Al Jazeera come Wikileaks: resi noti i documenti sui falliti accordi di pace tra Israele e Palestina. L'Anp sarebbe stata disponibile a rinunciare a Gerusalemme Est. Altri documenti in arrivo nei prossimi giorni
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Destano preoccupazione i "Palestinian Papers", le carte segrete sui negoziati per il processo di pace in Medio Oriente, che Al Jazira e Guardian hanno iniziato a pubblicare ieri sera. Ecco in sintesi una scheda sul materiale.
I numeri: Si tratta di quasi 1.700 documenti segreti su centinaia di incontri tra palestinesi, israeliani e americani, a cui si aggiungono email e bozze di proposte. Il periodo compreso è 1999-2010. Al Jazira ha indicato che pubblicherà tutto il materiale tra il 23 ed il 26 gennaio 2011.
Da dove arrivano i file: La documentazione, scrive il Guardian, proviene in gran parte dalla Unità di sostegno ai negoziati palestinesi (Nsu) guidata dal negoziatore Saeb Erekat, che ha svolto un ruolo di sostegno tecnico-legale per i palestinesi nel corso dei colloqui. Altro materiale proviene dall'apparato di sicurezza palestinese. L'israeliano Maariv ipotizza poi che dietro alle rivelazioni della emittente possa nascondersi Mohammed Dahlan, un dirigente di al Fatah entrato di recente in rotta di collisione con il presidente dell'Anp Abu Mazen. Al Jazira afferma di aver ricevuto il materiale, che poi ha passato al Guardian, da "diverse fonti nel corso di molti mesi".
Le rivelazioni: Secondo l'emittente basata in Qatar, nelle carte pubblicate e in quelle in via di pubblicazione, offrono "uno sguardo senza precedenti" sul processo di pace in Medio Oriente. Da queste emergerebbe "la disponibilità dell'Anp a concedere insediamenti illegali israeliani a Gerusalemme Est" e un atteggiamento "creativo" su Haram al-Sharif, dove sorge la moschea di Al Aqsa; i compromessi dell'Anp sui rifugiati e il diritto al ritorno; dettagli sulla cooperazione nel campo della sicurezza tra Anp e Israele; scambi privati tra negoziatori palestinesi e americani alla fine del 2009, mentre veniva discusso il rapporto Goldstone all'Onu.
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