L'Ue: possibile un intervento militare in Libia

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Lo riferiscono alcune fonti comunitarie. Intanto al Qaeda si schiera a fianco dei rivoltosi: "Non vi abbandoneremo". Obama parla di "violenza mostruosa e inaccettabile", Putin di "effetti nefasti". VIDEO E FOTO

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La solidarietà (e la condanna) di Obama, ma anche il tentativo del terrorismo islamico di avvicinarsi agli insorti. E soprattutto la possibilità di un intervento militare dell'Unione Europea in Libia.
Il termometro della crisi libica, dove secondo diversi osservatori ci sarebbero già una decina  di migliaia di vittime, registra le nuove reazioni americane e il tentativo di al-Qaeda di incunearsi nella rivolta. Ma si concentra innanzitutto su una prospettiva, avvalorata da più fonti comunitaria: la possibilità di un intervento della Ue per fornteggiare l'emergenza umanitaria.

L'Ue: non è escluso un intervento militare - Diverse agenzie rilanciano infatti la notizia secondo cui l'Unione europea non escluderebbe un intervento militare per fronteggiare l'emergenza umanitaria che si sta configurando in seguito alla crisi in Libia.
Al momento, si parla solo di "ipotesi allo studio" e di tema "delicato e complesso". L'Unione europea dispone di unità militari chiamate "battle groups" all'interno dello "staff militare dell'Unione europeo" che, istituito dal trattato di Nizza del 2000, in questi 10 anni ha gia' gestito missioni internazionali in Bosnia, Macedonia e Congo.

Obama: " Violenza mostruosa e inaccettabile" - Dall'inizio degli scontri è arrivata infatti la prima dichiarazione di Barack Obama, che ha definito la reazione di Gheddafi come "una violenza mostruosa e inaccettabile, che viola ogni standard di normale decenza".
La violenza "deve" essere fermata,  ha proseguito il presidente americano che ha fatto appello alla comunità internazionale per un intervento coordinato e concordato.
Al suo fianco, il segretario di Stato, Hillary Clinton, che - ha annunciato Obama - lunedì sarà a Ginevra per incontrare altri ministri degli Esteri, per valutare un'azione comune.
Quanto sta avvenendo in Libia, ha detto Obama, è "offensivo e inaccettabile, e la violenza deve essere fermata ora". "Non è vero", come riferito da alcune fonti in Libia, che ci sono gli Stati Uniti o altri poteri stranieri dietro alle violenze. Semmai è vero il contrario, e cioé che le violenze in Libia sono condotte da persone presenti "nella regione".

Al Qaeda solidarizza con i libici - A preoccupare gli analisti e gli osservatori sono però le dichiarazioni, diffuse attraverso i siti on-line filo-integralisti, del Movimento di Al Qaeda nel Maghreb Islamico, diramazione nord-africana della rete terroristica fondata da Osama bin Laden, che ha espresso solidarietà con i rivoltosi libici, dicendosi disposta a tutto per assisterli e condannando gli eccessi repressivi del regime di Muhammar Gheddafi, bollato come un "tiranno".
"Faremo qualsiasi cosa sia in nostro potere pur di aiutarvi, con la forza che ci viene da Allah", recita la missiva intercettata dagli esperti americani, "perché la vostra lotta è la lotta di ogni musulmano che ami Allah e il suo Messaggero, Maometto".
La branca maghrebina di Al Qaeda, dopo aver ricordato il successo delle manifestazioni contro il regime in Tunisia ed Egitto, afferma poi che è venuto il momento in cui "l'impostore, peccatore, crudele bastardo Gheddafi" vada incontro al medesimo destino di Zine al-Abidine Ben Ali e di Hosni Mubarak, la cui caduta aveva salutato con entusiasmo.
"Dichiariamo il nostro appoggio e sostegno alla Rivoluzione libica nelle sue legittime richieste", prosegue il comunicato diffuso su Internet, "e assicuriamo al nostro popolo in Libia che siamo al vostro fianco, e che non vi abbandoneremo".
Il gruppo terroristico sottolinea quindi come gli abusi perpetrati dai vacillanti regimi della regione dimostrino quali "menzogne" fossero le loro asserzioni, secondo cui sarebbe stata Al Qaeda colpevole di eliminare civili inermi. "Noi", è la rivendicazione, "ci siamo limitati a uscire allo scoperto per difendervi contro simili despoti, che hanno usurpato i vostri diritti, saccheggiato i vostri beni, e che vi hanno impedito di godere dei requisiti minimi per un'esistenza dignitosa, e dei più semplici significati della libertà e della dignità umana".

Un nuovo emirato islamico in Libia? - Nessun cenno, invece, a quanto sostenuto ieri dal vice ministro degli Esteri di Tripoli, Khaled Khaim, a detta del quale proprio Al Qaeda avrebbe instaurato un "emirato islamico" nella parte orientale del Paese maghrebino, in mano ormai agli insorti anti-Gheddafi. Tale presunto emirato, aveva spiegato Khaim a un gruppo di ambasciatori di Stati membri dell'Unione Europea, sarebbe guidato da Abdelkarim al-Hassadi, un noto fondamentalista già rinchiuso nel carcere speciale Usa della Baia di Guantanamo, a Cuba; i suoi seguaci disporrebbero di una stazione radiofonica in modulazione di frequenza, e avrebbero già cominciato a imporre l'uso del 'burqa' nelle aree da essi controllate.

Putin: "Effetti nefasti" - E sulle rivolte in Libia interviene anche il premier russo Vladimir Putin, che si dice "molto preoccupato" per le possibili conseguenze di quanto sta accadendo nell'Africa del nord sul Caucaso settentrionale.
"Possono esserci effetti nefasti anche per l'Europa e per altre parti del mondo", ha detto Putin, parlando a Bruxelles. Ma la prima grande preoccupazione - ha premesso il primo ministro russo - è rappresentata "dal numero delle vittime".

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