Francia e Usa si accordano sul ruolo della Nato in Libia
MondoDopo una giornata di forte scontro diplomatico, Barack Obama e Sarkozy decidono per il passaggio della gestione di Odyssey Dawn sotto l'ombrello dell'Alleanza Atlantica. Ma la Germania si ritira da ogni operazione nel Mediterraneo
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Scontro diplomatico sul ruolo della Nato
Mentre continua l'offensiva delle truppe di Muammar Gheddafi contro le roccheforti degli insorti, con nuovi violenti attacchi su Misurata, Zintan e Yefren, tutte città situate a ovest di Tripoli, i paesi che compongono la "coalizione dei volenterosi" hanno trovato un accordo per coinvolgere la Nato nella gestione delle operazioni di Odyssey Dawn.
Obama in serata ha chiamato Nicolas Sarkozy e David Cameron, decidendo che il comando della seconda fase dell'operazione in Libia diventi internazionale. Secondo la Casa Bianca, la Nato dovrà essere "parte di una struttura di comando internazionale una volta che gli Usa lasceranno" la guida, perché ci saranno paesi extra Nato, secondo quanto ha indicato il vice consigliere per la sicurezza nazionale della Casa Bianca Ben Rhodes. Una posizione che, dopo un lungo giorno di resistenza, ha trovato d'accordo anche l'Eliseo che, in una nota, fa sapere che Sarkozy e il presidente Usa si sono "accordati sulle modalità di utilizzo delle strutture di comando della Nato in sostegno alla coalizione" in Libia. Il presidente Usa aveva in precedenza parlato con il premier turco Redep Tayyip Erdogan e l'emiro del Qatar, oltreché con i responsabili della sicurezza nazionale della Casa Bianca e dell'Amministrazione Usa.
Berlino si ritira - La Germania però annuncia l'intenzione di ritirarsi da ogni operazione dell'Alleanza Atlantica nel Mediterraneo. A renderlo noto è stato il ministero della Difesa a Berlino precisando che due fregate ed altre due imbarcazioni a bordo delle quali si trovano in totale 550 unità sono state messe sotto comando tedesco. Non è stato precisato al momento se le imbarcazioni resteranno o meno nel Mediterraneo. Verranno ritirate anche le 60-70 unità che prendono parte alle operazioni di sorveglianza aerea della Nato nel Mediterraneo.
Vinte le resistenze francesi - Per tutta la giornata era rimasto in dubbio l'appoggio francese a un possibile coinvolgimento dell'Alleanza Atlantica nella gestione delle operazioni. "La Nato potrà sostenere la coalizione dei paesi sull'operazione militare in Libia nel momento in cui gli Usa faranno un passo indietro" aveva affermato il portavoce del ministero degli Esteri francese, Christine Fages. E sull'argomento era intervenuto anche il ministro degli Esteri francese Alain Juppé che, di fronte all'Assemblea Nazionale, aveva rilanciato l'ipotesi di affidare il coordinamento politico dell'operazione militare in Libia a un comitato di ministri degli Esteri. Nel comitato ci sarebbero dovuti essere tutti i ministri dei paesi che partecipano all'operazione, ma anche quelli della Lega araba.
L'Italia favorevole alla Nato - Roma invece non aveva mai fatto mistero di preferire fin dal principio una gestione atlantica della missione in Libia. Un passo necessario, secondo il ministro Frattini, anche per cambiare eventualmente le regole di ingaggio per i caccia italiani, che per ora non stanno colpendo obiettivi libici, e per circoscrivere l'intervento armato. "Quello che esce fuori dalla risoluzione Onu non lo accetteremo", aveva sottolineato Frattini a proposito dei bombardamenti su Tripoli, criticati anche dal vicario apostolico di Tripoli, monsignor Giovanni Martinelli, perché non in linea con il vero obiettivo della missione. Lo stesso capo della diplomazia italiana aveva già invocato una "azione di mediazione politica", da avviare con un "cessate il fuoco monitorato dall'Onu". Il passaggio del comando all'Alleanza Atlantica era stato ribadito anche da Giorgio Napolitano, formalmente il capo delle Forze Armate in Italia, che aveva dichiarato che "la Nato rappresenta la soluzione di gran lunga più appropriata".
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Obama in serata ha chiamato Nicolas Sarkozy e David Cameron, decidendo che il comando della seconda fase dell'operazione in Libia diventi internazionale. Secondo la Casa Bianca, la Nato dovrà essere "parte di una struttura di comando internazionale una volta che gli Usa lasceranno" la guida, perché ci saranno paesi extra Nato, secondo quanto ha indicato il vice consigliere per la sicurezza nazionale della Casa Bianca Ben Rhodes. Una posizione che, dopo un lungo giorno di resistenza, ha trovato d'accordo anche l'Eliseo che, in una nota, fa sapere che Sarkozy e il presidente Usa si sono "accordati sulle modalità di utilizzo delle strutture di comando della Nato in sostegno alla coalizione" in Libia. Il presidente Usa aveva in precedenza parlato con il premier turco Redep Tayyip Erdogan e l'emiro del Qatar, oltreché con i responsabili della sicurezza nazionale della Casa Bianca e dell'Amministrazione Usa.
Berlino si ritira - La Germania però annuncia l'intenzione di ritirarsi da ogni operazione dell'Alleanza Atlantica nel Mediterraneo. A renderlo noto è stato il ministero della Difesa a Berlino precisando che due fregate ed altre due imbarcazioni a bordo delle quali si trovano in totale 550 unità sono state messe sotto comando tedesco. Non è stato precisato al momento se le imbarcazioni resteranno o meno nel Mediterraneo. Verranno ritirate anche le 60-70 unità che prendono parte alle operazioni di sorveglianza aerea della Nato nel Mediterraneo.
Vinte le resistenze francesi - Per tutta la giornata era rimasto in dubbio l'appoggio francese a un possibile coinvolgimento dell'Alleanza Atlantica nella gestione delle operazioni. "La Nato potrà sostenere la coalizione dei paesi sull'operazione militare in Libia nel momento in cui gli Usa faranno un passo indietro" aveva affermato il portavoce del ministero degli Esteri francese, Christine Fages. E sull'argomento era intervenuto anche il ministro degli Esteri francese Alain Juppé che, di fronte all'Assemblea Nazionale, aveva rilanciato l'ipotesi di affidare il coordinamento politico dell'operazione militare in Libia a un comitato di ministri degli Esteri. Nel comitato ci sarebbero dovuti essere tutti i ministri dei paesi che partecipano all'operazione, ma anche quelli della Lega araba.
L'Italia favorevole alla Nato - Roma invece non aveva mai fatto mistero di preferire fin dal principio una gestione atlantica della missione in Libia. Un passo necessario, secondo il ministro Frattini, anche per cambiare eventualmente le regole di ingaggio per i caccia italiani, che per ora non stanno colpendo obiettivi libici, e per circoscrivere l'intervento armato. "Quello che esce fuori dalla risoluzione Onu non lo accetteremo", aveva sottolineato Frattini a proposito dei bombardamenti su Tripoli, criticati anche dal vicario apostolico di Tripoli, monsignor Giovanni Martinelli, perché non in linea con il vero obiettivo della missione. Lo stesso capo della diplomazia italiana aveva già invocato una "azione di mediazione politica", da avviare con un "cessate il fuoco monitorato dall'Onu". Il passaggio del comando all'Alleanza Atlantica era stato ribadito anche da Giorgio Napolitano, formalmente il capo delle Forze Armate in Italia, che aveva dichiarato che "la Nato rappresenta la soluzione di gran lunga più appropriata".