Roma guarda con preoccupazione alle vicende libiche, nel timore che possano saltare gli accordi sul pattugliamento delle coste. Già pronto un piano di rimpatrio per i connazionali che si trovano nel Paese. La Farnesina sconsiglia viaggi in Cirenaica
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L'Italia guarda con non poca preoccupazione alla rivolta in corso in Libia. Se infatti il Paese, vista l'emergenza, non dovesse prestare fede agli impegni presi con il trattato Italia-Libia sul pattugliamento delle coste, potrebbe realizzarsi un vero e proprio esodo di migranti in fuga verso il Belpaese. Il ministro dell'Interno, Roberto Maroni, è per questo in contatto costante con l'ambasciatore del Paese a Roma.
Per i tanti lavoratori italiani presenti in Libia soprattutto dipendenti Eni (L'Italia ha infatti grandi interessi economici in Libia, soprattutto nel settore energetico), poi, è già pronto un piano di rimpatrio immediato, nel caso in cui la situazione nel Paese dovesse peggiorare.
In considerazione della gravità della situazione in Cirenaica, in particolare nelle città di Bengasi, Ajdabya, Al Marj, Al Beida, Derna e Tobruk, la Farnesina "sconsiglia tassativamente qualsiasi viaggio non essenziale nella Regione". Recita così l'avviso particolare sulla Libia pubblicato oggi sul sito della Farnesina viaggiare sicuri.
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