Siria, su Youtube i video della rivolta
MondoAnche per le proteste a Damasco e Deraa Internet diventa il luogo in cui ci si organizza e dal quale si aggira la censura dei media di regime. Ecco i filmati, caricati sul social network, che testimoniano le proteste contro il governo di Assad
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Come già accaduto in Egitto, Tunisia e Libia la rivolta dei cittadini dei paesi arabi ha trovato in Internet lo strumento per organizzarsi e allo stesso tempo farsi vedere al mondo. Immagini, che altrimenti rischierebbero di venire censurate nei paesi d'origine, vengono riprese con videocamere amatoriali o con cellulari, aggirando in questo modo i controlli delle autorità e, grazie a Youtube, vengono visti in tutto il mondo. Come tutte le informazioni provenienti dalla rete, anche questi filmati non sono sempre verificabili e vanno presi con le dovute precauzioni, ma testimoniano comunque il terremoto sociale e politico che sta sconvolgendo il mondo mediterraneo.
Nel primo filmato si vede un gruppo di manifestanti a Damasco che distrugge un ritratto di Bashi Al Assad, presidente della Siria dal 200, succedo al padre Hafiz Al Asad
Il secondo video invece dovrebbe provenire da Deraa, la città nella quale gli scontri tra manifestanti e forze dell'ordine sono state più dure. Qui oggetto della furia delle proteste è una statua del presidente. Alla fine del filmato, però, i manifestanti vengono messi in fuga da alcuni spari
Anche in questo video un manifestanto si scaglia contro un ritratto di Assad
A Damasco la folla scende per le strade intonando slogan
Sempre a Damasco un momento convulso della protesta. Si vedono persone fuggire e si sentono alcuni spari in lontananza
In rete girano anche alcuni filmati particolarmente violenti e crudi. Chi li ha caricati sostiene che mostrino i manifestanti uccisi dalla polizia siriana. I video sono particolarmente crudi, violenti e macabri e se ne sconsiglia la visione a chi è troppo sensibile. I filmati si possono vedere cliccan qui e qui. Qui invece, si può trovare un altro filmato che mostra alcuni corpi per la strada, raccolti da alcun manifestanti.
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