". Le organizzazioni internazionali sedute attorno al tavolo si sono trovate tutte d'accordo nel giudicare le operazioni militari non un fine ma un mezzo. Perché, ha ricordato il capo della diplomazia italiana, l'obiettivo vero è quello di una strategia politica per il dopo Gheddafi che parta dal cessate il fuoco, l'uscita del raìs dal Paese e un dialogo che porti ad una Libia democratica e "unita", anche con una costituzione per il Paese.
E sul possibile esilio del Colonnello gli occhi sono puntati sull'Unione africana che può "avere un ruolo e far leva", seppur con "discrezione" come vanno fatte queste cose.
L'Ua però a Londra non c'era. E' stata il grande assente della Conferenza: un posto vuoto al tavolo che alcuni hanno letto con la possibilità che l'organizzazione panafricana stia trattando con il regime per una soluzione di uscita.
L'assenza dell'Ua è stato motivo di "rammarico" ha detto Frattini ma non "ci dobbiamo arrendere": "Intendiamo coinvolgerla". E se la parola d'ordine è "via Gheddafi", come ribadito anche, tra gli altri, dal segretario di stato americano Hillary Clinton, le posizioni sull'esilio (che l'Italia considera "la migliore tra le opzioni") sembrano avvicinarsi sempre più.
Gheddafi: siete come Hitler - Intanto, il Colonnello Gheddafi è tornato a far sentire la sua voce da Tripoli, tra invettive e aperture. "Lasciate che sia l'Unione africana a gestire la crisi, la Libia accetterà tutto quello che l'Ua deciderà", ha affermato in un messaggio diramato dall'agenzia ufficiale Jana. Il raìs ha anche paragonato l'operazione militare alleata in Libia alla campagna di Hitler in Europa: "Sembra che voi in Europa e negli Stati Uniti non comprendiate che questa operazione militare, barbara e malefica, somiglia alle campagne di Hitler".
I ribelli perdono terreno - Sul campo, l'artiglieria del Colonnello ha respinto i ribelli libici verso Ben Jawad, un centinaio di chilometri a est di Sirte. Nel pomeriggio di martedì 29 marzo almeno nove esplosioni sono state udite a Tripoli. Due sono state segnalate vicino alla residenza del Colonnello, mentre poco dopo ne sono state udite altre sette nel quartiere di Tajura, sede di diverse basi militari dell'esercito libico. E a Misurata il bilancio di nove giorni di combattimenti per i ribelli sarebbe di 124 morti e di 284 feriti.
Smentita la morte di Khamis Gheddafi - A quanto si apprende, inoltre, sarebbe falsa la notizia che il sesto figlio di Muammar Gheddafi sarebbe morto, come invece annunciato da un sito dell'opposizione (guarda il video). La tv di stato ha infatti mandato in onda immagini che ritraggono Khamis nella caserma-bunker del padre a Tripoli mentre saluta i sostenitori del regime, radunati per formare "scudi umani". Il sesto figlio di Gheddafi comanda le forze speciali della 32esima brigata, unità militare d'elite dell'esercito libico.
Riapre parzialmente ai voli civili l'aeroporto di Trapani - A partire dalle 7:30 del 30 marzo, inoltre, riaprirà parzialmente ai voli civili l'aeroporto di Trapani (leggi tutti i dettagli). E' stato infatti raggiunto un accordo tra l'Aeronautica militare e l'Enac. L'aeroporto di Trapani, scalo militare aperto all'uso civile, era stato chiuso lo scorso 21 marzo ai voli civili in concomitanza con l'avvio dell'attacco aereo degli alleati contro il leader libico Muammar Gheddafi.