Putin: la guerra in Libia giustifica il riarmo

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Valdimir Putin
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Secondo il premier russo le interferenze degli Stati Uniti negli affari interni di paesi terzi sono ormai una costante: "Preoccupa la leggerezza con la quale è stata presa la decisione di usare la forza". Medvedev: "Parole inaccettabili"

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"Gli avvenimenti in Libia sono la prova che la Russia fa bene a rafforzare la propria capacità difensiva": lo ha detto il premier russo Vladimir Putin, riferendosi all'operazione "Odissea all'alba".
In dichiarazioni riportate dall'agenzia Itar-Tass, Putin ha affermato che "la risoluzione del Consiglio di sicurezza dell'Onu è senz'altro incompleta e riduttiva. Essa permette un intervento in un paese sovrano. E questo ricorda un appello medioevale alle crociate".
"Preoccupa la leggerezza con la quale è stata presa la decisione di usare la forza", ha detto inoltre Putin, sostenendo che le interferenze degli Stati Uniti negli affari interni di paesi terzi sono ormai una costante.
"Nella politica degli Usa questo sta assumendo una tendenza stabile", ha detto il premier, ricordando i bombardamenti della Jugoslavia sotto la presidenza di Bill Clinton e le invasioni in Iraq e Afghanistan sotto George Bush.
"Ora tocca alla Libia", ha detto, esprimendo "sdegno", riferisce l'agenzia, per il fatto che "tutto questo si fa col pretesto di proteggere la popolazione civile".

Medvedev: "Parole inaccettabili" - Le parole del premier Putin - che nel suo intervento aveva paragonato l'intervento militare  a una "chiamata alle Crociate come nel Medio Evo" - hanno provocato la dura replica del presidente russo Dmitry Medvedev.
Frasi del genere, ha denunciato Medvedev, sono semplicemente "inaccettabili" giacché "in nessuna circostanza è tollerabile l'uso di espressioni, tipo 'crociata' o altro, che in sostanza conducono a uno scontro di civiltà. Si tratta della più clamorosa manifestazione pubblica di contrasto mai avvenuta tra i due leader del Cremlino, in concorrenza tra loro per le presidenziali previste in Russia l'anno prossimo.
"E' inaccettabile", ha ripetuto Medvedev, "altrimenti qualsiasi cosa può andare a finire peggio ancora di come sta andando adesso la situazione. Chiunque", ha volutamente rimarcato, "se lo deve ricordare".
Poi ha sottolineato che quanto sta avvenendo nel Paese nord-africano "deriva dall'orrendo comportamento dei suoi vertici" e "dai crimini da essi perpetrati contro il loro stesso popolo". Il presidente russo ha quindi ribadito che Mosca non intende unirsi alla coalizione multinazionale anti-Gheddafi, ma è tuttavia disposta a partecipare ad attività di interposizione tra ribelli e lealisti libici.

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