Libia, "i morti sono 24". Ma la protesta continua

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Questo il bilancio degli scontri della “giornata della collera”, secondo Human Rights Watch. I comitati rivoluzionari, pilastro del regime di Gheddafi, minacciano il pugno duro contro i manifestanti. Nel Bahrein l'esercito spara sulla folla. LO SPECIALE

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Resta alta la tensione in Bahrein, mini-stato del Golfo governato da una dinastia sunnita,
piccolo emirato del Golfo Persico.
Secondo quanto riferito dalla Cnn, a Manama i militari dell'esercito hanno sparato contro i manifestanti in piazza delle Perle. le vittime sarebbero almeno 4 e diversi i feriti.

Bahrein - Alleato chiave degli Usa, di cui ospita la Quinta flotta, polveriera di tensioni religiose tra la minoranza sunnita da oltre due secoli al potere e la maggioranza sciita, il Bahrein è un ex protettorato britannico. La sua vicinanza al petrolio saudita ma anche al
regime degli ayatollah iraniani, che ne rivendicano la sovranità territoriale, ne fa un Paese strategico nello scacchiere del Golfo. Pur essendo noto negli ultimi anni soprattutto come sede di un Gran premio di Formula 1, in realtà il piccolo regno-arcipelago è divenuto negli anni un centro commerciale di primaria importanza, famoso anche per la pesca delle perle.

Libia - In Libia, intanto, i Comitati rivoluzionari, pilastro del potere di Muammar Gheddafi, hanno minacciato "una risposta affilata e violenta" agli "avventurieri" che manifestano contro il regime. "La risposta del popolo e delle forze rivoluzionarie a questi gruppuscoli sarà affilata e violenta", hanno avvertito in un comunicato sul giornale Azzahf Al-Akhdar (Marcia verde).
"Il potere del popolo, La Giamahiria (governo delle masse ndr), la Rivoluzione e il leader sono tutte linee rosse e chi cerca di superarle o di avvicinarle gioca con il fuoco e compie un suicidio".
Il monito è arrivato mentre arrivano dati contraddittori sul bilancio delle violenze nella Giornata della collera contro il regime libico. Fonti mediche parlano di 14 vittime a Bengasi
e secondo Human Rights Watch in totale i morti sono almeno 24.
Intanto si tengono i funerali delle vittime a Bengasi e ad Al Beida, città nell'est del Paese teatro di sanguinosi scontri negli ultimi due giorni e ancora la notte scorsa e la tensione resta alta. A Beida i contestatori hanno dormito nelle tende per strada e secondo due gruppi di opposizione i manifestanti avrebbero il controllo della terza città del Paese.
A Tripoli sono proseguiti cortei e raduni a favore di Gheddafi: la televisione di Stato ne ha trasmesso in continuazione riprese filmate, sormontate dalla scritta 'In Diretta'. Una delle immagini mostrava una moltitudine inneggiante padre della Rivoluzione Verde.

Egitto - In Egitto decine di migliaia di persone sono tornate ad assieparsi in piazza Tahrir, al Cairo, per celebrare la Giornata della Vittoria. La piazza è stata l'epicentro delle proteste che per 18 giorni si sono susseguite in Egitto fino alla caduta, l'11 febbraio, di Hosni Mubarak. Pronunciando il sermone del venerdì, lo sceicco Yusuf Al Qaradawi ha sollecitato i leader arabi e islamici ad ascoltare le richieste del popolo perché "il mondo è cambiato, è andato avanti, e con esso è cambiato anche il mondo arabo".
Il Consiglio Supremo delle Forze armate egiziane, che attualmente detiene le redini del Paese dopo la caduta di Mubarak, ha annunciato che nessun componente dell'esercito
prenderà parte alle prossime elezioni come candidato alla presidenza.

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