Italia, Francia, Germania, Austria, Svezia, Danimarca, Norvegia, Slovenia e Paesi bassi hanno reintrodotto i controlli alle frontiere. Il codice prevedere uno strumento di sospensione temporanea del trattato cui possono fare ricorso gli aderenti in caso di grave minaccia all'ordine pubblico o alla sicurezza interna
Corrono tempi duri per lo spazio Schengen, l’area di libera circolazione di merci e persone che consente di attraversare senza controlli le frontiere dei Paesi europei. Si tratta di uno dei capisaldi dell’integrazione comunitaria, ma in tempi di crisi e conflitti, i Paesi aderenti possono optare per la sospensione temporanea del trattato e per la reintroduzione di barriere all’ingresso. Ad oggi in nove stanno facendo ricorso a questo strumento: Paesi Bassi, Austria, Germania, Francia, Svezia, Slovenia, Danimarca, Italia e Norvegia (che non fa parte dell’Unione europea ma ha aderito allo spazio Schengen).
Le ragioni della sospensione
In caso di grave minaccia all'ordine pubblico o alla sicurezza interna, il Codice dei confini Schengen consente di reintrodurre i controlli alle dogane. Si può ricorrere a questo strumento solo temporaneamente e come misura di ultima istanza, rispettando il principio di proporzionalità. Ecco perché la Commissione europea tiene il conto di tutti i Paesi che hanno sospeso la libera circolazione, le loro ragioni e la durata delle misure: l’Italia, ad esempio, ha reintrodotto i controlli da giugno a dicembre 2024, adducendo motivi legati al G7, all’immigrazione illegale dalla Slovenia, ai rischi di terrorismo e alla guerra in Medioriente e in Ucraina. Gli ultimi a dare seguito alla sospensione, i Paesi Bassi, da dicembre a giugno hanno chiuso la libera circolazione a causa della “elevata e cumulativa pressione sul sistema migratorio” e per un “aumento degli incidenti criminali nei centri di accoglienza”. Ragioni simili sono state invocate da Germania, Francia, Austria. La Norvegia, invece, ha parlato di “minacce generali rivolta al settore energetico” e “minacce di sabotaggio da parte dei servizi segreti russi”. Anche per la Danimarca la guerra russa in Ucraina è stata determinante per la chiusura delle frontiere, mentre la Svezia si è riferita in generale alle minacce alla sicurezza nazionale causate dai conflitti in corso. La Slovenia ha sospeso Schengen per i rischi alla sicurezza globale e anche per alcuni eventi sportivi.
Cosa è lo spazio Schengen
La crisi di Schengen non è una buona notizia per l’integrazione europea. L'accordo del 1985 ha dato vita a uno spazio inedito in cui merci e persone potevano spostarsi liberamente da un Paese all’altro dell’Europa. È nato su impulso del primo nucleo di Paesi pionieri: Lussemburgo, Belgio, Olanda, Francia e l'allora Germania Ovest. L'Italia vi ha aderito nel 1990. Oggi l'area conta 27 Paesi europei: 23 membri dell'Ue e Islanda, Liechtenstein, Norvegia e Svizzera. Non partecipano Irlanda, Cipro, Bulgaria e Romania. Finora è stato sospeso 387 volte. Nel 2020, l'emergenza coronavirus ha portato diversi Paesi a ripristinare i controlli ma negli ultimi anni la maggior parte delle sospensioni sono state legate al terrorismo e alla crisi migratoria. L’Austria è prima per numero di sospensioni.