Dallo Yemen al Bahrein non si ferma la primavera araba

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Continuano le manifestazioni di protesta nel mondo arabo. Nella capitale yemenita Sana'a i dimostranti hanno respinto le riforme proposte dal re Saleh. Indetta per venerdì la giornalta della collera in Arabia Saudita, sciiti in piazza in Oman. VIDEO

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Continuano le proteste nel mondo arabo, dallo Yemen, all’Arabia Saudita, dall’Oman al Bahrein. La profonda crisi yemenita, che da fine gennaio a oggi ha già causato una trentina di morti, s'inasprisce sempre più e non lascia intravedere una via d'uscita. Le opposizioni politiche e le migliaia di giovani studenti radunati da tre settimane in piazza a Sana'a hanno respinto la nuova proposta del presidente Ali Abdallah Saleh, al potere da 32 anni, di varare una nuova Costituzione e di dimettersi, di fatto, entro la fine dell'anno. Lo slogan "il popolo vuole la caduta del regime!", pronunciato a Tunisi e al Cairo alla vigilia e durante le rispettive deposizioni di Ben Ali e di Mubarak, è stato scandito più volte oggi dalle migliaia di persone riunite dal 21 febbraio nella piazza antistante il campus dell'università di Sana'a.

In fermento anche l’Arabia Saudita, dove giovedì 11 marzo è prevista la "Giornata della collera" per chiedere libere elezioni, riforme costituzionali, migliori condizioni di vita.
Alla vigilia del giorno della rabbia, la polizia ha aperto il fuoco contro un gruppo di circa 200 manifestanti sciiti nella zona orientale del regno ferendone tre.
Sciiti in piazza anche in Oman e Barhein dove si chiedono maggiori diritti, mentre in Marocco, dopo le proteste del 20 febbraio, il re ha annunciato una riforma costituzionale.

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