Un video shock mostra un manifestante ucciso da un colpo di pistola nella cittadina di Sheikh Zuwayed. Tensioni e incidenti anche a Suez. Il leader del movimento per la riforma El Baradei invoca un "transizione democratica e pacifica". VIDEO E FOTO
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(In fondo all'articolo tutti i video sugli scontri)
Dilaga la rivolta in Egitto. Tornata la calma, carica di tensione, al Cairo, le violente proteste hanno trasformato in "campo di battaglia" la città di Suez, e anche la cittadina del Sinai di al-Sheikh Zuid è stata percorsa da violenze, che hanno provocato la morte di un giovane dimostrante, colpito da un proiettile. Un filmato, dal contenuto impressionate, ha ripreso la morte del manifestante (video in alto).
In vista del "venerdì della collera", indetto dalle organizzazioni di opposizione che hanno dato il via alla rivolta martedì, è rientrato al Cairo Mohamed El Baradei, ex capo dell'agenzia atomica internazionale e leader del movimento per la riforma. Per la prima volta dall'inizio delle proteste di piazza avviate tre giorni fa anche la formazione del rais Hosni Mubarak, il Partito nazionale democratico, ha fatto una uscita pubblica con una conferenza stampa del suo segretario generale Safwat el Sherif, il quale ha affermato che i giovani, le loro richieste e il loro diritto ad esprimersi sono nel cuore del presidente egiziano. "Alcuni elementi hanno tentato di sfruttare l'atmosfera di liberta' per scatenare l'anarchia", ha però puntualizzato El Sherif.
Parole ben diverse sono venute da El Baradei. "Non voglio prendere il potere ma contribuire alla transizione democratica e pacifica", ha spiegato appena arrivato all'aeroporto della capitale egiziana, accolto da una selva di microfoni e telecamere. "Sono col popolo e il regime deve capire che non si può più tornare indietro. E' il momento della cambiamento", ha affermato El Baradei, che domani parteciperà alle manifestazioni, che prenderanno avvio non appena terminata la tradizionale preghiera del venerdì nelle moschee di tutto il paese verso le 13, le 12 in Italia.
Il leader del movimento per la riforma si recherà a pregare in una moschea nel quartiere di Giza al Cairo. In tutto sono 35 i luoghi di culto indicati dagli organizzatori su Facebook come punto di ritrovo per le manifestazioni e l'obiettivo è quello di raggiungere nuovamente piazza Tahrir che i manifestanti avevano occupato per varie ore l'altro ieri.
Nell'elenco figurano anche molte chiese, inclusa la cattedrale ortodossa di Abbasseya. Ufficialmente, però, le comunità cristiane d'Egitto non hanno aderito alla protesta. Su Facebook girano anche suggerimenti ai manifestanti su come comportarsi domani. Come quello rivolto ai fedeli musulmani di portare con se' le scarpe in un sacchetto invece di lasciarle fuori dal luogo di culto, come avviene normalmente, per paura che le forze di sicurezza le facciano sparire per impedire ai fedeli di unirsi alle manifestazioni finita la preghiera.
Per la prima volta anche i Fratelli musulmani hanno detto apertamente che parteciperanno in massa alle proteste. Finora hanno lasciato i loro aderenti partecipare, ma senza dare un sostegno esplicito alle manifestazioni. Mentre la borsa egiziana ha registrato un tonfo di oltre il 10%, il secondo peggiore della sua storia, dopo una breve sospensione delle contrattazioni in mattinata per arginare il trend negativo, il presidente americano Barack Obama, con un video su Youtube, ha invitato le parti in Egitto alla moderazione, sottolineando che la violenza non è la risposta giusta da dare.
Il capo della Casa Bianca ha ricordato di aver sempre esortato Mubarak "a fare in modo che il suo governo facesse progressi nel campo delle riforme, quelle politiche e quelle economiche", assicurando la libertà di espressione. Anche dall'Ue sono venuti appelli perché venga rispettato il diritto dei cittadini "a manifestare le loro politiche aspirazioni attraverso pacifiche dimostrazioni".
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Il capo della Casa Bianca ha ricordato di aver sempre esortato Mubarak "a fare in modo che il suo governo facesse progressi nel campo delle riforme, quelle politiche e quelle economiche", assicurando la libertà di espressione. Anche dall'Ue sono venuti appelli perché venga rispettato il diritto dei cittadini "a manifestare le loro politiche aspirazioni attraverso pacifiche dimostrazioni".