Dal rischio di piogge tossiche fino all'ipotesi che il disastro sia frutto di un complotto straniero, sui siti giapponesi si moltiplicano falsi allarmi e notizie inventate. Un blogger dedica il suo sito a svelare le bugie
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di David Saltuari
Nei giorni del post terremoto Twitter, Facebook, YouTube e la rete in generale si sono rivelati un'importante fonte di informazione e testimonianze di prima mano. Ma così come si propagano notizie di vitale importanza, la rete amplifica anche bufale, informazioni false o tentativi di sciacallaggio. Le informazioni che arrivano dal web non vanno mai prese come oro colato e necessitano, come ogni altra fonte, di attente verifiche. A cercare di districarsi tra le tante informazioni, tenendo la mente lucida e l'occhio attento, è il blogger giapponese Chiki Ogiue che usa la propria pagina web (tradotta in inglese su Global Voices) per smascherare le troppe notizie false che girano in queste ore.
Una delle voci più ricorrenti arriva da Chiba e suggerisce che il massiccio incendio che ha distrutto la raffineria locale possa riversare i suoi effetti tossici nelle piogge previste a partire da lunedì 14 marzo. La notizia è stata smentita direttamente dalla compagnia petrolifera che gestisce la raffineria che in un comunicato (in giapponese) spiega che il gas bruciato nell'incendio è solo una forma di GPL e che non causa residui tossici. Un'altra notizia che si sta spandendo nella rete giapponese parla di "stranieri che approfittano della situazione per commettere crimini". Chiki Ogiue osserva come in momenti di crisi generale è normale cercare capri espiatori, ma che storie di questo tipo non hanno fondamento e non vanno diffuse. La paura verso l'estraneo è però talmente forte che tra le bufale di maggior fortuna in queste ore ci sarebbe il sospetto che il paese sarebbe caduto vittima di una potenza straniera dotata di un'arma capace di generare terremoti. Ipotesi che non viene neanche presa in considerazione dal blogger.
Ma ci sono altri falsi che girano in queste ore nella rete giapponese e che rischiano di creare seri problemi all'organizzazione dei soccorsi. Una mail inviata come catena di sant'Antonio invita tutti a partecipare alla raccolta di beni di prima necessità organizzata dal Ministero della Difesa. Il messaggio è firmato dalla misteriosa (e inesistente) associazione degli amici del Ministero della Difesa. A svelare la bufala è stato il blogger k_ma_calon (in giapponese) che ha semplicemente alzato al cornetta del telefono e si è informato al dicastero: nessuna raccolta veniva organizzata in quel momento e informazioni di questo tipo rischiano soltanto di creare caos nelle prefetture locali.
Un'altra voce, che circola soprattutto su Twitter, parla di un altro terremoto che potrebbe colpire il Giappone occidentale nei prossimi giorni. Una notizia infondata, se non altro perché le previsioni degli scienziati non possono essere così dettagliate, che però ha spinto il governo giapponese a emettere un comunicato in cui invita i cittadini a non fidarsi dei messaggi provenienti da canali non ufficiali. Invito lanciato anche dall'ambasciatore americano a Tokyo che ha ribadito ai suoi concittadini di prestare fede soltanto ai messaggi delle autorità giapponesi.
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Nei giorni del post terremoto Twitter, Facebook, YouTube e la rete in generale si sono rivelati un'importante fonte di informazione e testimonianze di prima mano. Ma così come si propagano notizie di vitale importanza, la rete amplifica anche bufale, informazioni false o tentativi di sciacallaggio. Le informazioni che arrivano dal web non vanno mai prese come oro colato e necessitano, come ogni altra fonte, di attente verifiche. A cercare di districarsi tra le tante informazioni, tenendo la mente lucida e l'occhio attento, è il blogger giapponese Chiki Ogiue che usa la propria pagina web (tradotta in inglese su Global Voices) per smascherare le troppe notizie false che girano in queste ore.
Una delle voci più ricorrenti arriva da Chiba e suggerisce che il massiccio incendio che ha distrutto la raffineria locale possa riversare i suoi effetti tossici nelle piogge previste a partire da lunedì 14 marzo. La notizia è stata smentita direttamente dalla compagnia petrolifera che gestisce la raffineria che in un comunicato (in giapponese) spiega che il gas bruciato nell'incendio è solo una forma di GPL e che non causa residui tossici. Un'altra notizia che si sta spandendo nella rete giapponese parla di "stranieri che approfittano della situazione per commettere crimini". Chiki Ogiue osserva come in momenti di crisi generale è normale cercare capri espiatori, ma che storie di questo tipo non hanno fondamento e non vanno diffuse. La paura verso l'estraneo è però talmente forte che tra le bufale di maggior fortuna in queste ore ci sarebbe il sospetto che il paese sarebbe caduto vittima di una potenza straniera dotata di un'arma capace di generare terremoti. Ipotesi che non viene neanche presa in considerazione dal blogger.
Ma ci sono altri falsi che girano in queste ore nella rete giapponese e che rischiano di creare seri problemi all'organizzazione dei soccorsi. Una mail inviata come catena di sant'Antonio invita tutti a partecipare alla raccolta di beni di prima necessità organizzata dal Ministero della Difesa. Il messaggio è firmato dalla misteriosa (e inesistente) associazione degli amici del Ministero della Difesa. A svelare la bufala è stato il blogger k_ma_calon (in giapponese) che ha semplicemente alzato al cornetta del telefono e si è informato al dicastero: nessuna raccolta veniva organizzata in quel momento e informazioni di questo tipo rischiano soltanto di creare caos nelle prefetture locali.
Un'altra voce, che circola soprattutto su Twitter, parla di un altro terremoto che potrebbe colpire il Giappone occidentale nei prossimi giorni. Una notizia infondata, se non altro perché le previsioni degli scienziati non possono essere così dettagliate, che però ha spinto il governo giapponese a emettere un comunicato in cui invita i cittadini a non fidarsi dei messaggi provenienti da canali non ufficiali. Invito lanciato anche dall'ambasciatore americano a Tokyo che ha ribadito ai suoi concittadini di prestare fede soltanto ai messaggi delle autorità giapponesi.