Tunisi, il nuovo Governo nasce nella tensione
MondoAncora cortei, lacrimogeni e scontri nel primo giorno dell'esecutivo di transizione di Ghannouchi. Dal web la denuncia - non confermata - di nuovi morti tra i dimostranti della Casbah
FOTO: Il Nordafrica s'accende di proteste
Tunisia, una rivoluzione targata Wikileaks?
Sembrava 'tutto finito' giovedì a Tunisi, nel primo giorno del nuovo governo di transizione annunciato dal primo ministro Mohammed Ghannouchi dopo le manifestazioni e il rimpasto che ha estromesso i ministri legati al vecchio regime di Ben Ali (ma con la conferma proprio del premier), nel pomeriggio però si è nuovamente riempita di oltre un migliaio di manifestanti la piazza della Casbah, fino al duro intervento della polizia, che secondo alcune fonti in rete avrebbe provocato nuove vittime.
Testimoni sul posto hanno riferito che i poliziotti sono tornati ad usare i lacrimogeni in maniera massiccia, come non succedeva da giorni, e sono riusciti così ad evacuare la piazza costringendo i dimostranti, che prima hanno tirato pietre, a fuggire nelle stradine circostanti, in alcuni casi inseguiti ancora dalla polizia. Mentre, secondo alcuni testimoni, i militari che presidiavano ancora la zona all'intervento degli agenti antisommossa si erano ritirati lasciando libero il campo. Altri riferiscono invece che i soldati avrebbero anche loro partecipato alla carica dei dimostranti.
La piazza della Casbah è stata infine completamente evacuata, sono state smantellate le tende piantate dai molti giunti da fuori città che fin dal 23 ci hanno passato la notte e la zona è stata completamente isolata con l'accesso reso impossibile dal filo spinato piazzato ai vari ingressi. Ma la folla si è poi ricompattata, superati i cunicoli della Medina, lungo avenue Bourghiba, la stessa che per giorni è stata teatro della grande protesta contro la presenza nel primo governo di unità nazionale dei ministro legati al vecchio regime, dove le forze dell'ordine sarebbero nuovamente intervenute.
E nel pomeriggio l'aria nel centro di Tunisi è rimasta a lungo intrisa del gas sparato dai lacrimogeni. Alcune persone sono state portate in ospedale, ma le notizie più allarmanti, per ora voci non confermate che circolano su Internet, riguardano la possibilità che vi siano anche morti in seguito all'intervento delle forze dell'ordine nella capitale.
Secondo un messaggio scambiato via twitter e pubblicato sul sito Nawaat, un sito che raccoglie blogger tunisini, ci sarebbero "almeno tre morti tra i dimostranti della Casbah" e "sarebbero di Sidi Bouzid". Un altro messaggio parla di "almeno un morto". Mentre anche su Facebook circolano messaggi che riferiscono di vittime negli scontri: non vengono menzionate cifre, ma si parla di "alcuni morti". Sui profili del social network in molti hanno inoltre pubblicato immagini dell'intervento della polizia.
E' durata quindi solo il tempo di una mattina la sensazione che con l'annuncio del nuovo esecutivo la Tunisia tirasse un sospiro e, chi a torto collo e chi meno, ammettesse che è necessario procedere con la transizione e verso le elezioni. Aspettavano un 'gesto' dal sindacato e dai membri della società civile questa mattina alcuni tra gli 'irriducibili' per decidere cosa fare, restare o andare. Mentre altri sembravano aver accettato gli sviluppi come i migliori possibili: "Va bene cosi"', aveva detto Ahmed, "ora andiamo avanti, dobbiamo fare la transizione, preparare le elezioni, lavorare. Dobbiamo pensare al futuro, siamo solo all'inizio".
Tunisia, una rivoluzione targata Wikileaks?
Sembrava 'tutto finito' giovedì a Tunisi, nel primo giorno del nuovo governo di transizione annunciato dal primo ministro Mohammed Ghannouchi dopo le manifestazioni e il rimpasto che ha estromesso i ministri legati al vecchio regime di Ben Ali (ma con la conferma proprio del premier), nel pomeriggio però si è nuovamente riempita di oltre un migliaio di manifestanti la piazza della Casbah, fino al duro intervento della polizia, che secondo alcune fonti in rete avrebbe provocato nuove vittime.
Testimoni sul posto hanno riferito che i poliziotti sono tornati ad usare i lacrimogeni in maniera massiccia, come non succedeva da giorni, e sono riusciti così ad evacuare la piazza costringendo i dimostranti, che prima hanno tirato pietre, a fuggire nelle stradine circostanti, in alcuni casi inseguiti ancora dalla polizia. Mentre, secondo alcuni testimoni, i militari che presidiavano ancora la zona all'intervento degli agenti antisommossa si erano ritirati lasciando libero il campo. Altri riferiscono invece che i soldati avrebbero anche loro partecipato alla carica dei dimostranti.
La piazza della Casbah è stata infine completamente evacuata, sono state smantellate le tende piantate dai molti giunti da fuori città che fin dal 23 ci hanno passato la notte e la zona è stata completamente isolata con l'accesso reso impossibile dal filo spinato piazzato ai vari ingressi. Ma la folla si è poi ricompattata, superati i cunicoli della Medina, lungo avenue Bourghiba, la stessa che per giorni è stata teatro della grande protesta contro la presenza nel primo governo di unità nazionale dei ministro legati al vecchio regime, dove le forze dell'ordine sarebbero nuovamente intervenute.
E nel pomeriggio l'aria nel centro di Tunisi è rimasta a lungo intrisa del gas sparato dai lacrimogeni. Alcune persone sono state portate in ospedale, ma le notizie più allarmanti, per ora voci non confermate che circolano su Internet, riguardano la possibilità che vi siano anche morti in seguito all'intervento delle forze dell'ordine nella capitale.
Secondo un messaggio scambiato via twitter e pubblicato sul sito Nawaat, un sito che raccoglie blogger tunisini, ci sarebbero "almeno tre morti tra i dimostranti della Casbah" e "sarebbero di Sidi Bouzid". Un altro messaggio parla di "almeno un morto". Mentre anche su Facebook circolano messaggi che riferiscono di vittime negli scontri: non vengono menzionate cifre, ma si parla di "alcuni morti". Sui profili del social network in molti hanno inoltre pubblicato immagini dell'intervento della polizia.
E' durata quindi solo il tempo di una mattina la sensazione che con l'annuncio del nuovo esecutivo la Tunisia tirasse un sospiro e, chi a torto collo e chi meno, ammettesse che è necessario procedere con la transizione e verso le elezioni. Aspettavano un 'gesto' dal sindacato e dai membri della società civile questa mattina alcuni tra gli 'irriducibili' per decidere cosa fare, restare o andare. Mentre altri sembravano aver accettato gli sviluppi come i migliori possibili: "Va bene cosi"', aveva detto Ahmed, "ora andiamo avanti, dobbiamo fare la transizione, preparare le elezioni, lavorare. Dobbiamo pensare al futuro, siamo solo all'inizio".