Mentre il segretario generale della Nato Rasmussen avverte: "Se continueranno le stragi non potremo restare a guardare". Ma Gheddafi minaccia: "Senza di me avrete l'immigrazione". FOTO E VIDEO
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Le forze governative libiche che dicono di voler dialogare coi ribelli lunedì 7 hanno colpito una cittadina petrolifera, mentre si intensificano gli sforzi per evitare una crisi umanitaria e un esodo di massa dal Paese. E mentre Rasmussen, segretario generale della Nato, avverte: "Se continuano le stragi non staremo fermi".
Le Nazioni Unite dicono che oltre un milione di persone - sia in fuga che all'interno del Paese - hanno bisogno di aiuti umanitari, e che le condizioni a Misurata, cittadina controllata dai ribelli, sono particolarmente preoccupanti dopo gli attacchi da parte delle forze fedeli a Muammar Gheddafi.
Uno degli uomini vicini a Gheddafi si è rivolto ai capi dell'opposizione chiedendo di dialogare, ma l'offerta è stata subito respinta dai ribelli.
Intanto Gheddafi ha nuovamente avvertito i Paesi europei a nord del Mediterraneo che se il suo regime quarantennale cade "avrete l'immigrazione, migliaia di persone dalla Libia invaderanno l'Europa". Un aereo da guerra ha sferrato un attacco aereo alla periferia orientale di Ras Lanuf, 600 chilometri a est di Tripoli, riferiscono testimoni (GUARDA LE FOTO). In alcune aree i ribelli continuano a perdere e riconquistare le posizioni, senza un risultato definitivo. Questo, unito alla capacità delle forze di Gheddafi di sferrare contrattacchi, fa temere sempre più che il Paese vada verso una guerra civile.
"Le forze governative hanno più mobilità dei ribelli grazie agli aerei e ad una buona quantità di trasporti su gomme", ha detto Shashank Joshi, analista militare del Royal United Services Institute britannico. "La cosa è controbilanciata dal fatto che vediamo scarsissime capacità di combattimento nelle forze governative, e ragionevolmente buone nei ribelli".
Onu: "Serve assistenza umanitaria" - Stati Uniti e Unione Europea stanno inviando missioni d'inchiesta in Libia, dove le notizie riferite dai residenti di attacchi delle forze di sicurezza contro i civili hanno sollecitato un'indagine per crimini di guerra e provocato l'indignazione dell'opinione pubblica in tutto il mondo. Decine di migliaia di persone sono scappate in Tunisia. A Ginevra la coordinatrice degli aiuti Onu Valerie Amos ha detto che oltre un milione di persone hanno bisogno di assistenza umanitaria. Amos ha detto che la priorità è Misurata, cittadina di 300mila persone che - riferiscono gli abitanti - è stata attaccata nel fine settimana dalle forze governative con tank e missili.
"Le organizzazioni umanitarie hanno bisogno urgente di accesso ora", ha detto Amos, che nel fine settimana è stata in Tunisia al confine con la Libia. "La gente è ferita e muore e ha bisogno di aiuto immediato". I ribelli hanno chiesto raid aerei col sostegno dell'Onu contro quelli che considerano mercenari africani assoldati da Gheddafi. Il governo dice di essere impegnato a combattere contro terroristi di al Qaeda e sostiene che le sue forze di sicurezza hanno colpito solo individui armati che attaccavano istituzioni e depositi.
Guarda tutti i video sulla crisi libica:
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Le Nazioni Unite dicono che oltre un milione di persone - sia in fuga che all'interno del Paese - hanno bisogno di aiuti umanitari, e che le condizioni a Misurata, cittadina controllata dai ribelli, sono particolarmente preoccupanti dopo gli attacchi da parte delle forze fedeli a Muammar Gheddafi.
Uno degli uomini vicini a Gheddafi si è rivolto ai capi dell'opposizione chiedendo di dialogare, ma l'offerta è stata subito respinta dai ribelli.
Intanto Gheddafi ha nuovamente avvertito i Paesi europei a nord del Mediterraneo che se il suo regime quarantennale cade "avrete l'immigrazione, migliaia di persone dalla Libia invaderanno l'Europa". Un aereo da guerra ha sferrato un attacco aereo alla periferia orientale di Ras Lanuf, 600 chilometri a est di Tripoli, riferiscono testimoni (GUARDA LE FOTO). In alcune aree i ribelli continuano a perdere e riconquistare le posizioni, senza un risultato definitivo. Questo, unito alla capacità delle forze di Gheddafi di sferrare contrattacchi, fa temere sempre più che il Paese vada verso una guerra civile.
"Le forze governative hanno più mobilità dei ribelli grazie agli aerei e ad una buona quantità di trasporti su gomme", ha detto Shashank Joshi, analista militare del Royal United Services Institute britannico. "La cosa è controbilanciata dal fatto che vediamo scarsissime capacità di combattimento nelle forze governative, e ragionevolmente buone nei ribelli".
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"Le organizzazioni umanitarie hanno bisogno urgente di accesso ora", ha detto Amos, che nel fine settimana è stata in Tunisia al confine con la Libia. "La gente è ferita e muore e ha bisogno di aiuto immediato". I ribelli hanno chiesto raid aerei col sostegno dell'Onu contro quelli che considerano mercenari africani assoldati da Gheddafi. Il governo dice di essere impegnato a combattere contro terroristi di al Qaeda e sostiene che le sue forze di sicurezza hanno colpito solo individui armati che attaccavano istituzioni e depositi.
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