Nord Africa, ora tocca alla Libia. In piazza il 17 febbraio

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Dopo gli scontri e le manifestazioni in Algeria, Egitto e Tunisia, proclamata sul web una "Giornata della collera" anche nel paese di Gheddafi. Secondo alcuni siti locali, il colonnello avrebbe espresso "preoccupazioni per la protesta"

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Alcuni gruppi libici di opposizione hanno proclamato tramite Internet il 17 febbraio come "Giornata della collera", destando forti preoccupazioni nel colonnello Muammar Gheddafi.
Secondo quanto riferisce il quotidiano al-Sharq al-Awsat (qui la versione inglese), l'appello lanciato in rete per una protesta popolare, la prima nel paese nordafricano, ha creato scompiglio nel governo di Tripoli.

Per correre ai ripari, da tre giorni Gheddafi continuerebbe a convocare giornalisti e attivisti politici per fare il punto della situazione.
In particolare, nel corso di un incontro con alcuni giornalisti locali, secondo quanto riferisce il sito libico Libya al-Youm, Gheddafi "ha espresso preoccupazioni per la protesta, paventando i rischi connessi a una situazione di caos che potrebbe scatenarsi nel paese".

E' la prima volte che le autorità libiche mostrano segni di preoccupazione per una possibile rivolta.
A scendere in piazza il 17 febbraio saranno in modo particolare gli studenti. E' a loro infatti che si è rivolto Gheddafi nelle sue riunioni, criticando con forza anche la tv araba "al-Jazeera" per aver incitato, a suo giudizio, alla ribellione in Egitto.
Commentando quanto accaduto di recente al Cairo, il colonnello avrebbe affermato: "E' sbagliato prendersela con Hosni Mubarak, che è un uomo povero, non ha neanche i soldi per i suoi vestiti e più volte lo abbiamo aiutato. Quanto sta accadendo in Egitto è tutta opera dei servizi segreti israeliani".

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